“Sul Made with Italy si può ragionare. Ma per quanto riguarda le eccellenze del nostro territorio prodotte all’estero non faccio sconti a nessuno. In caso contrario, per me diventa italian sounding”. Ovvero imitazione. Si dice irremovibile il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio in merito alle nuovetendenze nate in Russia a seguito delle sanzioni e delle controsanzioni che hanno incentivato la produzione in loco, a scapito dell’import di prodotti italiani. “Se vogliamo avere imprese di trasformazione in Russia oppure esportare il nostro know how per cercare di migliorare l’agricoltura di questo paese, io sono disponibile a ragionare - ha spiegato il ministro -. Penso alle tecnologie, ai macchinari... Ma il Prosecco lo si produce in Italia, non in Russia”.
Il messaggio a tutela dell’originalità del Made in Italy viene lanciato dalla fiera Prodexpo di Mosca (11-15 febbraio), uno degli appuntamenti di maggior richiamo per i produttori e i buyer del settore agroalimentare: qui, nel padiglione allestito dall’ICE, 47 aziende italiane si sono riunite sotto lo slogan “The extraordinary Italian taste” per promuovere le eccellenze del Belpaese. Pasta, caffè e vini in prima fila, a ribadire le performance positive registrate nel 2018 insieme all’olio d’oliva. Dopo la crisi del 2016, l’export italiano in Russia è infatti tornato a crescere: nei primi undici mesi dell’anno scorso l’Italia si è posizionata al settimo posto tra i paesi fornitori della Federazione russa con un costante incremento del fatturato export: +13,6% rispetto all’anno precedente.
L'ambasciatore italiano a Mosca Pasquale Terracciano ha accompagnato il ministro in visita alla fiera Prodexpo
Lucia BellinelloOltre a visitare la fiera e a incontrare gli imprenditori e gli esponenti della comunità italiana d’affari, il ministro è volato a Mosca per consolidare i rapporti istituzionali con i rappresentanti del Cremlino. Ieri è stato il giorno della stretta di mano con il vice ministro russo dello Sviluppo economico, delegato al Turismo Sergej Galkin: un faccia a faccia voluto per rafforzare gli scambi turistici e spianare la strada a nuovi progetti. Sul tavolo, l’apertura di nuovi segmenti di mercato, con un occhio puntato all’enoturismo, al turismo religioso e a quello termale.
“Con il vice ministro russo abbiamo parlato delle esigenze della Russia e dei turisti - ha spiegato Centinaio -. È emerso che dovremmo decongestionare le grandi città, indirizzando i flussi verso le province. Ciò significa far conoscere agli italiani città diverse da Mosca e San Pietroburgo e attirare i visitatori russi nei piccoli borghi, nelle località legate al turismo religioso, enogastronomico e nelle aree termali”. Fra le idee avanzate, anche quella di promuovere le crociere fluviali russe e ampliare i collegamenti aerei verso Sardegna, Puglia e Sicilia.
Un primo schizzo è quindi stato tracciato. Ma la questione verrà ripresa in mano ad aprile, termine fissato per un nuovo incontro.
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