Stima, vicinanza culturale e incentivi fiscali: come e perché gli italiani fanno affari in Russia

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Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, gli imprenditori della Penisola continuano a essere molto attivi sia a Mosca che nelle regioni. Il presidente della Camera di commercio italo-russa Vincenzo Trani ci spiega perché

Oggi in Russia operano circa 600 aziende italiane, molte delle quali hanno qui non solo un ufficio di rappresentanza o una sede regionale. Ci sono diverse aziende che sono state create in Russia fin dall’inizio. La strategia del “Made with Italy” lanciata nel contesto delle sanzioni è stata integrata dalla strategia “Made with Russia”. Gli imprenditori italiani trovano sempre più interessante aprire una propria attività in Russia, e anche la pandemia, che ha colpito l’economia, non li ferma. Vincenzo Trani, presidente della Camera di commercio italo-russa, ci racconta perché gli imprenditori italiani stanno facendo impresa in Russia, quali difficoltà affrontano,  e cosa bisogna prendere in considerazione quando si decide di aprire un proprio business in Russia. 

Cosa attrae gli imprenditori italiani in Russia

Innanzitutto, gli imprenditori italiani tendono a voler uscire dai confini e dalle dimensioni dell’impresa cittadina, perché anche Roma, Milano o Catania, pur considerate grandi in Italia, sono in realtà realtà piccole a livello imprenditoriale. E per qualcuno diventa angusta anche l’Italia stessa. È vero, per realizzarsi, gli italiani vanno piùspesso in altre parti d’Europa o negli Stati Uniti. Questi sono mercati sviluppati, con una buona platea di clienti e ampie possibilità in quasi tutte le nicchie. Tuttavia, a volte la mentalità diventa un elemento critico: c’è un divario tra americani ed europei. Anche la differenza tra russi ed europei è significativa, ma è minore. Soprattutto tra gli italiani del Sud e i russi. 

È stata la mentalità più simile, ad esempio, la ragione per cui Marco Marchese ha scelto di venire in Russia. Non conosceva una parola di russo, ma era interessato alla storia del Paese e nella sua natale Sicilia aveva tenuto forum di affari a cui avevano partecipato uomini d’affari russi. Marco ha imparato il russo da autodidatta, usando un vecchio libro di testo sovietico, e dal 2014 ha sviluppato un’azienda a Mosca che distribuisce attrezzature mediche e materiali di consumo, nonché gli oggi tanto noti dpi (dispositivi di protezione individuale). Dal 2019 Marco ha trasferito tutti i beni italiani in Russia e intende ottenere la cittadinanza.

È più facile sviluppare il proprio business in Russia che in Europa. Nonostante il livello di burocrazia sia approssimativamente lo stesso ovunque, in Russia molte pratiche relative all’imprenditorialità possono oggi essere svolte a distanza. Ad esempio, puoi comunicare con l’ufficio delle imposte online. In Europa, e in Italia in particolare, bisogna recarsi in un ufficio governativo ed essere personalmente presenti per risolvere molte di queste questioni. 

Un altro punto che attrae gli uomini d’affari italiani sono i prezzi. Il costo della vita anche nella capitale Mosca è piùbasso che in Italia e ancor più che negli Stati Uniti. Anche i costi del fare impresa sono più bassi: per esempio è piùeconomico aprire una società in Russia. In Italia, ciòrichiede circa 4000 euro, mentre in Russia 4000 rubli (circa 48 euro). Anche le assunzioni e gli stipendi dei dipendenti a tempo pieno sono meno care. È vero però che in materia di tassi di credito la Russia perde la sfida contro l’Italia.

Alcuni imprenditori italiani hanno deciso di sviluppare il loro business lontano dalle due metropoli di Mosca e San Pietroburgo, sebbene siano spesso attratti dal Circondario Federale Centrale. 

Maurizio Bonetti lavora da sei anni nel ristorante “Sorriso”di Ekaterinburg. L’idea gli è venuta all’improvviso, quando si trovava in Russia per un altro motivo, e non aveva ancora esperienza nella conduzione di un’attività di ristorazione. Ma tutto ciò che riguarda la cucina è nel sangue degli italiani. E anche se secondo lui si è rivelato inaspettatamente difficile e non ha capito in cosa si stava cacciando quando ha aperto Sorriso, ora è molto felice del suo ristorante.

