I sottomarini nucleari russi

Sono solo sei i Paesi al mondo in grado di costruire sottomarini nucleari; tra questi c'è la Russia (Foto: AFP / East News)

Sono solo sei i Paesi al mondo in grado di costruire sottomarini nucleari; tra questi c'è la Russia (Foto: AFP / East News)

Reportage da un cantiere navale top-secret a Severodvinsk, dove vengono costruiti questi colossi dei fondali marini

Metà della scorta mondiale di armi nucleari è nascosta sott’acqua, all’interno dei tubi di lancio dei sottomarini nucleari che solcano il 70 per cento della superficie del globo terrestre. Sono solo sei i Paesi al mondo in grado di costruire questi mezzi navali di straordinaria complessità: India, Cina, Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e Russia. Daniil Ilyachenko si è recato a Severodvinsk, dove ha visitato un cantiere navale top-secret e ha visto con i propri occhi come vengono costruiti i sottomarini nucleari russi.

Il futuro della produzione

Nei prossimi anni, i nuovi sottomarini nucleari della Sevmash testeranno l’acqua sempre più spesso. Entro il 2020, il cantiere navale russo prevede di costruire quindici sottomarini nucleari di nuova generazione: sette “Yasen” e otto “Borey”. Presso lo scalo di alaggio n° 42 del cantiere Sevmash, nel 1957, venne varato il primo sottomarino atomico sovietico, il “Leninsky Komsomol”. Dallo stesso scalo partì nel 1968 il primo sottomarino nucleare in titanio al mondo, il K-162, soprannominato “Goldfish”, il cui record di velocità (84 chilometri l’ora, sott’acqua) rimane ancora imbattuto. Dopodiché, le attività di varo vennero trasferite gradualmente allo scalo di alaggio n° 55. Fu qui che negli anni Ottanta venne costruito il primo esemplare dei più grandi “predatori” d’acciaio del pianeta, il sottomarino nucleare “Akula” (progetto 941). Con una lunghezza pari a due campi da calcio e un’altezza pari a quella di una casa di nove piani, questi sommergibili sono entrati nel libro dei Guinness dei Primati

“È come accompagnare un bambino alla scuola elementare. Da un lato, ti sembra che sia già cresciuto, ma dall’altro sai che è solo all’inizio”, afferma l’ingegnere Nikolai Semakov, che diresse il varo del primo sottomarino russo di quarta generazione Yury Dolgoruky (progetto 955, classe “Borey”).

Semakov è responsabile del Dipartimento costruzioni del cantiere navale Sevmash. L’ingegnere impiegò ben diciassette anni a costruire il suo primo sottomarino. “Era un test per tutto il nostro settore, dal momento che su ogni ordine lavorano più di 600 aziende. Un settore intero! Siamo in grado di produrre un prodotto così complesso? L’esperienza ha dimostrato che la situazione non è poi così male. Durante i lavori ci scontrammo con ogni sorta di problemi e fummo costretti a perfezionare molte cose dopo il test. Ciononostante, costruimmo il sommergibile successivo, l’Alexander Nevskij, in solo sette anni e il Vladimir Monomakh in sei”, ricorda Semakov.

Tra rimorchiatori, chiatte, pontoni e complessi ittici, la Sevmash ha costruito, negli ultimi vent’anni, più di cento imbarcazioni per Germania, Svezia, Norvegia e Paesi Bassi. La cantieristica navale civile ha permesso di mantenere a galla e, in questo modo, di salvare dalla rovina il più importante cantiere della Marina militare russa degli anni Novanta.

“La costruzione di sottomarini, oggigiorno, è diventata un vero e proprio business. Sono finiti i giorni in cui i nostri problemi di produzione venivano risolti mediante disposizioni del partito. Oggi come oggi, bisogna saper negoziare il prezzo e le tempistiche. E non operiamo di certo in un mercato facile”, afferma Aleksandra Vlasova, responsabile del Dipartimento di misurazione e collaudo della società, nonché vincitrice del premio nazionale Ingegnere dell’anno 2012.

