I linguisti distinguono solo tre gruppi di dialetti russi: settentrionale, meridionale e centrale, tutti comprensibili fra loro. Tuttavia, esistono frasi e parole che nemmeno una persona di una regione limitrofa potrebbe capire.
Ecco i regionalismi moderni più usati secondo una recente ricerca dell’Istituto di lingua russa Vinogradov e Yandex, che hanno studiato una serie di articoli online e i commenti di oltre 6 milioni di utenti (in totale, più di 11 miliardi di parole).
Nella maggior parte delle città siberiane, da Krasnoyarsk a Tomsk, un protettore di fogli perforati è chiamato “multifora”, che significa “molti fori” in latino. In altre regioni russe, una cartellina portadocumenti si chiama semplicemente “cartella”.
“Mia nonna mi ha portato della zakatka”, si sente spesso dire ad Astrakhan o in Crimea. Questo è il modo in cui la gente di alcune regioni della Russia meridionale chiama le conserve fatte in casa. La parola ha origine dal verbo “zakatyvat” (fare conserve).
I moscoviti chiamano i nuovi quartieri residenziali della città “cheloveyniks”: una parola coniata dal termine “chelovek” (persona) e “muraveynik” (formicaio). In questi quartieri vengono costruiti enormi complessi di appartamenti dove vivono migliaia di persone. Insomma, un formicaio.
Se vi recate a Vladivostok o a Khabarovsk potreste sentir dire una frase del tipo: “Io guido solo pruls”. Questa strana parola significa “auto con la guida a destra”, deriva dalla fusione delle parole “pravy” (destra) e “rul” (volante) ed è usata solo nelle regioni dell'Estremo oriente russo: la vicinanza con il Giappone, infatti, fa sì che lì tali auto siano piuttosto popolari.
Il dolcevita è conosciuto a San Pietroburgo e dintorni come “badlon”. I linguisti sostengono che abbia origine dal tipo di fibra chiamata “ban-lon”, molto usata per i vestiti negli anni '70. In altre regioni russe, invece, il dolcevita è chiamato in un modo non meno strano: vodolazka (dalla parola “vodolaz”, ovvero “sub”): questo tipo di maglione a collo alto infatti faceva parte delle uniformi dei sommozzatori.
Come si dice “il prima possibile” in russo? A Krasnodar e Rostov sul Don, la gente del posto dice così: “Dobbiamo fare questo compito srochno-obmorochno!”, un mix fra le parole “urgente” e “svenire/perdere i sensi”. Strano, ma chiaro!
Negli Urali, un ramoscello è chiamato “vichka”. Secondo i linguisti potrebbe essere un termine antico che tra l’altro ricorda la parola “vetka”(per l’appunto “ramoscello” in altre regioni russe).
Questa è una delle parole più popolari a Mosca (e nelle regioni limitrofe) per indicare i ristoranti. Yedalnya ha origine dal verbo “yest” (mangiare) e significa che una persona sta andando in un ristorante solo per mangiare, non per scoprire una nuova cucina di alto livello o per scattare un selfie in un salone raffinato: solo cibo!
Sui giornali di Kaliningrad si possono trovare molti articoli sull'importanza delle “keska”. Questa parola tipica di Kaliningrad si riferisce a grandi contenitori per la spazzatura che di solito si trovano nelle zone residenziali, nei cortili degli uffici o nei cantieri. Negli anni '90 la compagnia tedesca Keske aveva fornito alla città di Kaliningrad questi contenitori completi di logo, e negli anni i locali hanno assorbito questo termine. A Vologda e a Kemerovo, tuttavia, un contenitore per i rifiuti viene chiamato “mulda”: abbreviazione di “musorny” (spazzatura).
Lavorare duro a Irkutsk, Sakhalin e Khabarovsk si dice “kopytit”. L'etimologia di questa parola è molto interessante, e probabilmente deriva dal proverbio lavorare duro e far cadere gli zoccoli (cioè morire). La parola “kopytit” significa letteralmente lavorare fino a far cadere gli “zoccoli” ed esprime la profonda tristezza di chi la dice.
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