I cinque punti fermi dell’educazione dei bambini russi

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Se i figli in Russia sono meno bamboccioni e meno capricciosi dei “colleghi” di altri Paesi è perché sono allevati in modo diverso, e si punta più a farli sentire parte dell’insieme sociale che non a sviluppare un individualismo sfrenato

I genitori russi cercano di dare ai loro ragazzi un’educazione il più possibile varia, iscrivendoli a più corsi contemporaneamente, e sono pronti ad appoggiarli a livello economico anche dopo che sono diventati maggiorenni, ma solo se fanno “cose serie”. E queste non sono le sole particolarità dell’educazione alla russa.

1/ Interessi poliedrici

Balletto, biathlon o disegno? In Russia i genitori spesso non limitano gli interessi dei bambini. Molte bambine vengono mandate a corsi di danza (in particolare di balletto) a varie età, mentre i maschi a diversi corsi sportivi. Allo stesso tempo, i piccoli possono seguire lezioni di musica o studiare lingue straniere.

Si presta poi grande attenzione allo studio della cultura russa e mondiale: anche se il bambino studia in una scuola a orientamento matematico o chimico, avrà comunque molte ore di letteratura e, nel tempo libero, sarà portato con i compagni di classe in gita a teatro a vedere vari spettacoli. A Mosca, per esempio, agli scolari vengono distribuiti biglietti gratis sia per gli spettacoli teatrali che per i musei.

2/ Insegnanti donne

Nella gran parte delle famiglie, i bambini fin dall’infanzia saranno circondati quasi solo da volti femminili: la mamma, la nonna, a volte le babysitter (un lavoro che in Russia non è svolto da giovani studentesse, ma da donne già mature). Storicamente si è strutturata una divisione di genere, per la quale i maschi si occupano principalmente delle questioni finanziarie, di lavorare per mantenere la famiglia, e ritengono l’educazione dei figli “una cosa da donne”. E questo accade anche quando la donna guadagna di più. Anche se in Russia, per legge, i padri possono prendere un congedo di paternità (fino a un anno e mezzo), sono pochissimi quelli che utilizzano questa possibilità. Non tanto tempo fa sui social network si è molto discusso del caso del popolare conduttore televisivo Andrej Malakhov, al quale non avevano permesso di prendersi il congedo e che per tutta risposta ha lasciato con grande scandalo il canale nel quale lavorava da anni, passando alla concorrenza.
Anche le donne hanno diritto a un congedo e a ricevere una indennità economica per il bambino, che include il cosiddetto “sussidio di maternità” (alla nascita del secondo figlio lo Stato russo dà alle donne circa 6.100 euro). In caso di divorzio, molto spesso i bambini restano con le madri.
Negli asili e nelle scuole, poi, la stragrande maggioranza degli insegnanti sono donne, tanto che i maestri maschi ancora oggi sono ritenuti una stranezza, tanto da rappresentare una questione di discriminazione di genere alla rovescia. 

3/ Responsabilità fin da piccoli

I bambini russi vengono responsabilizzati fin dai primi anni della scuola: aiutano a fare le pulizie e possono cucinarsi qualcosa da soli o prendersi cura dei bimbi più piccoli. Alena Avgust, mamma di tre figli ormai maggiorenni, ricorda che dai sette anni i suoi bambini potevano andare da soli in giro in cortile o fino al negozio più vicino a comprare il pane. “Se tenete i bambini al guinzaglio, non si faranno nessuna esperienza del mondo, che vedranno solo attraverso il vostro filtro, e rimarranno dei bamboccioni”.

Per la legge russa, gli adolescenti possono lavorare dai 14 anni (ma solo nel tempo libero dalla scuola) e a quell’età diventano anche imputabili davanti alla legge. Sotto i 16 anni, i ragazzi non possono però girare per strada dopo le 10 di sera e prima della 6 di mattina, o i loro genitori rischiano una multa di circa 70 euro.

4/ Il bambino come parte della società

A differenza di altri Paesi, dove è sviluppata l’idea dell’individualismo, i bambini russi sono da subito educati come parte di un grande insieme collettivo. Se in altri Stati ai bambini è permesso di far rumore e fare i capricci in luoghi pubblici, in Russia possono essere ricondotti al silenzio con una semplice frase: “Cosa penserà la gente?!”. In Russia, poi, gli estranei possono frequentemente rimproverare un bambino se si comporta male, e questo non solo è accettato dai genitori, ma spesso aiuta.

Ai bambini in fin dei conti non è richiesto molto: arrivare a casa puntuali, ascoltare gli adulti e comportarsi bene. Aleksandra Stemkovskaja, mamma di un bimbo che va ancora all’asilo, dice che prima che diventare adulto, il bambino deve avere il tempo di essere bambino: “Non stare in casa con gli abiti usati fuori, mantenere le promesse e, cosa più importante, sapersi controllare e saper tenere a freno i nervi”.

In generale, in Russia si ritiene che un rimprovero in pubblico sia peggio di una punizione corporale. Queste ultime sono utilizzate solo dal 12% dei genitori, mentre la maggioranza dei papà e delle mamme preferisce altri tipi di punizione: come ridurre la paghetta (13%) o l’uso del computer (45%). E più di tutto i genitori russi amano fare ramanzine e sermoni (l’80 per cento dei russi se li è sentiti fare da piccolo e li ripete pari pari agli eredi).

5/ Fuori dal nido domestico

In Russia i genitori possono aiutare i figli fino a 40 anni, dice Alena. “Io penso che verso i vent’anni bisognerebbe diventare indipendenti e guadagnare abbastanza per andare a vivere da soli, pagandosi l’affitto. Ma a qualcuno riesce a qualcun altro no, e per i genitori è difficile mettere alla porta un ragazzo a quell’età”.

Aleksandra dice che le piacerebbe che suo figlio iniziasse a guadagnare qualcosa dai 16 anni, ma di essere pronta ad aiutarlo pagandogli le spese universitarie e persino l’affitto. “Se ha qualche progetto serio e grandioso (tipo andare a studiare all’estero) lo aiuterò in tutto e per tutto, per quanto potrò”. Ma ritiene che i ragazzi ormai grandi dovrebbero andare a vivere per conto loro quanto prima.

Così la pensa anche Tatjana Rusakova, mamma di un bambino che va all’asilo e di una ragazzina adolescente. “Se i bambini faranno qualcosa di serio, li aiuterò, me se credono che sia fondamentale per loro farsi una famiglia e avere dei bambini quanto prima, allora questo penso che dovrebbero farlo senza di me”. E confessa di aver già comprato delle case ai figli, per il futuro.

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