Mandelshtam, il poeta che amava Dante e morì per le sue critiche a Stalin

Cultura
RUSSIA BEYOND
Ripercorriamo attraverso queste suggestive foto d’epoca la vita tragica e intensa di uno dei poeti più grandi del Novecento, morto di stenti in un campo di transito verso il gulag di Kolyma. Amò Dante, e a lui dedicò un intero saggio sulla Divina Commedia

“Il tempo mi assottiglia come una moneta, e a me stesso più non basto ormai…”, scriveva il poeta Osip Mandelshtam nei versi finali del componimento “Chi trova un ferro di cavallo”, edito nel 1923, anno in cui è stata scattata questa foto

Mandelshtam  (1891-1938) è secondo molti il più grande poeta russo del Novecento. Critico nei confronti del regime sovietico, subì il confino, il carcere e la deportazione. Morì sulla strada verso il campo di lavoro forzato di Kolyma

Il 1° maggio 1919 Mandelshtam conosce la pittrice Nadezhda Khazina, sua futura moglie. Si sposeranno nel 1922 a Kiev, e da allora lei resterà al suo fianco - nelle peripezie della vita e nella tragedia - quasi senza interruzioni. Anni dopo, la poetessa Anna Akhmatova, amica stretta di Osip, scriverà: “Osip amava Nadja in modo incredibile, inverosimile… Non permetteva a Nadja di allontanarsi da lui neanche di un passo; non le dava la possibilità di avere un lavoro; era follemente geloso; le chiedeva consigli su ogni parola dei suoi versi”

Nato a Varsavia da una famiglia ebraica benestante, Mandelshtam trascorre la primissima infanzia a Pavlovsk, vicino a San Pietroburgo, dove i suoi genitori si trasferiscono nel 1892; cinque anni dopo, la famiglia si sposta nel quartiere Kolomna della città del nord. Nel 1907, ormai grande e dopo aver concluso gli studi all’Istituto “Tenishev” di San Pietroburgo, Mandelshtam si reca a Parigi, dove per un breve periodo frequenta la facoltà di lettere. Lì conosce il poeta Nikolaj Gumilev. Nel 1911 aderisce alla "Gilda dei poeti" fondata proprio da Gumilev: intorno a questo gruppo si svilupperà poi il movimento letterario dell'Acmeismo, nato come reazione al Simbolismo 

Nel 1933, al culmine del culto della personalità di Stalin, Mandelshtam scrive una poesia, “Viviamo senza più fiutare sotto di noi il paese”, che contiene una critica inimmaginabile al potentissimo leader sovietico, che viene definito “il montanaro del Cremlino”. Le reazioni non si faranno attendere: viene arrestato pochi mesi dopo dall’NKVD

Sorprendentemente, Mandelshtam schiva la condanna ai lavori forzati e viene mandato al confino sugli Urali insieme alla moglie 

Viene arrestato una seconda volta nel 1938; l’unico interrogatorio di cui esista un verbale si svolge il 17 maggio, e pochi giorni dopo la sua casa viene perquisita. Fortunatamente la moglie Nadezhda fece in tempo a nascondere tutte le poesie inedite del marito. La condanna, però, è inevitabile, e arriva in una calda giornata d’estate: l’8 agosto gli viene comunicata la deportazione per “attività controrivoluzionaria”. Lo attendono i lavori forzati in Siberia 

Nell’ottobre del 1938, dopo quasi un mese di viaggio, viene internato in un campo di transito vicino a Vladivostok, sulla strada verso il gulag di Kolyma. Da lì, attraverso, una lettera, Mandelshtam informa la famiglia delle sue terribili condizioni di salute. “Sono ridotto allo stremo - scrive -, quasi irriconoscibile”. Osip Mandelshtam muore il 27 dicembre dello stesso anno e il suo corpo viene sepolto in una fossa comune 

Durante la sua intensa produzione letteraria, Mandelshtam si appasiona anche di Dante e della “Divina Commedia” (studierà l’italiano per poterla leggere in lingua originale). Dai suoi studi nascerà la “Conversazione su Dante”, che egli detta alla moglie durante un soggiorno in Crimea e che verrà pubblicata solo nel 1967 

Targa in memoria di Osip Mandelshtam affissa sulla parete dell’Istituto di Letteratura “Gorkij” in Tverskoj Bulvar a Mosca nel 1991 per il centesimo anniversario della nascita del poeta. Sulla targa, realizzata dallo scultore Dmitrij Shakhovskij, si legge: Il poeta Osip Mandelshtam visse in questa casa nel 1922-1923 e nel 1932-1933

Osip Mandelshtam nella riproduzione del disegno dell’artista M. Minaev per la mostra “In memoria delle vittime dello stalinismo”

Anna Akhmatova, Nadezhda Mandelshtam, Lyubov Stenich-Bolshinktsova, Emma Gershtejn. Compleanno di Anna Akhmatova, 23 giugno 1965 circa

La prima dello spettacolo su Mandelshtam portato in scena al teatro Viktyuk

Russia Beyond celebra il 130° anniversario della nascita di Osip Mandelshtam con una conferenza online organizzata dall’Istituto di Cultura e Lingua Russa di Roma, in collaborazione con il nostro giornale e con il patrocinio del centro russo "Russkij Mir", per ripercorrere la vita e le opere del grande poeta. Appuntamento il 5 febbraio alle 18 (ora italiana) in diretta Facebook, Twitter e YouTube. Per maggiori informazioni, cliccate qui