Lingua russa: dieci regionalismi che probabilmente non avete mai sentito

Aleksandr Kislov (Foto: max-kegfire/Getty Images)
Queste parole si usano solo in alcune zone del paese e spesso non vengono comprese nemmeno dai russi che vivono in un’altra regione

I linguisti distinguono solo tre gruppi di dialetti russi: settentrionale, meridionale e centrale, tutti comprensibili fra loro. Tuttavia, esistono frasi e parole che nemmeno una persona di una regione limitrofa potrebbe capire.

Ecco i regionalismi moderni più usati secondo una recente ricerca dell’Istituto di lingua russa Vinogradov e Yandex, che hanno studiato una serie di articoli online e i commenti di oltre 6 milioni di utenti (in totale, più di 11 miliardi di parole). 

1 / Multifora 

Nella maggior parte delle città siberiane, da Krasnoyarsk a Tomsk, un protettore di fogli perforati è chiamato “multifora”, che significa “molti fori” in latino. In altre regioni russe, una cartellina portadocumenti si chiama semplicemente “cartella”.

2 / Zakatka 

“Mia nonna mi ha portato della zakatka”, si sente spesso dire ad Astrakhan o in Crimea. Questo è il modo in cui la gente di alcune regioni della Russia meridionale chiama le conserve fatte in casa. La parola ha origine dal verbo “zakatyvat” (fare conserve). 

3 / Cheloveyniks

I moscoviti chiamano i nuovi quartieri residenziali della città “cheloveyniks”: una parola coniata dal termine “chelovek” (persona) e “muraveynik” (formicaio). In questi quartieri vengono costruiti enormi complessi di appartamenti dove vivono migliaia di persone. Insomma, un formicaio.  

4 / Pruls

Se vi recate a Vladivostok o a Khabarovsk potreste sentir dire una frase del tipo: “Io guido solo pruls”. Questa strana parola significa “auto con la guida a destra”, deriva dalla fusione delle parole “pravy” (destra) e “rul” (volante) ed è usata solo nelle regioni dell'Estremo oriente russo: la vicinanza con il Giappone, infatti, fa sì che lì tali auto siano piuttosto popolari. 

5 / Badlon

Il dolcevita è conosciuto a San Pietroburgo e dintorni come “badlon”. I linguisti sostengono che abbia origine dal tipo di fibra chiamata “ban-lon”, molto usata per i vestiti negli anni '70. In altre regioni russe, invece, il dolcevita è chiamato in un modo non meno strano: vodolazka (dalla parola “vodolaz”, ovvero “sub”): questo tipo di maglione a collo alto infatti faceva parte delle uniformi dei sommozzatori. 

6 / Srochno-obmorochno

Come si dice “il prima possibile” in russo? A Krasnodar e Rostov sul Don, la gente del posto dice così: “Dobbiamo fare questo compito srochno-obmorochno!”, un mix fra le parole “urgente” e “svenire/perdere i sensi”. Strano, ma chiaro! 

7 / Vichka

Negli Urali, un ramoscello è chiamato “vichka”. Secondo i linguisti potrebbe essere un termine antico che tra l’altro ricorda la parola “vetka”(per l’appunto “ramoscello” in altre regioni russe).  

8 / Yedalnya

Questa è una delle parole più popolari a Mosca (e nelle regioni limitrofe) per indicare i ristoranti. Yedalnya ha origine dal verbo “yest” (mangiare) e significa che una persona sta andando in un ristorante solo per mangiare, non per scoprire una nuova cucina di alto livello o per scattare un selfie in un salone raffinato: solo cibo!

9 / Keska

Sui giornali di Kaliningrad si possono trovare molti articoli sull'importanza delle “keska”. Questa parola tipica di Kaliningrad si riferisce a grandi contenitori per la spazzatura che di solito si trovano nelle zone residenziali, nei cortili degli uffici o nei cantieri. Negli anni '90 la compagnia tedesca Keske aveva fornito alla città di Kaliningrad questi contenitori completi di logo, e negli anni i locali hanno assorbito questo termine. A Vologda e a Kemerovo, tuttavia, un contenitore per i rifiuti viene chiamato “mulda”: abbreviazione di “musorny” (spazzatura). 

10 / Kopytit

Lavorare duro a Irkutsk, Sakhalin e Khabarovsk si dice “kopytit”. L'etimologia di questa parola è molto interessante, e probabilmente deriva dal proverbio lavorare duro e far cadere gli zoccoli (cioè morire). La parola “kopytit” significa letteralmente lavorare fino a far cadere gli “zoccoli” ed esprime la profonda tristezza di chi la dice. 

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