Sette straordinari tipi di case tradizionali russe

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GEORGY MANAEV
Nel paese vivono diverse etnie e popoli nomadi, ognuno dei quali abita all’interno di particolari case di legno o ghiaccio

1 Izba (casa russa)
La storia dell’izba russa affonda le proprie radici in un tempo lontano. E ancora oggi, nonostante siano passati molti anni, le izba continuano a essere costruite nelle aree rurali e suburbane del paese.
L’izba viene realizzata assemblando una serie di tronchi quadrati, chiamati venets, senza l’utilizzo di chiodi ma solo con l’ausilio di un’ascia. La tradizionale stufa russa è parte intrinseca dell’izba, serve per scaldare la cucina e per dormire al caldo durante l’inverno (anticamente si era soliti dormire sopra la stufa). Inoltre, secondo la leggenda, ospita lo spirito della casa, il domovoy.

La tipica izba del nord è solitamente molto più grande di quella realizzata nella Russia centrale, perché durante i rigidi inverni è ovviamente più conveniente custodire gli attrezzi sotto lo stesso tetto, per evitare di doversi avventurare all’esterno.

2 Igloo

L’igloo è la tipica dimora eschimese, utilizzata dal popolo inuit. La parte russa della popolazione inuit è la più grande al mondo, è composta da 17.000 persone che vivono principalmente nella regione della Chukotka.
Gli igloo misurano fino a quattro metri di diametro e due metri di altezza e sono realizzati con grandi blocchi di ghiaccio. La neve è utilizzata come isolante e il pavimento è di solito coperto da pelli di animali. Si tratta di abitazioni abbastanza comode. Nell’Estremo oriente russo esiste anche un hotel-igloo.

3 Chum

Il chum è un’abitazione utilizzata dai popoli nomadi degli Urali, come i Nenets, i Khanty, i Mansi e i Komi, che migrano insieme alle proprie renne.
Il chum è una specie di tipì russa grande circa 4-5 metri di diametro, fatta di pelli di renne avvolte attorno a un palo di legno, con le estremità superiori legate insieme.
Il camino si trova nella parte centrale della struttura, e il fumo fuoriesce mediante un taglio realizzato nella parte superiore. Anche in questo caso il pavimento è coperto di pelli. Secondo le credenze dei popoli degli Urali, tutti i componenti della famiglia devono partecipare alla costruzione del chum.
4 Yaranga

Si tratta di tradizionali abitazioni mobili realizzate dai popoli della Siberia come chukchi, yupik, koryaks e yukaghirs. Sono più grandi dei chum e raggiungono i cinque metri di altezza e gli otto metri di diametro.
Le Yaranga sono fatte con pali in legno disposti in cerchio. Al loro interno possono essere sistemate fino a 50 renne.

5 Yurta

Anche la urta è un’abitazione mobile, simile a chum e yaranga, ma molto più grande ed elaborata. Sono utilizzate principalmente dalle popolazioni indigene della Siberia e nella regione del Bajkal.

Le pareti sono costituite da una struttura pieghevole rivestita di stoffa e anche qui, come nel chum, viene realizzata un’apertura per far uscire il fumo dalla parte superiore dell’abitazione. Quando fa caldo, le pareti di stoffa vengono sollevate per consentire la circolazione dell’aria. Lo spazio interno è diviso in due, una parte per il marito e l’altra per la moglie.
6 Ail

Un’abitazione ail è una casa in legno che si può trovare solo nella regione dell’Altaj. È leggermente diversa dalla tipica izba russa: realizzata di tronchi, può avere anche sei o otto pareti ed è coperta di pelli o di corteggia di albero.
Esattamente come la urta, anch’essa all’interno è divisa in due zone. La principale differenza che la contraddistingue dall’izba è il camino, proprio in mezzo alla capanna, e il fumo esce da un foro nel tetto. Tradizionalmente il pavimento è formato solo da terriccio.

7 Saklya

Questa tipologia di capanne è utilizzata dagli indigeni del Caucaso settentrionale. Si differenzia dal resto in quanto sono costruite su un terreno sassoso e sono prive di fondamenta. Le pareti sono fatte di argilla e le versioni più “lussuose” sono caratterizzate da pavimenti coperti con assi di legno. Anche in questo caso il camino si trova nella parte centrale. Il tetto è piatto e l’abitazione risulta quasi “incassata” per proteggerla dai forti venti della montagna.