Si intitola “Sfumato” la mostra dell’artista russo Yurij Kuper (Mosca, 1940) che verrà inaugurata il 6 marzo presso la Sala delle Esposizioni all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze
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Oltre cinquanta opere, provenienti da collezioni private e dalla Galleria Patrick Cramer di Ginevra, racconteranno il linguaggio metamorfico dell’arte, grazie al quale è possibile “liberare la magia di qualcosa che non ne possiede dall’origine”
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Ecco allora che un pennello, un tubetto di colore, un vaso di fiori, nelle mani dell’artista assumono un significato nuovo, arrivando a fondere presente e passato, estetica e funzionalità
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Le opere esposte si riferiscono a periodi diversi della vita di Kuper, testimonianze della metamorfosi del linguaggio artistico di un maestro che lavora con successo con diverse tipologie di generi, dalla pittura alla grafica, dal teatro alla forgiatura del metallo
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Tra gli oggetti più significativi in mostra c’è il Libro di Giobbe, pubblicato nel 2010 con una tiratura di 30 copie legate al tema dell'Antico Testamento
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“La personalità artistica di Yurij Kuper si conferma tra le più interessanti dello scenario internazionale”, dice Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze
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“La grandezza di questo artista deriva proprio da quel suo continuo lavoro di mediazione fra i movimenti creativi della sua formazione e della sua maturità, da un lato, e dalla sua originalità filosofica prima ancora che tecnica, dall’altro”, aggiunge Acidini.
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Attraverso le sue opere, infatti, Kuper rivela l’essenza interiore delle cose semplici e dei fenomeni abituali, rivelando le leggi filosofiche - fino a prima rimaste nell’ombra - che regolano l’universo
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“Da artista che ha visto il mondo, Kuper ha forgiato un linguaggio universale che parla a tutti, con potenza arcaica e insieme fascino contemporaneo”.
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Tra il 2016 e il 2019, poi, Kuper cura le scenografie per uno spettacolo diretto dal regista russo Nikita Mijhalkov, “Metamorfosi”, ispirato ai racconti di Chekhov e Bunin: in mostra, anche alcune riproduzioni su carta.
La mostra, che prende il titolo per l’appunto dall’effetto “sfumato” che l’artista conferisce a buona parte delle sue opere, resterà aperta fino al 29 marzo 2020