Secondo alcuni esperti, non è il rublo debole a fare paura, ma i disagi prodotti dalle sue continue oscillazioni
Shutter Stock/Legion MediaNello scenario delineato il 24 agosto dal crollo della divisa russa, i top manager della Federazione cercano di spiegare quali saranno gli effetti della svalutazione sulle loro aziende.
Aleksandr Borisov, amministratore delegato della società farmaceutica “Polisan”
“Pensiamo con una certa ansia al nostro futuro. Siamo costretti ad acquistare materie prime e impianti all’estero, perciò dipendiamo fortemente dalle oscillazioni dei tassi di cambio. In una situazione come questa i nostri profitti in rubli diminuiscono. Ora non siamo in grado di pensare a investimenti seri, per esempio non possiamo pianificare la costruzione di una terza linea di stabilimenti per la nostra produzione. Credo che questa situazione d’incertezza si protrarrà fino alla fine dell’anno.
Denis Fedorov, amministratore delegato di “Gaspromenergoholding”
“Vedremo come evolverà la situazione e ci aspettiamo qualche misura da parte del governo. Soprattutto per quanto concerne i contratti dei servizi che sono in Euro. Avevamo cominciato già un mese e mezzo fa a prevedere gli scenari possibili per l’attività della società. Ma negli ultimi tempi abbiamo già operato dei tagli così massicci che una stretta ulteriore può comportare solo dei rischi di affidabilità. Perciò riteniamo che debba essere il governo ad assumersi la sua parte di responsabilità.
Roman Trotsenko, presidente del consiglio di amministrazione di “Aeon Corporation” (gruppo d’investimento che opera in diversi settori industriali e coordina progetti in Russia, Germania, Olanda, Ucraina e Kazakistan)
“Nei prossimi sei mesi il dollaro oscillerà in un range tra 60 e 90 rubli. Non è il rublo debole a farci paura, ma i disagi prodotti dalle sue continue oscillazioni: per gli imprenditori è difficile fare delle previsioni in questa congiuntura. Ma l’attuale situazione del rublo comporta comunque dei vantaggi per l’economia. Tale situazione consente soprattutto a un settore come quello imprenditoriale di diventare più competitivo. Ma perché ciò avvenga occorre del tempo. Noi abbiamo pochi debiti e solo in rubli. Il nostro profilo è quello di un’azienda che opera in Russia in rubli.
Maksim Tadevosyan, vice amministratore delegato di Rambler & Co
“Il nostro obiettivo è quello di costruire un efficace modello imprenditoriale, indipendentemente dalle dinamiche del mercato. L’instabilità col tempo passerà, abbiamo delle riserve di potenzialità che ci aiuteranno a superare questo momento e a continuare a produrre. Continuiamo a guardare al futuro. Non stiamo tagliando i progetti d’investimento anche se ci porteranno i primi dividendi solo fra tre-cinque anni. Continuiamo ad attuare le strategie che abbiamo scelto. Per la fine dell’anno non facciamo pronostici. Finora riscontriamo che nella seconda metà dell’anno dalla display advertising abbiamo ricavato più profitti rispetto alla prima. Ma se la dinamica del corso del rublo resterà la stessa, esiste il rischio che il fatturato pubblicitario proveniente dalle imprese del settore automobilistico e immobiliare, in particolare, possa diminuire.
Andrey Riabinsky, titolare del gruppo edilizio Mits
“La maggior parte delle grandi imprese aveva già definito l’anno scorso le linee prioritarie e le strategie finanziarie da adottare. E lo stesso abbiamo fatto noi. Il gruppo edilizio Mits, specializzato in abitazioni di tipo economico, è il principale leader del settore. La continuità della domanda e i mutui agevolati sostengono il mercato. Un’altra questione riguarda i costi di costruzione e la solvibilità della popolazione. Con questi bruschi e continui cambiamenti del corso del rublo i costruttori alla lunga saranno costretti ad aumentare i prezzi.
Aleksandr Korsik, presidente di “Bashneft”
“Che cosa avverrà coi prezzi del petrolio è un vero mistero, non esiste un’unica risposta univoca. Abbiamo definito tutte le misure già nella pianificazione di quest’anno e operiamo di conseguenza. Abbiamo progetti che in caso di necessità siamo in grado di bloccare o rimandare, come esplorazioni o acquisizioni di nuovi asset. E ce ne sono altri che realizzeremo sicuramente. Nella prima metà dell’anno abbiamo rinunciato ad alcuni progetti (rimandato alcune fasi delle esplorazioni al prossimo anno), nella seconda prima dell’inizio dell’ennesima fase di caduta dei prezzi del petrolio, abbiamo “allentato un po’ i cordoni della borsa”, ma in qualunque momento possiamo bloccare i finanziamenti.
Alla stesura dell'articolo hanno collaborato Anna Deryiabina, Daria Luganskaya, Aleksey Pastushin, Anatoly Temkin, Timofey Dziadko, Aleksandra Galaktionova
Qui la versione originale dell'articolo
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