I film di Hollywood sono spesso un carnevale di cliché: una bomba può essere disattivata un secondo prima dell’esplosione, i condotti di areazione conducono sempre nel posto corretto… E anche quando si tratta di raccontare altri paesi, la fantasia dei registi sembra non avere limiti: a Parigi la Torre Eiffel si vede da ogni hotel e tutti mangiano baguette e croissant. Hollywood non rinuncia agli stereotipi nemmeno quando rappresenta la Russia: donne impellicciate, uomini con il bicchierino di vodka sempre in mano, geroglifici in cirillico… Ecco alcuni dei luoghi comuni più assurdi che appaiono nei film.
In modo più o meno cosciente, questa tecnica è utilizzata in quasi tutti i film dedicati alla Russia. Il paese più grande del mondo viene rappresentato come un luogo tetro e deprimente, dove il sole non splende quasi mai e la gente appare come una massa omogenea di individui. Tutto viene rappresentato attraverso uno sgradevole “filtro” di colori grigio-azzurro.
Ad esempio in “Red Sparrow” (2018) i protagonisti vengono raccontati con banali stereotipi: indossano abiti militari e vestiti grigi, gli interni delle case sono sconfortanti e le strade sono quasi sempre deserte. E stiamo parlando di Mosca! Immaginate come dovrebbe essere il resto del paese!
Questa Russia cupa contrasta nettamente con l’Occidente più brillante. E non appena la protagonista di “Red Sparrow”, interpretata da Jennifer Lawrence, si ritrova in Europa, tutto cambia. Appare subito con trucco, acconciatura nuova e vestiti brillanti. Che miracolo!
Il film “Siberia” (2018), con Keanu Reeves come protagonista, racconta il contrabbando di diamanti dalla Yakutia. Il contrasto è lampante fin dagli ambienti interni: le case occidentali sono rappresentate con una cucina bianca e brillante, elettrodomestici moderni e colorati. L’esatto contrario delle case di Mirny, dove le cucine sono composte da mobili vecchi e sporchi, e tutto appare monotono e deprimente.
Non si sa perché, ma la Russia contemporanea viene ritratta come un posto povero e tecnologicamente arretrato. Ricordate la “mission impossible” di Tom Cruise a Mosca (“Protocollo fantasma”, del 2011)? Il protagonista si ritrova in una via del centro cittadino dove riceve indicazioni sulla sua missione segreta attraverso un vecchio telefono pubblico di epoca sovietica: un dispositivo del tutto anacronistico nell’era degli smartphone!
Anche la protagonista di “Red Sparrow” utilizza un telefono pubblico per fare una chiamata… nel 2018!
Gli interni della scuola in “Red sparrow” sono chiaramente ispirati alle istituzioni burocratiche di epoca sovietica. Le tende sono di un rosso ormai sbiadito e le pareti sono decorate con spenti mosaici sovietici. L’impressione è che si sia tornati indietro nel tempo! Nella maggior parte dei film ambientati in Russia, spuntano come funghi dettagli che rimandano al periodo sovietico.
In “Hellboy” (2004) viene mostrata la base militare di Tobockba a Mosca, composta da un ufficio e due magazzini. Ovviamente svetta l’immagine della falce e del martello, e la scritta URSS che si intravede ogni tanto serve, a quanto pare, a terrorizzare lo spettatore americano medio.
Siate onesti: è impossibile ricordarsi un film di Hollywood in cui la Russia venga mostrata senza neve! “Danko (Red heat)” non conta! E il cinema americano non fa altro che mostrare strade innevate tutte identiche! Prendiamo, ad esempio, il quartiere dormitorio di periferia mostrato in “Red sparrow”: un posto deserto, con un cane randagio che gironzola per le strade.
E che impressionante la strada innevata - totalmente deserta - che conduce alla scuola di intelligence!
Una scena identica la si può vedere anche in “Hellboy”, dove i protagonisti si mettono alla ricerca della tomba di Rasputin a Volokolamsk, nella regione di Mosca.
In “Siberia”, film ambientato in Yakutia, non c’è abbastanza neve: il film infatti era stato girato in Canada in un periodo ancora caldo dell’anno, motivo per cui le foglie verdi degli alberi creano un forte contrasto.
Nelle scene più drammatiche, gli autori aggiungono neve in abbondanza.
E l’inverno sembra “inseguire” i russi non solo a casa propria, ma anche in qualsiasi altro angolo della terra: in “Red” (2010), un film che racconta la storia di alcuni agenti ormai non più in servizio, il personaggio interpretato da Bruce Willis arriva all’ambasciata russa… e anche se nelle scene precedenti faceva caldo, esattamente di fronte all’ingresso dell’ambasciata scoppia una bufera di neve.
E l’entrata dell’ambasciata è ovviamente vigilata... da orsi!
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