Khovanshchina, la grande opera russa alla Scala con Valery Gergiev

Ufficio stampa
Dal 27 febbraio al 29 marzo l’opera di Musorgskij, in scena con la regia di Mario Martone e le scenografie di Margherita Palli, emozionerà il pubblico scaligero. Sul palco, tanti artisti dell’Est

Il grande repertorio russo torna alla Scala con un’importante nuova produzione del capolavoro di Musorgskij: dal 27 febbraio al 29 marzo va in scena “Khovanshchina”, un'opera in cinque atti composta tra il 1872 e il 1880 da Modest Petrovich Musorgskij.

La ribellione dei Vecchi Credenti guidati dal principe Chovanskij contro le spinte innovatrici di Pietro il Grande sarà fatta rivivere a Milano dal grande direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, per la regia di Mario Martone e le scenografie di Margherita Palli. 

Nel cast, insieme a Mikhail Petrenko (Chovanskij) e a Ekaterina Semenchuk (Marfa), ci sarà al suo debutto scaligero anche Evgenia Muraveva, che nel 2017 ha attirato l’attenzione internazionale con “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk”, messo in scena a Salisburgo.

Il coro, personaggio fondamentale della narrazione, sarà diretto da Bruno Casoni.

L’opera era stata ospitata per la prima volta al teatro scaligero nel 1926 e aveva ottenuto un enorme successo. In quell'occasione accanto ad Arturo Toscanini si esibirono molti artisti dalla Russia. Dopo quella storica prima, il lavoro di Musorgskij fu rappresentato alla Scala diverse volte: nel ’33, nel ’49 e negli anni ’70. 

Il 27 febbraio l’opera sarà diffusa in diretta radiofonica da RAI-Radio 3.

 

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