La prof posa in bikini ed è subito scandalo: scatta il flashmob degli insegnanti in costume

Lifestyle
RUSSIA BEYOND
A sollevare il polverone, una foto dell’insegnante in costume da bagno pubblicata sui social network e considerata “scandalosa”. Davanti alle pressioni dei dirigenti scolastici, la donna si è vista costretta a lasciare il lavoro. Ma la storia ha risvegliato la solidarietà dei colleghi di tutto il paese

Sui social network russi e in particolar modo su Instagram sta spopolando un nuovo flashmob: donne e uomini che lavorano nelle scuole stanno postando foto in bikini e costume da bagno accompagnate dall’hashtag #учителятожелюди (#anchegliinsegnantisonopersone). L’obiettivo del flashmob è dimostrare sostegno a una collega che è stata costretta a dimettersi.
Tutto è cominciato quando Viktoria Popova, 26 anni, insegnante di storia di Omsk (città a 2.700 km da Mosca), studente di moda nel tempo libero, ha postato su Instagram una propria foto in costume. Un gesto che non è piaciuto al presidente dell’istituto dove lavora, che l’ha messa davanti a una scelta alquanto amara: o dimettersi o essere licenziata. Il preside ha infatti ritenuto troppo “volgare” quella foto postata sui social network. Poco importa che l’immagine fosse stata pubblicata dall’amministrazione della scuola di moda dove la donna studia e non dalla stessa Popova.

Le pressioni

Inizialmente l’amministrazione locale di Omsk ha sostenuto la decisione di licenziare l’insegnante, affermando che la foto in costume da bagno “danneggia l’immagine della scuola”. La donna quindi si è ritrovata a dover dare le dimissioni, sostenendo che l’atmosfera sul posto di lavoro non le avrebbe ugualmente permesso di continuare a lavorare.

Vsevolod Lukhovitsky, il capo del sindacato degli insegnanti, ha definito “illegali” le pressioni imposte nei confronti della donna. “Cosa facciano gli insegnanti nel loro tempo libero, sono affari loro... Non ha fatto nulla di vietato”.

Il sostegno della gente

Ma il sostegno non è arrivato solo da parte del sindacato: in molti si sono uniti attorno a Viktoria. Altri insegnanti hanno iniziato a pubblicare su internet foto di se stessi in costume da bagno o in lingerie, accompagnate dall’hashtag #учителятожелюди (#anchegliinsegnantisonopersone).

“Credo che ogni persona abbia il diritto di avere una vita privata al di fuori delle mura della scuola. E questo non è affare di nessuno”, ha scritto un utente di internet, olesya_road.

“Wow! Che sorpresa... anche gli insegnanti sono persone! Esattamente come tutti, si rilassano, prendono il sole, vanno in discoteca, bevono, mangiano patatine, si innamorano, fanno figli... Sono d’accordo sul fatto che gli insegnanti dovrebbero essere dei modelli. Ma modelli di cosa? Modelli di persone timide e miserabili che non riescono nemmeno a guardare il mondo negli occhi”, si chiede a_sasykbaeva.

“Desidero dimostrare il mio sostegno alla collega di Omsk partecipando a questo flashmob. Per favore avvertitemi quando la follia di questo paese troverà fine”, scrive ufaeva_ufa.

E c’è chi aggiunge: “Molta gente attorno a me crede che un insegnante debba essere un’autorità morale che deve nascondere qualsiasi cosa abbia a che fare con la vita normale, e qualsiasi cosa collegata al corpo. Non potete immaginare quante volte mi sono sentito dire che non avrei dovuto indossare questo o quello. E di solito a parlare sono persone che non hanno nulla a che vedere con la scuola e soprattutto non sono miei studenti. Peccato che ai ragazzi piaccia vedere di avere un essere umano davanti a loro, e non un’icona senza peccato”, ha scritto l’utente eto_absurd.

Una storia a lieto fine?

Dopo aver esaminato attentamente la situazione, l’amministrazione di Omsk ha annullato la propria decisione e ha presentato le proprie scuse a Viktoria Popova. Il Ministero dell’istruzione locale ha incontrato l’insegnante, invitandola a tornare a lavorare nella scuola. Al momento non è chiaro se la donna accetterà l’invito o no.