L’alunno di 7° classe Pasha Stepanov, attore del programma umoristico per bambini “Eralash”
Shakhverdiev/SputnikLa televisione in Urss era strettamente controllata allo Stato, pertanto praticamente tutti i programmi trasmettevano la “voce del partito”. Questo approccio era anche alla base dei programmi per i giovani telespettatori: come anche nel caso della scuola, delle colonie estive e delle varie organizzazioni giovanili, lo scopo era quello di crescere i ragazzi come “cittadini esemplari”.
Nell’Unione Sovietica, le trasmissioni televisive regolari cominciarono nel 1938. In quel periodo, esisteva un solo canale, che trasmetteva dalle ore 20 fino a mezzanotte. Tuttavia, all’epoca, il televisore era un oggetto di lusso che soltanto pochi possedevano e, ovviamente, non era perfetto: si trattava di una “scatola” enorme con un minuscolo schermo in bianco e nero.
La situazione cambiò nei primi anni Cinquanta, quando la tv cominciò a trasmettere dalle ore 9 di mattina fino a mezzanotte, il numero di televisori nelle case dei cittadini comuni superò un milione di apparecchi e i programmi per bambini e adolescenti iniziarono a costituire un’importante parte del palinsesto televisivo. Che cosa insegnava il partito ai ragazzi sovietici attraverso la tv?
Nei suoi programmi, la tv sovietica parlava apertamente dei problemi dei giovani come il conflitto generazionale, i rapporti con i coetanei, il primo amore, le varie subculture (all’epoca, soprattutto, i “rockettari”), il fenomeno dei ragazzi di strada, la tossicodipendenza, ecc.
Uno dei programmi con cui la tv cercava di comunicare con i ragazzi da pari a pari, era “Under 16 e più grandi” (“До 16 и старше”). Il programma fu lanciato nel 1983, diventando subito molto popolare, e andò in onda fino al 2001, quando, da ormai dieci anni l’Unione Sovietica non esisteva più.
Rockettari partecipanti alle riprese del programma televisivo “Do 16 i starshe” nella zona di Luzhnikí a Mosca
Vladimir Rodionov/SputnikOltre ai programmi che affrontavano problemi “seri”, esisteva tutta una serie di trasmissioni per ragazzi che si ponevano lo scopo di inculcare idee “giuste” e di educare i giovani. Uno dei format più popolari erano i cortometraggi per la tv che uscivano a puntate.
Ne è un esempio la serie “Eralash” (“Confusione”; “Disordine”), diventata un vero cult per i ragazzi. Ogni puntata comprendeva un tot di video della durata di 3-5 minuti, interpretati tra l’altro da ragazzi, che in chiave umoristica parlavano di problemi reali. Tale approccio, intenzionato a “raggiungere il cuore dei ragazzi attraverso l’umorismo”, fu davvero fortunato: la serie aveva un’audience enorme e praticamente tutti i ragazzi che in casa avevano un televisore conoscevano e seguivano il programma.
Nel periodo sovietico, i principali ideali coltivati dalla serie “Eralash” erano l’onestà, la virtù, la capacità di aiutare gi altri e di essere responsabili delle proprie azioni. I personaggi delle scenette umoristiche, talvolta comiche, erano i ragazzi proprio come quelli che seguivano la serie in tv.
Invece, la moralizzazione non condita di umorismo funzionava poco. Nello stesso periodo, andava in onda il ciclo “I ragazzi del nostro cortile” (“Ребята с нашего двора”) che in forma di teleteatro spiegava ai giovani quanto fosse importante aiutare gli altri. Tuttavia, questo programma non faceva ridere, pertanto dai ragazzi era trascurato. Sebbene “I ragazzi del nostro cortile” fosse stato lanciato nel 1973, un anno prima di “Eralash”, la sua vita fu breve.
In ogni caso, la televisione sovietica era in grado non solo di lavorare sulla morale, ma anche di istruire i piccoli telespettatori con la divulgazione. Molti programmi, in onda sin dagli anni Cinquanta, parlavano del mondo attorno a noi, spiegando i complessi problemi scientifici con un linguaggio accessibile ai ragazzi.
Uno dei programmi più noti di questo format era “Voglio sapere tutto” (“Хочу всё знать”), uscito per la prima volta nel 1957 e andato in onda fino al 2010. In forma di cartoni animati, ogni puntata parlava di grandi scoperte scientifiche, del mondo delle piante e degli animali, dei segreti dell’universo e delle conquiste spaziali dell’umanità.
Un altro programma, di natura più pratica, era “Mani abili” (“Умелые руки”) che usciva una volta al mese e insegnava ai ragazzi a fare dei lavori con la plastilina e la cartapesta, l’arte degli origami, ecc. Lo scopo del programma era quello di stimolare la creatività dei ragazzi e di sviluppare l’abilità fino-motoria.
È interessante notare che “Mani abili” era non solo un analogo dei moderni “tutorial”, ma anche una sorta di programma competitivo, perché vi gareggiavano due squadre (ovviamente, vinceva quella che eseguiva il compito in meno tempo e con qualità migliore).
Attraverso la televisione i ragazzi studiavano anche le lingue estere. Per esempio, dalla fine degli anni Ottanta usciva regolarmente il programma “L’ora dei ragazzi” (“Детский час”), nel quale, in forma di gioco, ai bambini si insegnavano le basi di inglese, tedesco e francese.
Nel programma si trasmettevano cartoni animati in lingue straniere, concerti e spettacoli di ragazzi e ricette culinarie di piatti semplici che i bambini potevano cucinare da soli. Le lingue straniere si imparavano attraverso le cose e le faccende di tutti i giorni.
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