Re, regine… ce ne sono così tanti che camminano in mezzo a noi in questi giorni. Vip, ministri, opinion leader, persino sui mezzi pubblici! Prendete ad esempio questo ragazzo.
Ehi, Mister VIP, sono mortificato di interromperla, ma lei è appena sceso dall’autobus e si è subito incollato allo schermo del suo telefonino. Certo, le altre 15 persone dietro di lei che devono scendere avranno la pazienza di aspettare che Sua Maestà finisca di controllare il proprio iPhone. Ma certo, siamo comprensivi, Gesù Cristo le ha appena inviato un messaggio su Facebook: d’altronde non vedo nessun altro motivo per cui lei dovrebbe bloccare il traffico in questo modo.
Al giorno d’oggi la vita di un suddito in una megalopoli non è per niente facile. Un anno fa qualcuno di molto importante, forse una sorta di gran cancelliere seduto al volante della sua Honda Jazz, si è schiantato dritto contro il retro della mia Passat B3 mentre ero fermo al semaforo. Quando sono sceso, ho visto che la signora al volante stava ancora terminando di scrivere il suo SMS. “È un messaggio molto importante”, ha detto. Immagino dovesse esserlo! Le ho quindi chiesto di salutare da parte mia la Regina Elisabetta, appena la vedrà.
Ebbene, parlando seriamente, non credo affatto che queste persone siano re o regine, ministri e cancellieri. Chi può essere così negligente e disattento verso gli altri, come se fossimo tutti suoi sudditi?
È tutto un gioco. È tutto un divertimento... almeno fino a quando qualcuno non si fa male. Vi ricordate di quella ragazza morta in un incidente stradale mentre si stava facendo un selfie al volante, con la canzone “Happy” di Pharrell Williams’ di sottofondo? Secondo diverse statistiche, ogni anno più di 330.000 incidenti sono causati da gente distratta dal telefonino al volante.
Evidentemente molti automobilisti sono troppo menefreghisti per rendersene conto da soli. E così governi e magnati del settore IT stanno lentamente introducendo nuovi sistemi per affronare il problema.
Apple, ad esempio, ha annunciato nuove funzioni per iOS che consentirebbero agli utenti di controllare quanto tempo trascorrono sulle app. Nella metropolitana di Tokyo, poi, si consiglia di disattivare la suoneria del cellulare, di non parlare al telefono in pubblico e di guardare dritto davanti a sé quando si cammina. In alcuni paesi, poi, tra cui la Russia, sono apparsi alcuni cartelli stradali che avvertono: “Attenzione! Persone con smartphone!”.
Si dice che “la mia libertà finisce laddove inizia la tua”. Ok, siamo tutti d’accordo. Ma quando inizia la tua libertà, spero che non sia con il tuo tablet appiccicato al mio naso quando siamo tutti stipati in metropolitana come sardine. E poi mi chiedo, perché ti fai tanti problemi se io finisco per sbirciare la tua chat con la tua ragazza, se poi tu non ti fai alcun problema a sbandierare a voce alta le tue avventure della scorsa notte proprio sotto al mio orecchio? Ok, chiedo scusa, Sua Maestà. Dovrei chiudere gli occhi e azzerare la memoria.
Mi viene però da dare un semplice suggerimento. Perché il tuo tragitto verso il lavoro non può essere libero da dispositivi mobili? Sì, so perfettamente quanto sia difficile. Ma immagina di immergerti nei tuoi pensieri, di non lasciarti travolgere dal vortice di Facebook. Soffermati a osservare gli uccellini, gli alberi che si intravedono dal finestrino dell’autobus. Divertiti a guardare la varietà di persone sedute in metropolitana, studia il loro aspetto e inventati qualche storia su questi perfetti sconosciuti. Mi viene in mente quella canzone di Simon and Garfunkel, “America”, che dice più o meno così: “Ridendo sull’autobus, giocando con i volti / Disse che quell’uomo con la gabardina era forse una spia / Io dissi, stai attenta, il suo papillon nasconde davvero una fotocamera”. Ma questo tipo di intrattenimento va bene solo senza il telefonino in mano.
Forse un giorno qualcuno ti chiederà: “Perché ci hai messo tre ore per rispondere al mio messaggino?”. E tu avrai il coraggio di controbattere “perché avevo cose più importanti da fare: stavo osservando i fiori di un parco e scrivendo un poema”. Ma poi, come prevederebbe ogni degno copione, dovresti voltarti, con il tuo mantello che si solleva spinto da un alito di vento, e andartene via.
Ricorda però che un’uscita di scena così intensa e ricca di drammaticità dovrebbe essere fatta con lo sguardo rivolto al cielo, e non verso il tablet. E no! Non vale il selfie con il mantello! Proprio non ci siamo...
Angry Russian racconta le sue impressioni su varie cose che irritano ogni giorno tutti noi. Non si incazza facilmente, ma se succede... si salvi chi può!
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