Alla 58º Biennale di Venezia (11 maggio-24 novembre 2019) è il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo a fare da curatore per l’esposizione russa al Padiglione dei Giardini
Al centro dell’esposizione, intitolata “Lc 15:11-32” (un riferimento al Vangelo di Luca e in particolare alla “Parabola del figliol prodigo”) c’è un’installazione di Aleksandr Sokurov
Il regista Sokurov (nato il 14 luglio 1951 nella regione di Irkutsk) aveva vinto proprio a Venezia, nel 2011, il Leone d’oro al Festival del Cinema per la sua pellicola “Faust”
Qui ha messo in piedi, al centro del Padiglione russo, un’ installazione multimediale dedicata al grande pittore olandese Rembrandt (1606-1669)
La sua opera “Ritorno del figliol prodigo” (1668) è infatti conservata all’Ermitage, ed è con ogni probabilità l’opera d’arte più famosa al mondo su questo tema evangelico
L’installazione, estremamente coinvolgente, rappresenta al contempo una delle sale più famose dell’Ermitage e l’atelier del pittore, con quadri, sculture e un enorme specchio
Lo spazio interno, che rappresenta il mondo contemporaneo, vuole essere un enorme rifugio, un posto dove isolarsi e conservare i valori spirituali più importanti
L’ Ermitage stesso è un Museo-tempio al quale possono arrivare da tutto il mondo in visita i “pellegrini” alla ricerca del mistero e della salvezza dati dall’arte
L’idea era alla base anche del film “Arca russa” (“Russkij kovcheg”; 2002) di Sokurov, girato in un unico piano sequenza proprio nelle sale del museo di San Pietroburgo
A quanto ha affermato il direttore dell’Ermitage Mikhail Piotrovskij, dopo la fine della Biennale, l’installazione inizierà un tour in varie città russe, da Mosca a Vladivostok
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