È stata definita la strage dei bambini. A Kemerovo, una città della Siberia a 3.600 km da Mosca, il 25 marzo un grosso incendio ha distrutto “Zimnyaa Visnnya” (ciliegia d’inverno), un centro commerciale di quattro piani. Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme sarebbero divampate nell’area giochi adibita ai bambini, vicino al cinema, al quarto piano dell’edificio.
Come hanno riferito alcuni testimoni, l’allarme antincendio non avrebbe funzionato. E i visitatori si sarebbero così ritrovati intrappolati all’interno del complesso avvolto dal fuoco.
Alle 14 del 26 marzo una parte del centro commerciale risultava ancora in fiamme. Oltre 230 i vigili del fuoco che hanno lavorato ininterrottamente per spegnere il rogo.
Il Ministero russo delle Situazioni di emergenza parla di 64 morti, fra cui 41 erano bambini; 68 persone sono ricoverate in ospedale. Sono morti anche 200 animali che vivevano in uno zoo al terzo piano del centro commerciale.
Il Presidente Putin ha annunciato una giornata di lutto nazionale per il 28 marzo.
Le cause della catastrofe
Si sta lavorando per far luce sulle cause della tragedia. Fra le ipotesi prese in considerazione c’è quella di un possibile cavo difettoso. Altre piste portano a ipotizzare che il fuoco possa essere divampato per errore nell’area giochi.
Secondo i testimoni, i soccorsi non sarebbero stati immediati: “L’allarme antincendio non ha funzionato. Perfino le porte delle uscite di emergenza al piano terra erano chiuse. Ancora non capisco come siamo riusciti a scappare da quella trappola”, ha raccontato a KP Dmitrij Khoroshavtsev, un sopravvissuto.
Anton Gorelkin, deputato russo della regione di Kemerovo, ha invece scritto su Facebook: “I sistemi di allarme antincendio e il sistema di sicurezza all’interno dell’edificio hanno fallito completamente. Quando è scoppiato l’incendio, nelle vicinanze non c’era nemmeno un estintore funzionante. Un semplice estintore funzionante avrebbe potuto impedire la tragedia”.
Secondo Gorelkin, nel centro commerciale vi sono stati evidenti problemi con i sistemi di sicurezza. E il fatto che i funzionari avessero firmato tutti i documenti porterebbe a pensare a un possibile caso di corruzione.
“Ci sono altri centri commerciali a Kemerovo costruiti esattamente nello stesso modo: materiali plastici economici, labirinti di corridoi e documenti a quanto pare discutibili. Bisognerebbe eseguire rigidi controlli e, in caso di violazioni, farli chiudere immediatamente. Non c’è denaro che valga la vita dei bambini”.
Il vice governatore della regione, Vladimir Chernov, ha fatto sapere che le autorità hanno numerose domande irrisolte alle quali sarà necessario fornire una risposta.
Il 26 marzo i funzionari del comitato investigativo russo hanno detto che l’allarme sarebbe stato disattivato da una delle guardie del centro commerciale dopo lo scoppio dell’incendio. “Ora si sta valutando l’ipotesi della sua detenzione”, dicono i funzionari.
“Una terribile lezione”
L’amministrazione della regione di Kemerovo ha indetto tre giorni di lutto. Parole di cordoglio sono arrivate da tutta la Russia e dall’estero. “Una domenica in una grande città. Un centro commerciale dove giocano i bambini. È tutto così riconoscibile, così vicino a ognuno di noi... Sto piangendo e abbracciando i miei figli”, ha scritto su Facebook la critica letteraria Galina Yuzefovich.
Tantissimi i messaggi di cordoglio. La portavoce ufficiale del Ministero russo degli Esteri Maria Zakharova ha scritto: “Le mie condoglianze. Le chiamate dei bambini intrappolati nel fuoco e che dicono addio ai loro cari sono assolutamente strazianti. I responsabili di quanto accaduto, della sicurezza e della sicurezza dei bambini devono essere identificati. Si tratta di una dura lezione per tutti noi”.
Dopo le parole di cordoglio, le reazioni giunte subito dopo la tragedia lanciano un grido di indignazione e chiedono giustizia. “Coloro che hanno a che vedere con le uscite di emergenza chiuse devono essere puniti. Questa è per noi una terribile lezione”, ha scritto su Twitter il giornalista Vasily Konov.
Da più parti giungono critiche nei confronti delle autorità locali. Il governatore Aman Tuleyev non si sarebbe recato sul luogo della tragedia, ufficialmente per consentire ai soccorsi e ai vigili del fuoco di portare avanti le operazioni di aiuto. Tuleyev ha inoltre detto di aver perso nel rogo una persona vicina alla sua famiglia: una bambina di 11 anni, il cui nome compare nella lunga lista delle vittime di questa domenica di sangue.