Ilya Repin, Isaak Levitan, Valentin Serov, Kazimir Malevich. Giganti della pittura che hanno reso grande l’arte russa nel mondo. Ma oltre a loro, nel Novecento ci sono state altre figure di talento, seppur di minor fama.
Ecco un breve elenco di artisti meno noti, la cui produzione però non ha nulla da invidiare a quella dei maestri più riconosciuti.
Con i suoi lavori dall’aspetto impressionista che rimandano a fiabe, cavalieri e moschettieri, Mikhail Sokolov difficilmente si inserisce in una precisa scuola d’arte. Rifiutò di aderire allo stile del realismo socialista approvato dallo Stato durante il periodo staliniano e per questo fu relegato ai margini. La sua arte ribelle non era ovviamente accettata dalle autorità dell’epoca.
Nel 1938 Sokolov venne mandato per cinque anni in un campo di lavoro con l’accusa di “attività controrivoluzionaria”. Ma non interruppe la sua produzione artistica.
Considerato uno dei maestri dell’avanguardia russa, Viktor Bart ebbe un’esistenza sfortunata, seppur ricca di avventure. Guardiamarina dell’esercito zarista durante la Prima guerra mondiale, prestò servizio con gli Alleati in Francia. Al termine della guerra si trasferì a Parigi, dove lavorò come pittore, frequentando Pablo Picasso e i geni dell’avanguardia russa come Mikhail Larionov e Natalya Goncharova.
Ma, a differenza di quei talenti, Bart non raggiunse mai il successo.
Nato poco dopo la fondazione dell’Urss, sviluppò un’arte profondamente realista, seppur radicata nella cultura sovietica. I suoi dipinti riflettono infatti una chiara rappresentazione del popolo sovietico: ne è un esempio una tra le sue maggiori opere, “Tracce di guerra”, raffigurazione pittorica nella quale Korzhev mostra un gruppo di veterani feriti durante la Grande guerra patriottica.
Anch’egli artista sovietico, a differenza di Korzhev ha creato dipinti leggeri che raffigurano la vita nella sua pienezza. Quasi sempre con un drink in mano, Zverev dipingeva, scriveva poesie e istigava il conflitto con chiunque: semplice suo intento per rendere la vita più intesa.
Definito da Picasso “il miglior pittore russo”, creò un’enorme quantità di quadri: circa 30.000 opere nel corso della sua breve vita. Dipinti che mescolano diversi stili del XX secolo, dall’espressionismo all’astrattismo.
Maestro di complesse astrazioni artistiche, Lang ha avviato la propria produzione negli anni Ottanta, in un periodo di profonde trasformazioni in Russia. “Ogni artista era alla ricerca della propria identità - commenta l’osservatore Dmitry Butkevich -, qualcuno ha abbracciato la tradizione nazionale, altri hanno scelto l’arte occidentale. Lang, invece, ha combinato entrambi”.
Le sue opere sfiorano l’assurdo, unendo poemi russi e barzellette. Una fusione che li trasforma in manifesti onirici, lontani dalla raffigurazione del mondo esterno, bensì del suo sfondo bizzarro e scuro.
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