Tra gennaio e aprile di quest’anno la Russia ha accolto 98.000 immigrati, a fronte dei 57.100 dello stesso periodo del 2018. Lo riporta il giornale Izvestia, citando uno studio dell’Istituto di politica economica Gajdar. Si tratta di cifre che non erano mai state raggiunte nell’arco degli ultimi dieci anni.
I flussi più consistenti arrivano dall’Armenia e dall’Ucraina, mentre risultano in diminuzione gli arrivi da Bielorussia e Moldavia. Resta stabile, invece, il numero di persone che decide di lasciare il paese.
A inizio luglio sono stati registrati 4,4 milioni di lavoratori immigrati, 200.000 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; il 97% di loro proviene dai paesi CSI (Comunità degli Stati Indipendenti). Bisogna però sottolineare che la percentuale di chi possiede un regolare permesso di soggiorno è scesa dal 69% del 2018 al 64% attuale.
La migrazione interna, invece, nei primi quattro mesi dell’anno è scesa del 3,2%. Così come in passato, le località che attirano più migranti sono Mosca, San Pietroburgo e il Kraj di Krasnodar.
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