Tutto quello che c’è da sapere su “I demoni” di Fjodor Dostoevskij: breve riassunto

Russia Beyond (Foto: Vasilij Perov)
Questo romanzo è il più politico di Dostoevskij e avrebbe dovuto mettere in guardia la Russia dai sentimenti rivoluzionari. In epoca sovietica fu vietato dal 1935 al 1989

Un brevissimo riassunto (ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER!)

Pjotr Verkhovenskij riunisce alcuni giovani dalle idee rivoluzionarie in un’organizzazione segreta. Per legare con il sangue la società che ha creato, Verkhovenskij progetta di uccidere con la complicità di tutti un ex studente che vuole denunciarli alla polizia.

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Il  lettore si ritrova in una città di provincia. Una donna potente di nome Varvara Stavrogina riunisce gli ospiti nella sua tenuta. Tutti aspettano l’arrivo del figlio, Nikolaj Stavrogin. Si tratta di un giovane bello e misterioso, molto byroniano, la cui personalità è circondata da pettegolezzi e dicerie. Arriva con il suo amico, un uomo irritabile di nome Pjotr Verkhovenskij, che è un leader e il principale ispiratore ideologico della cellula rivoluzionaria, che riunisce giovani socialisti e nichilisti in una società segreta.

Inaspettatamente, Stavrogin viene schiaffeggiato in pubblico da Ivan Shatov, un membro della loro società. È un ex studente, che un tempo simpatizzava con le idee rivoluzionarie, ma ora si è convinto che Dio sia con la Russia e che la fede sia l’unica vera via russa alla salvezza.

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Subito sorgono molte voci sul perché Stavrogin sia stato schiaffeggiato e nessuno lo sa con certezza. Ma, molto probabilmente (come scopriremo in seguito), perché Stavrogin ha sedotto la sorella di Shatov. Ed è per questo che Stavrogin non dà la possibilità al conflitto di andare avanti.

Verkhovenskij intende legare il gruppo rivoluzionario con il sangue e il segreto comune e progetta di organizzare un omicidio. Decide che Shatov può essere questo sacrificio politico. Verkhovenskij sostiene che Shatov stia per informare la polizia sulla loro società e, in questo modo, incoraggia i suoi compagni ad accettare la necessità dell’omicidio.

Verkhovenskij spara a Shatov ma, essendo lui stesso scioccato, fugge dalla Russia. Altri membri del gruppo vengono scoperti e arrestati. Stavrogin si suicida. 

Allo stesso tempo, la provincia in cui tutto questo accade, si trova in tempi difficili: incendi, malattie, violenza e rivolte, proprio come demoni, penetrano e si diffondono nella società.

Interpretazione

Molti dei romanzi di Dostoevskij si basavano in qualche modo su crimini e omicidi reali (tra cui “I fratelli Karamazov” e “Delitto e castigo”). “I demoni” (in russo: “Бесы”; Bésy”) non fa eccezione. In questo caso, l’autore era rimasto sconvolto dall’omicidio di uno studente da parte del gruppo di Sergej Nechaev, un fatto di cronaca del 1869. In ansia per l’ascesa del terrore rivoluzionario in Russia, Dostoevskij scrisse il suo romanzo più politico.

Dostoevskij era monarchico, fedele della Chiesa ortodossa russa e slavofilo, e rifiutava tutte le nuove idee politiche liberali e nichiliste, considerandole dannose per la Russia.

Il movimento rivoluzionario viene visto come un oscuro potere demoniaco che avvelena i giovani e gli studenti. C’è una scena forte con il padre di Verkhovenskij (l’uomo che ha insegnato a tutti quei giovani quelle idee liberali) incontra una donna a caso che gli legge la Bibbia, un episodio di Gesù che esorcizza i demoni da un uomo e lo paragona alla Russia. Dostoevskij ci dà l’indizio che solo la fede può salvare la Russia e inserisce una citazione del Vangelo di Luca (VIII, 32-37), su un indemoniato liberato da Cristo, nell’epigrafe del romanzo.

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