I versi di Pushkin tradotti in 210 lingue

Dalla lingua guarani al quechua, dal maori all’hindi: un libro, intitolato “Ricordo un istante miracoloso”, ha raccolto i versi del maestro russo che sono stati tradotti negli idiomi più insoliti del mondo, per diffondere la poesia russa fin negli angoli più remoti del pianeta

Pushkin, tradotto in 210 lingue. Un letterato di Arkhangelsk, direttore del museo letterario di Arkhangelsk, Boris Egorov, ha curato e pubblicato il libro “Ricordo un istante miracoloso”: una raccolta dei versi di Pushkin, tradotti in 210 lingue.

La minuziosa corrispondenza con quanti potessero aiutare nella traduzione delle poesie è durata quattro anni: si è ricorso sia ai canali diplomatici, sia ai contatti personali. “Ho lavorato per notti intere, di nascosto da mia moglie, perché il libro doveva essere una sorpresa - ricorda Egorov -. E così è stato. Non posso ancora credere che il lavoro sia concluso e il libro pubblicato”. Di 210 traduzioni, 140 sono state realizzate appositamente per il museo letterario.

 
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“All'inizio il museo letterario raccoglieva i libri con le opere di Pushkin in diverse lingue - racconta Boris Egorov -, le consegne arrivavano sia dalla Russia che dal resto del mondo”.

Boris Egorov racconta di essersi rivolto con la richiesta di traduzione al rappresentante di uno dei piccoli popoli indigeni del Nord, ottenendo in risposta che nella loro lingua, non esiste il concetto di “istante miracoloso” e che pertanto la traduzione non poteva esserci. “Io ho cercato di convincerlo che probabilmente, nella lingua di quel popolo, esiste un'immagine simile. Ad esempio: Ricordo, come aurora boreale, innanzi agli occhi mi sei apparsa tu.... Dopo tre settimane arrivò la traduzione”.

Di simili storie Egorov ne può raccontare molte. Ad esempio, per la traduzione in lingua bribri (uno dei popoli aborigeni americani che abitano alcune aree rurali e forestali della Costa Rica, ndr), i rappresentanti dell'ambasciata dovettero persino andare nella riserva dove vivevano i parlanti madrelingua. E così, per la prima volta nel sud della Costa Rica si sono uditi i versi di Pushkin, per di più in originale, in russo. Fra le traduzioni esotiche nel libro, vi sono quelle in lingua guarani, quechua, maya, maori, pashtu, sango, fang, hindi, chiluba e tante altre ancora.

“Rileggo le risposte alle mie richieste di traduzione e mi viene un nodo in gola - confessa Boris Egorov -. Ecco, in una lettera dall'Albania come titolo della mail c'era scritto: “Grazie per la russità!”. Io ho notato che la nostra gente, in particolare quella lontana dalla patria, sente molto la mancanza della lingua russa ed è proprio la lingua che aiuta a riunificarsi, a consolidare le forze”. La tiratura del libro è di 4.000 copie. Sono già arrivati i primi ordini: fra i primissimi, risulta l'Indonesia.

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