Nonostante a Mosca ci siano più opportunità di sviluppo,è meglio per un imprenditore che avvia un’impresa da solo iniziare in piccolo e in provincia. Questo dà più esperienza ed è generalmente più facile. Nella regioni il livello di concorrenza è più basso: a Mosca, secondo Maurizio, sarebbe stata più difficile per lui. Ci sono già tanti progetti simili nella capitale, anche lanciati da italiani veri, e non da russi che hanno studiato in Italia. Nelle regioni, ci sono invece solo pochi ristoranti di questo tipo. E ora i piani di Maurizio non si limitano a Ekaterinburg: vuole attraversare tutta la Russia e andare a fare business a Vladivostok.

Questi esempi sono tutt’altro che gli unici. Giorgio Verduci, amministratore delegato di AV-EL e Autocomponent Engineering-2, vive in Russia da oltre quarant’anni e ha iniziato non a Mosca, ma a Syzran. A suo avviso, in Italia non avrebbe ottenuto i risultati che ha avuto in Russia. Oggi la sua azienda conta più di 400 persone, ma tutto è iniziato con tre. Gianluca Corsi, amministratore delegato e direttore generale di CM Group e GC Holding Company, dal 2011 sognava un’azienda italo-russa e sei anni dopo ha realizzato quel sogno. Oltre a loro, ci sono rappresentanti di piccole imprese di cui i grandi media si occupano di rado.

Particolarità tecniche del business russo

La principale difficoltà e differenza tra il business italiano e quello russo è il formato. In Italia si sviluppano soprattutto piccole imprese e imprese a conduzione familiare, in Russia la quota di piccole e medie supera di poco il 20%. La gran parte del tessuto produttivo è fatto ancora di grandi aziende. Pertanto, a volte non è chiaro per gli imprenditori italiani come entrare in questo mercato. Comunità professionali come la Camera di Commercio Italo-Russa aiuteranno a rispondere a queste domande.

Il secondo punto difficile è scegliere il luogo dove avviare un’impresa. Per molti italiani la Russia è Mosca e niente di più. Ma oggi anche le regioni meritano attenzione, e molte aziende straniere vi si spostano volentieri. Coloro che stanno appena avviando un’impresa in Russia dovrebbero prendere in considerazione una di queste due opzioni: una ОЭЗ (ZES, le Zone economiche speciali), che hanno buone condizioni di investimento e facilitazioni, o le regioni con vantaggi logistici e presenza di grandi assi viari.

La regione più promettente rimane la Regione di Mosca, e al secondo posto c’è quella di Lipetsk: là, anni fa, aprì i suoi stabilimenti una delle primissime aziende italiane a fare grandi investimenti in Russia: la Indesit. Grazie a questo investimento, le autorità locali hanno adottato una politica per lo sviluppo delle PMI e delle ZES. Le grandi aziende qui hanno creato cooperative e aiutato quelle medie e piccole. Di conseguenza, è cresciuta una buona cultura imprenditoriale.

Le agevolazioni fiscali facilitano l’attività degli stranieri in generale e degli italiani in particolare. Ad esempio, per lo Stato oggi la priorità è sviluppare progetti regionali, per i quali sono state ridotte le aliquote dell’imposta sul reddito e dell’imposta patrimoniale. Ma per ricevere questi benefici, l’attività deve essere sviluppata esclusivamente all’interno della regione: più del 90% dei profitti deve avvenire qui.

Non ci sono problemi con l’assunzione di specialisti in Russia. Almeno per quanto riguarda quelli con una formazione ingegneristica, disciplina che qui è stata molto forte fin dai tempi dell’Urss. Specialisti ben preparati continuano a uscire dalle università. I professionisti migliori si concentrano principalmente a Mosca e a San Pietroburgo. Questo è particolarmente vero per i professionisti dell’IT. Pertanto, se avete un’attivitàtecnologica, è meglio iniziare da Mosca: sarà più facile trovare il personale. Tuttavia, anche nelle regioni, sebbene ci sia meno scelta, è possibile selezionare un ottimo staff: ad esempio, tornando a Giorgio Verduci, quasi tutti i suoi dipendenti sono residenti di Syzran e della vicina Oktjabrsk. Cerca di reclutare giovani, farli crescere e far crescere l’azienda insieme a loro.