Quello di Aleksandra Vlasova e della sua squadra è un lavoro di altissima responsabilità. Alle profondità in cui operano i sottomarini, un getto d’acqua originato da una falla di pochissimi centimetri nello scafo potrebbe, con la sua intensità, tagliare un uomo a metà. Non a caso, i marinai-sommergibilisti, quando festeggiano, dedicano il terzo brindisi alla “saldezza dello scafo”.

I sottomarini, in realtà, non vengono costruiti, bensì saldati. Milioni di giunti di saldatura che uniscono centinaia di migliaia di dettagli: ecco che cos’è un moderno sommergibile nucleare. La società tiene traccia di chi esegue ogni singola saldatura e tali informazioni vengono conservate nel corso di tutti gli anni di servizio del mezzo navale. E sebbene ogni saldatura venga poi controllata accuratamente ai raggi X e mediante il test a ultrasuoni, questa personalizzazione della responsabilità, per evitare disastri paragonabili alla tragedia di Chernobyl, influenza in modo significativo la qualità del lavoro.

Ci sono, poi, posti in cui i saldatori umani non possono operare ed è qui che vengono in aiuto i robot.

“Qui è dove i lavori di saldatura rasentano la perfezione”, dichiara con grande emozione l’ingegnere elettronico di prima categoria Sergei Ryzhkov. Ci fermiamo davanti a un piccolo oblò, situato in mezzo a una gigantesca camera, alta quanto una casa di quattro piani e con un volume di 900 metri cubi. Dietro lo spesso vetro, un enorme braccio meccanico è sospeso sopra un mucchio di ferro. Al posto di una mano, l’arto meccanico termina in una pistola a elettroni. Il fascio di elettroni che viene pulsato dalla canna di questa pistola scivola, sotto forma di puntini gialli, sulla superficie metallica, lasciando dietro di sé una saldatura perfetta.

La tecnologia russa che domina i mari

“È davvero ammirevole il fatto che tutta l’apparecchiatura meccanica sia prodotta in Russia. L’Istituto di ricerca scientifica e tecnologica “Progress”, nella città di Izhevsk, produce ancora questi gioiellini. La pistola si può muovere liberamente. Si tratta di un dispositivo unico. “Sono in molti a conoscerlo e a invidiarcelo… americani, giapponesi, tedeschi”, afferma Ryzhkov.

Dalla camera viene eliminata totalmente l’aria fino a raggiungere i livelli del vuoto cosmico. Solo in queste le condizioni è possibile ottenere una saldatura di qualità superiore. È in questa camera che vengono saldate le unità responsabili della poca rumorosità dei sottomarini.

La silenziosità è l’arma principale di qualsiasi sottomarino. In questo parametro è racchiusa l’intera ragion d’essere della flotta sottomarina. Un sottomarino scoperto all’ora X è un sottomarino distrutto, per questo la preoccupazione principale dei progettisti di sommergibili segreti è fare in modo che siano i più silenziosi possibili. La saldatura a fascio elettronico risolve in maniera significativa la maggior parte dei problemi.

Ma l’involucro fonoassorbente, nero come la pece, che avvolge il durissimo scafo d’acciaio dei sottomarini è solo la parte esterna del tesoro tecnologico che celano al loro interno. Un know-how tecnologico che permette ai sottomarini russi di passare inosservati durante le esercitazioni antisommergibile della Nato e a volte di fare visita al Golfo del Messico; di avere una “vista” aguzza e un “udito” sensibile, individuando e prevenendo la comparsa di un nemico a una distanza di oltre 200 chilometri; e di mettere fine a tutta una serie di domande fastidiose avanzate dalla concorrenza d’oltreoceano, come, ad esempio, perché i missili antinave russi “Oniks” sono meglio degli “Harpoon” statunitensi, o perché i missili da crociera russi percorrono una traiettoria di volo due volte superiore a quella dei “Tomahawk”.

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