Le condizioni dei prestiti

Si stima che la Russia, negli ultimi tredici anni, abbia cancellato i debiti dei Paesi dell’ex orbita sovietica per un ammontare complessivo di oltre 100 miliardi dollari (Foto: Reuters)

Si stima che la Russia, negli ultimi tredici anni, abbia cancellato i debiti dei Paesi dell’ex orbita sovietica per un ammontare complessivo di oltre 100 miliardi dollari (Foto: Reuters)

La Russia cancella il debito di 11 miliardi di dollari accumulato dalla Corea del Nord in epoca sovietica. Il Paese asiatico era l’ultimo di una serie di grandi debitori dell’ex blocco sovietico

Il governo russo ha presentato alla Duma di Stato un disegno di legge che prevede la ratifica dell'accordo tra la Federazione russa e la Corea del Nord riguardante il saldo del debito contratto dal Paese asiatico in epoca sovietica. Il valore del debito coreano è stato riconvertito in dollari secondo il tasso ufficiale della Banca di Stato dell’Urss (al valore, cioè, di 60 copechi per dollaro). Alla somma così ottenuta, di 10,96 miliardi di dollari, è stato applicato uno sconto del 90%.

La rimanenza, pari a 1,09 miliardi di dollari, verrà rimborsata nell’arco di 20 anni in rate semestrali di uguale importo che verranno trasferite sul conto a tasso zero aperto da Vnesheconombank presso la Banca per il commercio estero della Corea del Nord. Questo denaro, tuttavia, non raggiungerà le casse del bilancio federale russo. Come spiega il Governo, in conformità a quanto stabilito nell'accordo, i soldi verranno utilizzati “per finanziare progetti in materia di salute, istruzione ed energia nei territori della Corea del Nord”.

Le condizioni favorevoli della cancellazione

Si stima che negli ultimi 13 anni la Russia ha cancellato a ex Paesi dell’orbita sovietica debiti per un ammontare complessivo di oltre 100 miliardi dollari. A dichiararlo Elena Plakhova, membro del consiglio direttivo di Corum Group. E il debito accumulato dalla Corea del Nord era l’ultimo dei più cospicui. "Il regolamento del debito è in sostanza l'ultimo passo per liberarsi di posizioni di investimento discutibili ereditate ancora in epoca sovietica”, spiega Timur Nigmatullin, analista di Investkafe. Il debito più alto condonato dalla Russia è stato quello accumulato da Cuba, per il valore di 32 miliardi di dollari. L’importante decisione fu presa l’anno scorso e lo schema seguito fu in sostanza lo stesso: il 90% del debito venne cancellato mentre i restanti 3,2 miliardi di dollari dovranno essere pagati da Cuba in un arco di 10 anni.

Nella lista dei “peggiori debitori” comparivano anche l'Afghanistan e l'Iran, a cui la Russia ha perdonato circa 12 miliardi di debito ciascuno. Cancellato anche il debito di 11 miliardi di dollari della Mongolia, quello di 9,8 miliardi della Siria e quello di 9,4 miliardi del Vietnam. La Russia ha condonato, infine, anche i debiti di Etiopia, Algeria, Libia, Angola e Nicaragua – debiti che andavano dai 3,5 ai 4,8 miliardi di dollari. "Si tratta di prestiti che l’Unione sovietica concesse in gran parte per motivi politici, a condizioni agevolate, senza prendere in considerazione la capacità del debitore di onorare pienamente e tempestivamente i suoi obblighi di debito. È proprio per questo motivo che ora risulta necessario ristrutturare tali debiti”, spiega Anton Shabanov, esperto della banca Bcs Premier. Generalmente, questi prestiti venivano concessi sotto forma di forniture di armi, merci o direttamente in valuta per sostenere il regime, osserva Nigmatullin.

L’importante è capire che non si tratta di una completa remissione del debito, bensì di una rinegoziazione di quest’ultimo, in cambio quantomeno di un rimborso parziale, sottolinea l’esperto Anton Shabanov. Inoltre, le entrate perse vengono sempre compensate da eventuali altri accordi economici. "Accanto alla cancellazione del debito, in parallelo, vengono sempre sottoscritti altri atti vantaggiosi per chi sta condonando il debito. Ad esempio, con la cancellazione del debito di Cuba, siamo riusciti a entrare sul loro mercato petrolifero interno”, continua l’esperto. “In Libia, a suo tempo, il debito venne cancellato in cambio della firma di contratti per la costruzione di strade, l’estrazione di petrolio e la fornitura di armi. Mentre la Corea del Nord è un ottimo mercato per la fornitura di attrezzature e armi. Pertanto, visto che senza ristrutturazione del debito il tasso di rendimento sarebbe stato assolutamente nullo, dei due mali si è deciso di scegliere il minore”.

A chi concede prestiti la Russia adesso?

Nel frattempo, la Russia continua a concedere prestiti ad altri Paesi, di solito a lei vicini. Quindi nella lista dei principali "debitori" troviamo ora l’Ucraina (che le deve 15 miliardi di dollari), la Bielorussia (2 miliardi di dollari), Cipro (5 miliardi di dollari), il Vietnam (8 miliardi di dollari), il Venezuela (4 miliardi di dollari), l’Islanda (4 miliardi di euro) e molti altri. “Anche gli Stati Uniti sono in debito con la Russia. Il debito di questo Paese con la Russia è di circa il 3% del debito totale degli Stati Uniti, ovvero circa 150 miliardi di dollari. Un debito che è maturato nello stesso modo di quello dell'Ucraina: acquistando obbligazioni. La Russia occupa l’ottavo posto nella lista dei creditori degli Stati Uniti”, spiega Anton Shabanov, esperto della banca Bcs Premier.

Tuttavia, oggigiorno, il mercato del debito vanta degli ottimi meccanismi di difesa. Acquistare eurobond ucraini non è una forma di assistenza gratuita, bensì un credito con specifiche condizioni di pagamento, nonostante il tasso del credito non rifletta le condizioni del mercato. Giacché l'Ucraina dipende fortemente dalle forniture di gas della Federazione russa, non è chiaramente interessata a violare le condizioni di credito, osserva Nigmatullin. E anche se l'Ucraina, a causa della crisi politica ed economica, dovesse soffrire un default, ciò non si tradurrebbe in una perdita totale degli investimenti russi. "Di norma, in caso di default di un Paese, le euroobbligazioni vengono semplicemente rinviate nel tempo con un aumento del reddito, pertanto non bisogna preoccuparsi della redditività di questi investimenti", conclude Shabanov.

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