I “Quaderni del carcere” di Antonio Gramsci volano in Russia, in quella stessa terra alla quale il politico e filosofo, fondatore del Partito comunista d’Italia, fu indissolubilmente legato. Dal 29 maggio al 7 luglio 2019 il Museo Statale di Storia della Letteratura Dahl di Mosca (Zubovskij bulvar 15/1) ospiterà la mostra “Tra Roma e Mosca. I Quaderni del carcere di Antonio Gramsci”: un’occasione per “far conoscere al pubblico il pensiero, la personalità e il destino di Antonio Gramsci, noto in Russia solo agli studiosi, mentre in Italia e in tutta Europa è considerato una delle figure chiave della storia del XX secolo”.
Oltre a libri, foto e oggetti personali, alla mostra verranno esposti sette dei “Quaderni” conservati presso la Fondazione Gramsci di Roma, e lettere in italiano e russo provenienti dalla collezione dell’Archivio Statale Russo di storia sociale e politica. Tra i cimeli di famiglia provenienti dalla raccolta del nipote e filosofo Antonio Gramsci jr., il pubblico potrà ammirare anche il posacenere che, da accanito fumatore, Gramsci usò fino alla fine della sua vita, e “Il Principe” di Niccolò Machiavelli, che lo accompagnò per tutto il periodo di prigionia e fu fonte di ispirazione per la stesura dei “Quaderni”.
I “Quaderni”, fino ad ora esposti solo una volta fuori dai confini italiani, nell’autunno del 2017 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Londra, scavalcano per la prima volta i confini della Comunità Europea. “Si tratta di un evento di straordinaria importanza sotto il profilo storico e culturale in quanto permette di riaprire un dibattito in Russia sul retaggio politico e la memoria storica legandolo alla figura del pensatore, poco conosciuto al pubblico russo”, commentano gli organizzatori in una nota.
La mostra sarà inaugurata il 28 maggio dall’Ambasciatore Italiano a Mosca, Pasquale Terracciano, dal Presidente della Fondazione Gramsci, Silvio Pons, dal direttore del Museo Statale della Letteratura russa, Dmitrij Bak, dal Direttore dell’Archivio Statale Russo di Storia sociale e politica, Andrej Sorokin, dalla direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura a Mosca, Olga Strada e dal Presidente di Banca Intesa Russia, Antonio Fallico.
Si tratta di un progetto congiunto italo-russo in collaborazione con la Fondazione Gramsci di Roma, dell’Istituto Italiano di Cultura a Mosca, dell’Archivio Statale Russo di Storia sociale e politica, e del Museo Statale di Storia della letteratura russa Dahl (Museo statale della letteratura). La mostra si svolge sotto il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia in Russia e si avvale del supporto di Banca Intesa San Paolo e di Ubibanca.
Eminente uomo politico, filosofo, giornalista, fondatore del Partito comunista d’Italia, dirigente dell’Internazionale comunista, deputato del Parlamento italiano, Gramsci è stato un indomito combattente del fascismo, e una personalità brillante, profonda e originale. Ha lasciato numerosi scritti di storia, filosofia e cultura e non a caso viene paragonato ai grandi classici del pensiero politico moderno e contemporaneo. Le idee di Gramsci hanno influito su diversi ambiti della vita spirituale dell'Italia moderna: dalla letteratura al cinema.
Come delegato del Partito Comunista Italiano al Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista visse tra il 1922 e il 1923 in Unione Sovietica. Qui conobbe Giulia Schucht, figlia del rivoluzionario Apollon Aleksandrovich Schucht, con la quale diede alla luce due figli: Delio e Giuliano. Nel 1926 le autorità italiane arrestarono Gramsci per attività rivoluzionaria e lo mandarono al confino sull’isola di Ustica.
Nel 1928 fu condannato dal tribunale fascista a 20 anni di carcere, ma grazie ad alcune amnistie la condanna venne ridotta. Gramsci trascorse la maggior parte della reclusione nel carcere di Turi vicino Bari e lì scrisse i famosi “Quaderni del carcere” le cui tremila pagine rappresentano il nucleo dell’eredità creativa di Gramsci. A causa delle dure condizioni della reclusione, che ne minarono salute, Gramsci morì pochi giorni dopo essere stato formalmente liberato.
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