Un’amicizia lunga. Un’ammirazione profonda che nemmeno gli attriti degli ultimi anni riuscirono a scalfire. La stima che caratterizzò il rapporto tra lo scrittore Lev Tolstoj e il pittore Ilya Repin fu alimentata dalle incalcolabili ore trascorse a discutere, dalle lunghe passeggiate nella tenuta di Yasnaya Polyana e dai tanti scambi di vedute che i due artisti ebbero nel corso di molti anni. Durante la loro amicizia Repin realizzò numerosi ritratti dello scrittore, riuniti oggi nella mostra “Repin: il mito di Tolstoj” allestita, fino al 13 ottobre 2019 nel Museo “Lev Tolstoj” in via Prechistenka a Mosca.
L’esposizione presenta al pubblico 12 ritratti, 25 disegni, 8 bozzetti dei membri della famiglia, 17 illustrazioni e 3 busti di gesso.
Repin e Tolstoj si conobbero a Mosca nel 1880. In quel momento Tolstoj era già uno scrittore famoso, impegnato in una costante “ricerca spirituale”. E fu proprio lui a recarsi per la prima volta nello studio del giovane pittore. All’epoca Tolstoj aveva 56 anni, Repin 36.
Nelle sue memorie intitolate “Le mie conversazioni con L. N. Tolstoj”, Repin scrisse: “Lev Toltsoj, davvero? Proprio lui in persona! Lo conoscevo solo attraverso i ritratti realizzati da I. Kramsky e me lo immaginavo un signore particolare, un conte, alto, con i capelli scuri e la testa non così grande…”.
Repin restò molto impressionato dalla voce profonda e sincera dello scrittore, che risuonava quando Tolstoj recitava le sue prediche sulla moralità e sull’indifferenza delle persone agli orrori della vita, perse sulla strada della dissolutezza.
“La lampada ardeva sul tavolo, un presagio cupo e misterioso vibrava nell’aria. Sembrava che fossimo alla vigilia del giorno del giudizio… Era qualcosa di nuovo e inquietante”.
Al termine del loro primo incontro Repin si offrì di accompagnare lo scrittore a casa. Successivamente, i due si videro quasi ogni giorno: uscivano a fare lunghe passeggiate e trascorrevano ore a parlare.
Repin rimase molto impressionato dai discorsi di Tolstoj. E scrisse: “Non riesco a dormire, la mia testa ruota intorno ai suoi spietati verdetti sulle forme più obsolete di vita”.
I discorsi dello scrittore sull’abolizione della pena di morte dettero a Repin l’ispirazione per realizzare il quadro “San Nicola di Myra salva tre innocenti dalla morte”. Secondo una delle tante interpretazioni, Repin avrebbe preso spunto proprio da Tolstoj per disegnare l’uomo barbuto raffigurante San Nicola.
L’amicizia con Tolstoj suscitò in Repin sensazioni straordinarie: lo ammise lui stesso in una lettera indirizzata al critico Vladimir Stasov. L’artista confessò di sentirsi piccolo vicino al grande Tolstoj e di nutrire il desiderio di stare ad ascoltarlo all’infinito. “Mio Dio, che anima onnicomprensiva che ha questo Tolstoj!”
Ma Tolstoj ebbe da esprimere giudizi anche sulle opere dello stesso Repin, e quando definì il quadro “I cosacchi” una “raffigurazione leggera”, il pittore se ne rattristò a tal punto da decidere di abbandonare l’opera. La riprese in mano e la ultimò solo qualche tempo dopo. Alla fine, il quadro si rivelò uno dei più apprezzati dalla critica.
Repin si recava spesso a casa dello scrittore a Khamovniki. Nonostante l’assidua frequentazione, ci mise molto tempo prima di realizzare un suo ritratto: lo osservava, cercando di fissare nella propria mente l’immagine di Tolstoj. Il primo ritratto fu realizzato solo nel 1887, quando fece visita allo scrittore nella sua tenuta di Yasnaya Polyana.
Repin trascorse una settimana nella tenuta di Tolstoj e lì realizzò diversi bozzetti. Ritrasse lo scrittore nel suo studio intento a leggere, durante le sue passeggiate, parlando con i contadini o arando i campi.
Quando il collezionista Pavel Tretyakov venne a sapere che Repin si era recato a Yasnaya Polyana, si lamentò per non essere stato avvertito: avrebbe voluto esprimere alcune considerazioni in merito a un possibile ritratto. Tretyakov desiderava infatti che lo scrittore “venisse ritratto per i posteri a figura intera e all’aria aperta in un giorno d’estate”
Tolstoj odiava mettersi in posa. Tuttavia cercava di sopportare con pazienza la realizzazione del ritratto. Al suo amico Vladimir Chertkov, parlando di Repin, scrisse: “Ormai da una settimana Repin vive da noi. Sta realizzando il mio ritratto. Mi sta portando via tempo ma nonostante ciò sono felice, mi ci sono affezionato, è una persona buona e seria”. Una stima dimostrata anche in altre lettere.
Repin si recava spesso a Yasnaya Polyana. E durante le sue conversazioni con Tolstoj cedette completamente al fascino dello scrittore. L’impatto “forte e geniale” della personalità di Tolstoj lo segnò profondamente. Ogni parola pronunciata dallo scrittore rappresentava per Repin la pura verità.
Ma con il trascorrere del tempo fu come se l’incantesimo andasse via via svanendo. La vecchia adorazione di Repin verso Tolstoj lasciò il posto a un senso di pietà nei confronti di quel vecchio con l’aratro in mano, che trascorreva molto tempo solo, chiuso nel suo studio.
Piano piano, l’atteggiamento del pittore nei confronti di Tolstoj cambiò profondamente. Repin si convinse che lo scrittore non avrebbe dovuto abbassarsi al livello dei contadini, ma, al contrario, avrebbe dovuto cercare di elevarli fino a sé.
Un altro ostacolo nella relazione fra i due fu rappresentato dalle questioni sull’arte: Repin si scoprì profondamente in disaccordo con molte tesi difese da Tolstoj.
In un suo articolo lo scrittore definì Raffaello, Wagner e Shakespeare delle nullità, scatenando la rabbia di Repin. “È come se qualcuno mi venisse a dire che Tolstoj è un incapace. Cosa dovrei rispondere a una simile affermazione?”.
Nonostante tutto, i due artisti continuarono a frequentarsi e a filosofeggiare fino alla morte di Tolstoj. Repin continuò a realizzare ritratti del grande scrittore e non si fermò nemmeno dopo la sua morte, nel 1910. Si ritiene che l’immagine iconica di Tolstoj, fedele all’originale, sia giunta fino a noi proprio grazie al lavoro instancabile di questo grande pittore.
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email