C’è anche un pizzico di Russia nella nuova serie per adulti “Love, Death & Robots”, già definita “un inno all’animazione in tutte le sue forme”. Curata da Tim Miller (regista di “Deadpool”) e da David Fincher (registra, tra gli altri, di “Seven”, “Fight Club” e “The Social Network”), la serie è composta da 18 episodi di durata variabile e realizzati da alcune delle più grandi firme dell’animazione moderna. Fra loro spicca anche il 23-enne russo Vitalij Shushko, autore di “Blind Spot”, uno dei primi cortometraggi selezionati da Miller e Fincher per la nuova serie.
Netflix
L’idea di realizzare una serie di animazione per adulti, composta da una raccolta di diversi episodi, è stata concepita da Miller e Fincher circa 11 anni fa durante le riprese del film “Millennium - Uomini che odiano le donne” (The Girl with the Dragon Tattoo).
Gerald Potterton/Columbia Pictures Corporation, 1981
“Miller e Fincher si erano resi conto di avere molte cose in comune - racconta Vitalij Shushko -. Entrambi erano grandi appassionati del film di animazione per adulti degli anni Ottanta ‘Heavy metal', il cui slogan era ‘Sesso, crimine e rock’n’roll’. Ma al giorno d’oggi non si lavora più a progetti come questo, perché nessuno poi è disposto a sponsorizzare animazioni riservate a un pubblico maggiorenne”.
Solo dopo il successo di “Deadpool” (2016), Miller ha capito che era giunto il momento di dare vita a un progetto ben più ambizioso. E Netflix non se lo è fatto scappare.
“Ci hanno spiegato che il progetto si rivolgeva a un pubblico adulto e che quindi tutto doveva risultare più crudo: più sangue, più violenza, un testo grezzo - ricorda Shushko -. E io ho accettato. Il mercato è saturo di animaletti parlanti, come Topolino. La gente vuole qualcosa di più duro. Non parlo ovviamente di pornografia, parlo di storie per adulti, storie serie”.
E proprio da lì è nata la piccola rivoluzione di Miller e Ficher: per la prima volta hanno riunito in un’unica serie i migliori animatori di Vimeo e numerosi vincitori di festival.
Blind Spot
La ricerca del team di animatori per la nuova serie è iniziata nel 2016. Proprio in quel periodo Vitalij Shushko e l’animatrice Elena Volk lanciarono il loro primo film animato “X Story”.
“Tim Miller lo ha visto e mi ha invitato a partecipare al progetto - ricorda Shushko -. Siamo stati i primi a essere contattati! Inoltre gli altri cortometraggi sono rappresentati da grossi studi, noi invece siamo l’unico team composto da singoli professionisti. In questo senso, ci sentiamo molto realizzati”.
Tim Miller/Blur Studio, Netflix, 2019
C’è voluto un anno e mezzo per portare a compimento “Blind Spot”.
“L’idea inizialmente era basata sul concetto di transumanesimo: anche i miei cyborg in passato erano umani! Ma poi ci siamo resi conto che nel mondo dei cyborg la morte non avviene più”.
I quattro migliori cortometraggi di “Love, Death & Robots” secondo Vitalij Shushko:
- “Zima blue”
- “Shape-Shifters”
- “Sucker of Souls”
- “The Witness”
“Quando mi è capitato di incrociare Robert Valley, ideatore di ‘Zima’, gli ho chiesto subito spiegazioni in merito al nome del film, che mi suonava molto russo (‘zima’ in russo significa ‘inverno’, ndr) - racconta Vitalij -. Mi ha detto che la sua marca preferita di vodka si chiamava per l’appunto Zima, e da lì ha tratto ispirazione per il nome del cartone, anche se la vodka non c’entrava nulla”.
Il processo creativo
La maggior parte del lavoro è stata realizzata con lo studio di Miller “Blur Studio”. Netflix è solo titolare dei contenuti e sponsor, interessato al risultato finale.
Tim Miller/Blur Studio, Netflix, 2019
“Miller ci ha scelto su raccomandazione - confessa il regista di “Blind Spot” -. È così che funziona nel mondo dell’animazione: non c’è stato alcun tipo di concorso pubblico per ‘Love, Death & Robots’”.
Tim Miller/Blur Studio, Netflix, 2019
Dopo aver iniziato a lavorare all’antologia, Shushko e Miller si sono telefonati tutte le settimane per un anno e mezzo. “Ci chiedevano costantemente a cosa stavamo lavorando - ricorda Shushko -, alcune idee venivano bocciate, perché Miller aveva un’idea molto chiara dell’intera serie e sapeva dove era necessario mettere maggior dinamica e dove invece era più opportuno rallentare”.
Tim Miller/Blur Studio, Netflix, 2019
“Netflix invece era molto equo: a loro piaceva quasi tutto e non commentavano molto. Grazie al pagamento di Netflix ho potuto ristrutturare la casa e credo di poterci vivere ancora per un anno”.
La vita dopo il successo
Oggi Vitalij Shushko vive a San Pietroburgo, dove si è diplomato all’Accademia di belle arti.
“Ho vissuto e studiato in luoghi molto lontani dal mondo dell’animazione - racconta il giovane -. Negli anni Novanta, poi, le possibilità di produrre qualcosa erano pari a zero. Poi sono arrivati internet, i forum, i blog... e tutto è cambiato”.
Tim Miller/Blur Studio, Netflix, 2019
Il suo primo film è stato concepito nel 2013 e in poco tempo ha addirittura attirato l’attenzione del grande studio americano DreamWorks.
Tim Miller/Blur Studio, Netflix, 2019
“In Russia al giorno d’oggi non ci sono progetti colossali ed entusiasmanti firmati da artisti russi, ma ci sono molte persone di talento. E sono sicuro che molto presto apparirà qualcosa di grandioso, di cui saremo tutti orgogliosi”.
Tim Miller/Blur Studio, Netflix, 2019