Quando si ha a che fare con i russi, è importante essere aperti e diretti ed esprimere sempre ciò che si pensa. Questo è particolarmente importante nelle comunicazioni aziendali. Perché se un italiano riflette sulla risposta a una domanda per una settimana, un mese o anche di più, il russo dirà “sì” o “no” oggi o al massimo domani. E per lui, le riflessioni dell’italiano sono un motivo per pensare che si tratti di un no. Anche se in realtà l’italiano è per il sì, ma sta solo riflettendo su qualche piccolo dettaglio. Pertanto, è importante esprimere immediatamente tutti i pensieri e in modo molto diretto. 

Potenziali problemi nel fare business in Russia

Non tutti gli italiani riescono ad avere successo nel business in Russia; alcuni devono dire addio a questa idea e tornare via. La burocrazia è il problema principale, soprattutto quando si tratta di realizzare progetti industriali per la creazione di fabbriche. A volte in Russia questi problemi sono più difficili da risolvere rispetto ad altri Paesi del mondo: è necessario ottenere molti permessi, certificati e altri documenti per iniziare semplicemente a lavorare alla creazione di fabbriche. Ma d’altro lato, molti problemi possono essere risolti a un unico sportello degli uffici chiamati МФЦ (MFC), senza essere rimbalzati da un ente all’altro. Sebbene questo sia particolarmente vero per Mosca e un po’ meno nelle regioni.

La prima pietra d’inciampo sulla strada per avviare un’azienda è spesso costituita dalle difficoltà nel processo di registrazione della società russa: più precisamente, dalla raccolta dei documenti necessari. Le leggi che devono essere rispettate cambiano ogni giorno. E ciò che era fondamentale ieri non ha più un alcuna importanza domani, quando appariranno diversi nuovi requisiti e scartoffie. C’è solo una soluzione: trovare un buon specialista che conosce a menadito questi punti, monitora costantemente tutti i cambiamenti nella legislazione e la conosce a fondo.

Le sanzioni sono diventate un grave svantaggio per gli italiani, che in precedenza facevano buoni affari in Russia grazie alla passione dei russi per tutto ciò che è italiano. Il mercato russo è diventato più piccolo a causa delle restrizioni all’esportazione. Ci sono stati problemi con le consegne dai Paesi europei alle aziende italiane in Russia, e non solo per quanto riguarda i prodotti alimentari, ma anche, ad esempio, le merci per l’industria. È improbabile che queste difficoltà vengano risolte nel prossimo futuro, e dovete essere preparati ad affrontarle. Molte aziende hanno adattato un modello di cooperazione con le imprese russe e la produzione locale.

Ma le forniture non sono l’unica cosa che è stata interrotta dalle sanzioni. A volte sorgono anche problemi bancari: con il servizio di clienti esteri e con i bonifici internazionali da persone giuridiche. Sebbene si siano verificati principalmente nel primo anno dopo l’imposizione delle sanzioni e oggi siano una rarità, la probabilità di tali problemi in generale non è esclusa.

La cultura imprenditoriale è cresciuta notevolmente dagli anni Novanta in Russia, ma non ha ancora raggiunto il livello desiderabile. Più precisamente, quello familiare agli uomini d’affari italiani. È difficile poter incidere su questo aspetto in tempi brevi, ma man mano che aumenta il numero di imprenditori nel Paese nel suo insieme, cresceràanche la cultura imprenditoriale. È solo una questione di tempo prima che raggiunga un livello grazie al quale fare affari in Russia sarà molto semplice.

Ma soprattutto, qualsiasi imprenditore italiano che decida di avviare un’attività in Russia dovrebbe trovare un buon partner russo, affidabile e competente. Ciò aiuta sotto diversi aspetti: sia in uno studio più rapido del mercato, sia nella conoscenza di tutte le sfumature del fare affari, sia nell’accelerazione di molti processi relativi ai documenti. Ad esempio, aprire una società registrandola a nome di un partner russo è più facile che farlo da soli come stranieri.


Questo articolo fa parte della rubrica “Fare affari in Russia”, realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio italo-russa e firmata dal presidente della CCIR, Vincenzo Trani. Ogni due settimane analizziamo un aspetto specifico del business bilaterale attraverso interviste, esperienze dirette, analisi e approfondimenti. La rubrica si pone come uno strumento per capire meglio l’orizzonte degli investimenti italo-russi, una bussola per orientare e ispirare quelle imprenditrici e quegli imprenditori ancora pronti a scommettere sul Paese piùgrande del mondo.

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