“Con continuità e passione insegniamo il russo agli studenti di Roma”

Aleksandr Demianchuk/TASS
Oleg Osipov, direttore del Centro russo, racconta cinque anni di lavoro: “Assecondiamo le richieste dei nostri allievi, senza dimenticare il peso che la cultura e la letteratura hanno per chi si avvicina allo studio di questo idioma”

Si apre un nuovo anno per i corsi di lingua russa al Centro russo di scienza e cultura di Roma, punto di riferimento per coloro che desiderano studiare la lingua di Tolstoj, anche da zero. Il direttore Oleg Osipov racconta a Russia Beyond le attività dell’istituto. 

Al Centro russo stanno per iniziare i nuovi corsi di lingua. Qual è il bilancio di questo primo quinquennio di lavoro?

Si tratta di un bilancio altamente positivo. Sono gli stessi allievi a “promuoverci” a pieni voti grazie alla nostra continuità e stabilità. Continuità in quanto siamo riusciti a portare i primi gruppi di principianti dal livello A1 al livello B2. Molti di loro adesso sono pronti a sostenere l’esame per ottenere il certificato linguistico e chiedono di potere continuare a studiare in Russia. E stabilità perché il corpo docenti è sempre lo stesso: un fattore importante che consente di superare più facilmente le difficoltà. 

Sarebbe questo allora il segreto del vostro successo?

Direi di sì, ma non solo. Le lezioni, ad esempio, si svolgono il sabato e durante le ore serali. Ciò consente agli allievi di trovare il tempo per studiare una lingua che richiede applicazione. 

Chi sono i vostri studenti? Orientate su di loro la tipologia dei vostri corsi?

Moduliamo i nostri corsi assecondando le reali richieste che intercettiamo. Ad esempio offriamo dei corsi specialistici per chi si occupa di turismo e ristorazione. Inoltre è molto richiesto il “russo giuridico”. Ciò significa che prendiamo in considerazione gli interessi specifici di tutti e che siamo flessibili a orientare su di essi i programmi di studio e i libri di testo. 

Chi studia russo è spinto soprattutto da ragioni “commerciali”?

Non del tutto. Non bisogna infatti sottovalutare l’amore per la Russia, per la letteratura e per il teatro di questo Paese. È per questo che noi cerchiamo di curare anche questi aspetti. 

In che modo?

Mettiamo a disposizione una bellissima biblioteca dove gli alunni possono leggere e sfogliare libri tra una lezione e l’altra. Inoltre organizziamo eventi culturali come mostre e concerti, che aiutano a stabilire profondi contatti con il mondo della cultura russa. 

La vostra metodologia di insegnamento è cambiata nel tempo?

Sì. La metodologia, così come qualsiasi altra sfera, subisce dei cambiamenti nel tentativo di ottenere il miglior risultato possibile. Nel nostro caso si tratta di ottenere il miglior livello di comunicazione nel minor tempo possibile. 

Quali sono secondo lei le ragioni dell’assenza di una vera e propria scuola russa all'estero?

Bisogna tenere in considerazione che fino ad oggi la comunità russa nel mondo non era così numerosa come quella francese o inglese. Di conseguenza il diploma russo non è ancora ampliamente riconosciuto nel mondo. Penso comunque che sia solo una questione di tempo: esiste infatti il programma “La scuola russa all'estero” approvato dal Presidente Vladimir Putin nel novembre 2015 e che dovrebbe essere realizzato. 

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