L’Italia non partecipa ai Mondiali? Prendetela con ironia! E di ironia è pieno zeppo il progetto audiovisuale di Irene Muscara, giovanissima attrice italiana da più di dieci anni in Russia, che ha deciso di far sventolare ugualmente sotto il cielo di Mosca la bandiera tricolore, grande assente di questa Coppa del Mondo. Il progetto, lanciato su Instagram pochi giorni prima dell’inizio del torneo e visualizzato già migliaia di volte, consiste in una serie a puntante composta da 33 brevi video della durata di un minuto circa ciascuno.
Negli episodi, girati tutti con il telefonino, Irene racconta con brio e autoironia la storia di una ragazza italiana che viene a Mosca per fare il tifo per la sua squadra del cuore... senza però sapere che gli Azzurri non si sono mai classificati! “L’idea di questo progetto è nata durante una chiacchierata con un’amica, Ekaterina Ryakhovskaya – racconta Irene -. Volevamo mostrare dei luoghi di Mosca diversi rispetto agli itinerari più conosciuti e abbiamo utilizzato come pretesto la storia di una ragazza italiana che viene in Russia senza sapere che in realtà l’Italia non partecipa al Mondiale”.
E così, bandiera tricolore alla mano, Irene ha “accompagnato” gli spettatori in un viaggio in lungo e in largo per Mosca, dallo stadio Luzhniki a VDNKh, dal museo di Gagarin al parco di Kolomenskoe, intrufolandosi tra i tifosi e le compagnie euforiche di supporter messicani, brasiliani, russi, argentini.
“Come? L'Italia non partecipa? Ma siete proprio sicuri che l'Italia non partecipa?”, chiede Irene a due ignari ragazzi della Giordania, nella terza puntata della serie.
“Sono venuta dall’Italia per seguire i Mondiali... Ma fatemi vedere... È proprio vero, l’Italia non c’è”, esclama Irene davanti ai due ragazzi che si lasciano andare a un divertente siparietto con lei.
Le reazioni da parte della gente sono divertite, stupite, esterrefatte. “Alla fine sono diventata una vera e propria star fra i tifosi – racconta Irene a Russia Beyond -, ormai quando mi incrociano mi riconoscono subito! Soprattutto gli argentini sono stati al gioco: uno di loro mi ha regalato una bandiera e un altro ha addirittura voluto che parlassi al telefono con sua mamma! Un gruppo di tifosi poi ci è cascato in pieno e quando gli abbiamo detto che stavamo semplicemente girando un video per Instagram quasi non ci credevano”.
Così come racconta Irene, i commenti raccolti a “telefonini spenti” dimostrano un grande entusiasmo da parte dei tifosi stranieri verso la Russia: “Parlando con loro ho capito che sono tutti molto impressionati dalle città russe”. Per quanto riguarda l’Italia, invece, “con questo progetto è nato un grande amore da parte degli stranieri verso il nostro paese: un giorno – prosegue Irene -, ho realizzato un brevissimo video in compagnia di un tifoso messicano, il quale al termine delle riprese mi ha tenuto per un’ora a parlare di Buffon”.
La serie a puntate si chiude con Irene che finalmente arriva nella zona della Piazza Rossa... e lì incontra un ragazzo russo del quale si innamora.
“Tutti gli episodi sono stati improvvisati – conclude Irene -, e devo ammettere che durante le riprese la realtà ci ha aiutato molto. L’unica scena volutamente organizzata è stata l’ultima, girata grazie alla collaborazione di un mio amico attore”.
Nata in Sicilia, Irene si è trasferita in Russia nel 2007 dove ha studiato teatro all’Accademia di Arte Drammatica di Mosca. È autrice di due monospettacoli, “Le cinque sorelle” e “Gate A33”, quest’ultimo presentato nel 2016 al festival United Solo di New York, dove Irene è stata premiata come migliore attrice del festival.
La sua storia di attrice italiana in Russia è stata raccontata dal film documentario "Guardatemi" di A. Kolchina, che nel 2013 ha ricevuto il premio speciale della giuria al Festival del Cinema Docum
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