In epoca sovietica i film per famiglie, così come le altre forme di arte visiva, dovevano riflettere le aspirazioni e i sogni di una società ideale. E il paradosso stava proprio qui: mentre la maggior parte delle pellicole cercava di entrare in contatto con la realtà per ritrarla, la gente andava al cinema per fuggire da quella stessa realtà raccontata sul maxi schermo.
L’enorme squilibrio demografico sviluppatosi all'indomani della Seconda guerra mondiale e delle repressioni staliniane portò alla distruzione della fetta maschile della società, causando una pazzesca distorsione delle relazioni fra i sessi: in URSS, una parte significativa di un'intera generazione crebbe infatti senza padri. L'assenza del papà nelle famiglie del dopoguerra ha innescato la formazione di relazioni radicalmente diverse tra uomini e donne. La tragedia dell'assenza del padre e il fenomeno della monogenitorialità si è riflessa in un certo numero di film sovietici girati negli anni ‘60 e ‘70.
E la costruzione di “sane relazioni familiari” era uno degli obiettivi rincorsi e promossi dalla politica sociale dell'URSS.
Negli anni '80, la politica del governo sulla pianificazione familiare mirava infatti a rafforzare il concetto di matrimonio, con i suoi valori fondamentali, la sua etica e i suoi benefici. La sfida era, tra le altre cose, quella di aiutare le madri lavoratrici che si destreggiavano tra casa e lavoro, aumentando al contempo il tasso di natalità in URSS.
Una spensierata ragazza sovietica di 18 anni sogna una carriera nel cinema. Cresciuta da una madre single, lascia la sua città natale di provincia per trasferirsi a Mosca e cercare fortuna come attrice. Nina Solomatina (brillantemente interpretata da Irina Muravjeva) si ritrova ad affrontare una serie di delusioni e fallimenti, prima di imparare a fare i conti il lato amaro della vita. Ma il riscatto arriverà anche per lei e Nina riuscirà a ricucire i rapporti con il padre (Yurij Yakovlev), che nel frattempo si è rifatto una famiglia; troverà poi l'amore e alla fine realizzerà il suo sogno.
Olga è una ragazza cresciuta in un orfanotrofio; un giorno decide di recarsi da Sverdlovsk (oggi Ekaterinburg) a Mosca, alla ricerca della sua madre biologica. L'incontro con una famiglia di raffinati intellettuali (marito, moglie e le loro due giovani figlie) trasforma la vita di Olga in un modo sorprendente e inaspettato. Lei è una giovane diretta, onesta e ingenuamente alla ricerca di chiarezza. Vede il mondo in bianco e nero e disprezza coloro che esitano. Ma la sua nuova famiglia di intellettuali è esattamente l'opposto: sono raffinati, romantici e spensierati. Eppure, nonostante le differenze, Olga sarà il catalizzatore di un cambiamento positivo nella vita di ognuno di loro.
La celebre attrice Nonna Mordjukova interpreta una donna di campagna senza arte né parte che si reca a Mosca per visitare la sua unica figlia e la nipote. Lei non desidera altro che ripristinare l’unità familiare ormai spezzata con sua figlia; ma la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni e l'interferenza della donna non fa che causare nuovi attriti.
Il film di Nikita Mikhalkov è un inno ai valori familiari senza i soliti cliché. Questo dramma straziante e socialmente consapevole dimostra che una riconciliazione con la famiglia è la strada più sicura per l'armonia e la felicità.
Tre ragazze condividono una stanza in un dormitorio. A Katerina, la più responsabile di tutte, viene chiesto di badare alla casa di suo zio professore, in un appartamento nel cuore di Mosca, mentre lui e sua moglie sono in vacanza lontano da casa. Il giorno dopo le tre amichette organizzano una festa e fingono di essere le figlie del professore. Katerina (interpretata da Vera Alentova) incontra un bellissimo cameraman e presto si ritrova incinta. Quando lui scopre che non è la figlia del professore ma che lavora in una fabbrica, la lascia. “Siamo già in quattro in due stanze e ora vuoi trasferirti qui, tu e il tuo bambino”, si lamenta la madre dell'uomo, invitando senza mezzi termini Katerina a farsi da parte. Nonostante tutto, la ragazza mette al mondo la figlia, diventa capo fabbrica e finalmente incontra l'amore della sua vita. “Mosca non crede alle lacrime” si è rivelato un film cult e ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero nel 1981.
Artistica e traboccante di dialoghi spiritosi, questa commedia frizzante non è altro che un'enciclopedia della vita sovietica! Il film è ambientato nella Mosca degli anni '50. L'azione principale si svolge in un appartamento comunitario, dove vivono diversi inquilini creativi, eccentrici e straordinari, ognuno dei quali meriterebbe una menzione speciale. Il film si concentra sul giovane donnaiolo Kostik (interpretato da Oleg Menshikov), che condivide l'appartamento con sua zia e si trova presto coinvolto in una folle avventura. La commedia di Kozakov è piena di sagge intuizioni sulle relazioni familiari, con ex mariti costretti a condividere lo spazio con ex mogli, vicini, amici e nuove persone... Un must-see!
Con l'arrivo del loro primo figlio, i giovani sposi Lida (Marina Djuzheva) e Igor (Evgenij Steblov) fanno affidamento sull’aiuto della suocera di Igor. Ma Galina Arkadjevna (Galina Polskikh), che divide l’appartamento con loro, non è pronta a interpretare il ruolo tradizionale della nonna. La coppia cerca quindi di trasferirsi in un appartamento a parte, più piccolo, dove poter vivere tranquillamente.
Questa deliziosa commedia non ha perso la sua attualità sulle complesse relazioni familiari e sull’amore come forza che fa girare il mondo.
Il film segue le vicende di una normale famiglia sovietica che viene travolta da una tempesta. Tutto va bene nella vita di Shura Olivantseva: ha un nuovo appartamento splendidamente arredato, un marito amorevole e due figli. Vive la sua vita e si diverte. Ma questo paradiso viene disturbato dalla piccola Sveta, la figlia illegittima del marito di Shura, Pavel. Shura (splendidamente ritratta da Tatiana Doronina) interpreta una donna di campagna, la cui tenerezza, umanità e amore resistono a prove e difficoltà.
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email