I grattacieli orizzontali di El Lissitzky: come sarebbero oggi se fossero stati costruiti? (FOTO)

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Uno dei progetti più visionari del grande architetto sovietico non fu mai realizzato nella Mosca degli anni Venti. Ma c’è chi ha provato a vedere che aspetto avrebbero quegli otto edifici nella capitale russa di oggi

Se Kazimir Malevich (1879-1935) ha compiuto un passo radicale nel campo dell’astrazione e ha sviluppato una nuova forma di pittura non oggettiva, il Suprematismo, il suo amico El Lissitzky (1890-1941) ha sviluppato le idee dell’avanguardia su un altro piano; tridimensionale. Ha introdotto il suprematismo in architettura.

L’ingegnere, architetto e artista sovietico El Lissitzky (pseudonimo di Lazar Lisitskij) era molto più conosciuto all’estero che in patria. Nella sua cerchia di colleghi e amici c’erano Le Corbusier, Fernand Léger, Man Ray, Laszlo Moholy-Nagy e altri artisti protagonisti della scena artistica internazionale. Questo appassionatissimo adepto del suprematismo ebbe una grande influenza sui fondatori del Bauhaus e sul costruttivismo in tutta Europa, dove Lissitzky studiò e visse a lungo.

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Fu costretto a tornare in Russia per lo scoppio della Prima guerra mondiale. Da quel momento in poi, si concentrò sul “materiale russo”. Nel 1924, si apprestò a un’impresa grandiosa: costruire otto edifici identici a Mosca, i primi grattacieli sovietici. La grandezza visionaria del progetto stava nel fatto che questi grattacieli avrebbero dovuto estendersi in orizzontale, e non verso l’alto.

Questa sarebbe stata la vera architettura del futuro, secondo Lissitzky.

Se non c’è spazio…

Quanto al modo di pensare, Lissitzky era un vero futurista. Aveva costantemente idee innovative in vari aspetti della vita. Ad esempio, aveva previsto la fusione tra città e agricoltura e l’emergere di fonti energetiche alternative.

Inoltre riteneva che il concetto di casa individuale fosse una cosa del passato. Al suo posto sarebbero venuti gli alloggi mobili autonomi (qualcosa di simile a tanti spazi comuni ad uso pubblico, sparsi per la città; che ognuno può abitare e scambiarsi con gli altri a seconda dei bisogni e delle circostanze).

Il progetto del grattacielo orizzontale era uno di questi “progetti per il futuro”. I grattacieli “classici” americani indignavano Lissitzky come concetto stesso: “Questo tipo di [architettura] è diventato completamente anarchico, senza alcuna preoccupazione per l’organizzazione della città nel suo insieme. La sua unica preoccupazione è quella di superare in altezza e splendore il suo vicino”, scriveva nel 1926 su “Izvestija Asnova”, giornale edito dall’associazione creativa degli architetti razionalisti sovietici (questo fu il primo e ultimo numero della rivista).

Lì descrisse anche l’essenza del suo progetto. Lissitzky voleva realizzare l’idea di una città a due livelli, in cui un edificio con l’area edificabile più piccola possibile viene eretto con l’aiuto di supporti verticali, senza danneggiare l’ambiente circostante.

“Se non c’è spazio per la pianificazione orizzontale a terra in una data area, aumentiamo l’area utile richiesta con supporti verticali […]. Obiettivo: la massima area utilizzabile con il minimo di sostegni”, scrisse.

Gli otto edifici in vetro e cemento sull’anello dei viali di Mosca erano destinati a ministeri e dipartimenti sovietici. L’architetto propose di elevare il grattacielo a un’altezza di 50 metri dal suolo. I sostegni dovevano avere ascensori e scale, che potevano essere usati per scendere direttamente nella metropolitana o a una fermata del trasporto terrestre.

I grattacieli, nonostante fossero così visionari come progetto, non vennero costruiti. “Il nostro errore è stato”, ricordò Lissitzky, “che volevamo penetrare immediatamente in una tecnica che non esisteva ancora: volevo creare un’architettura che si staccasse dalle fondamenta e si librasse nell’aria, superando la forza di gravità”. In altre parole, l’idea era troppo in anticipo sui tempi.

Tra gli altri progetti architettonici di Lissitzky c’erano una fabbrica tessile, uno yacht club, una casa comune, la casa editrice della Pravda, ma l’unico realizzato fu la tipografia della rivista “Ogonjok” sul 1º vicolo Samotechnij a Mosca.

Rivista “Ogonjok” sul 1º vicolo Samotechnij a Mosca

Tuttavia, l’architetto Lissitzky è ricordato proprio per i suoi grattacieli. L’illustratore Konstantin Anokhin ha studiato i disegni dell’architetto e ha mostrato come apparirebbero queste strutture d’avanguardia oggi, se fossero là dove lo stesso Lissitzky aveva pianificato di costruirle.

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