San Pietroburgo, primi anni Novanta. Una bellissima studentessa si innamora del suo insegnante di cinema. Tra loro inizia una vorticosa storia d’amore, ma questo è il caso in cui l’amore raggiunge improvvisamente quel limite pericoloso, oltre il quale c’è solo dolore, alcol, disperazione, droga e morte. Tutto sembra finito, ma diciassette anni dopo, dopo aver cambiato completamente vita e essersi trasferita in Francia, la donna, ormai di successo e indipendente economicamente, continua a vivere in quel doloroso passato, in cui era moglie e musa di un intellettuale senza limiti.
Il film è basato sul libro autobiografico della giornalista e scrittrice Karina Dobrotvorskaja (1966-) “Kto-nibud videl moju devchonku? Sto pisem k Serjozhe” (“Кто-нибудь видел мою девчонку? Сто писем к Сереже”; ossia “Qualcuno ha visto la mia ragazza? Cento lettere a Serjozha”), che racconta la sua storia d’amore con il mitico critico cinematografico russo Sergej Dobrotvorskij, tragicamente scomparso nel 1997 per una overdose di eroina.
Vadim e Olja vivono nella minuscola Vyshnij Volochok (320 km a nord-ovest di Mosca). Lui lavora come meccanico, lei all’ufficio postale. Il loro grande sogno è portare in Russia dalla Germania un vecchio carro attrezzi. Ma gli ambiziosi piani falliscono quando Vadim, ingenuo come un bambino, si innamora di una webcam girl americana dagli occhi azzurri, dal nickname di Sheena667. Il meccanico inizia persino a imparare l’inglese… Ormai tutto è perduto.
Si tratta del debutto alla regia del famoso attore Grigorij Dobrygin, vincitore dell’orso d’argento come Miglior attore alla Berlinale 2010 per il suo ruolo nel film drammatico “Kak ja provjol etim letom”/“How I Ended This Summer” del regista Aleksej Popogrebskij. “Sheena667” è stato presentato in anteprima quest’anno durante il Rotterdam International Film Festival.
“Io praticamente non ricordo i miei genitori felici insieme”, ricorda tristemente Sasha, 11 anni, la cui mamma e il cui papà stanno divorziando. Fuori c’è la San Pietroburgo di fine anni Novanta, dove persino i ponti mobili alzati sembrano il simbolo della separazione tra la nervosa Svetlana e l’irascibile Artjom, che si infastidiscono a morte a vicenda. Lei lascia il suo volubile marito per un americano con i piedi per terra e vuole portare Sasha con sé negli Stati Uniti. Il ragazzino si ritrova tra due fuochi: non riesce a decidere chi “ama di più”. Il problema è che, avendo smesso di ascoltarsi e capirsi, i genitori manipolatori smettono di ascoltare anche il proprio figlio, “giocando a palla” con i sentimenti del bambino.
Per il regista Molochnikov, questo dramma familiare è in una certa misura autobiografico: da bambino ha vissuto il doloroso divorzio dei suoi genitori e ha trascorso diversi anni con sua madre in America. Il film è una guida completa su come non comportarsi quando ci si separa.
“Organìzzati. Impara a fare in modo che il difficile diventi familiare, il familiare facile e il facile bello”, ha scritto il leggendario Konstantin Stanislavskij (1863-1938). Le sue idee hanno rimodellato il mondo del teatro più o meno allo stesso modo in cui la teoria della relatività di Albert Einstein ha cambiato il pensiero scientifico. Stanislavskij ha iscritto il suo nome nei libri di storia come la figura teatrale più influente e rivoluzionaria nel campo della recitazione e dell’arte drammatica.
I protagonisti di questo documentario, famosi registi teatrali e cinematografici contemporanei, tra cui Lev Dodin, Kirill Serebrennikov, Declan Donnellan, condividono i loro ricordi di come il celebre “metodo Stanislavskij” abbia influenzato il loro lavoro.
La calda estate sovietica del 1970. L’infantile giornalista internazionale Boris, con suo figlio, un bambino di seconda elementare, arriva a Odessa, in visita ai parenti di sua moglie. Proprio in quel momento, in città scoppia un’epidemia di colera e gli abitanti si trovano chiusi in quarantena. È qui che tutto il “segreto” diventa evidente. Il rapporto tra Boris e sua suocera e suo suocero lascia molto a desiderare. E anche il rapporto con sua moglie, a quanto pare, è da tempo in una situazione di stallo. Momento peggiore non poteva essere immaginato, ma proprio ora che i parenti devono condividere forzatamente ogni attimo della loro esistenza e sono pronti a uccidersi a vicenda, Boris si innamora di una loro vicina di casa minorenne, la bella quindicenne Irina.
L’atmosfera dell’era sovietica è magistralmente ricreata nel film dal regista e dal direttore della fotografia Roman Vasjanov. Qui tutti coloro che ricordano questo periodo potranno probabilmente tornare alla loro infanzia o adolescenza. Anche quelli che non sono mai stati a Odessa!
Il “Russian Film Festival”, organizzato da Roskino con il supporto del Ministero della Cultura della Federazione Russa e di Rossotrudnichestvo, si svolge a Città del Messico dal 23 settembre al 17 ottobre 2021
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