Gatti, fantasmi e capolavori dimenticati: 7 cose che non tutti sanno sull’Ermitage

Cultura
BORIS EGOROV
La collezione d'arte più grande e famosa del mondo è talmente vasta che ci vorrebbero dieci anni per ammirarla interamente. E poi, state alla larga da questo museo nelle notti di luna piena…

1/ Da collezione personale d’arte a museo di fama mondiale

Prima che l’Ermitage diventasse uno dei musei più grandi e famosi del mondo, ospitava “semplicemente” la collezione personale d’arte dell’imperatrice Caterina II. Fu aperto al pubblico nel 1852 e oggi è uno dei musei più visitati del Pianeta.

2/ Occorrono 10 anni per visitarlo completamente

Il museo, immenso per dimensioni, custodisce più di tre milioni di opere, ma solo il 5% è esposto al pubblico all’interno di 350 sale. Se un visitatore dedicasse un solo minuto all’osservazione di ogni opera, trascorrendo ogni giorno 8 ore all’interno del museo, ci vorrebbero 10 anni per vedere tutti i capolavori di questa straordinaria collezione!

3/ Gatti, custodi speciali

La tradizione di “impiegare” i gatti all’interno del museo ha origini antiche: i mici venivano infatti utilizzati per tenere alla larga i topi. E ancora oggi decine di felini vivono nei seminterrati, portando avanti questo importante compito.

4/ Fantasmi e leggende

Si dice che l’Ermitage sia infestato da fantasmi, come quello di Pietro il Grande e degli ultimi membri della famiglia Romanov. Secondo una leggenda, nelle notti di luna piena sotto la statua dell’antica divinità egizia Sekhmet appare una pozza di sangue…

5/ La più grande collezione di Rembrandt

L’Ermitage custodisce la più grande collezione di opere di Rembrandt al di fuori dei Paesi Bassi. Tra i suoi capolavori si contano “Ritorno del figliol prodigo” e “Saskia in veste di Flora”.

6/ Un garage per i Romanov

La rimessa delle auto dei Romanov si trovava proprio all’Ermitage! Lì venivano parcheggiati più di 50 veicoli della famiglia imperiale, scomparsi misteriosamente dopo la Rivoluzione del 1917.

7/ Capolavori dimenticati

Tra le sale dell’Ermitage si possono ammirare migliaia di capolavori, ma la maggior parte delle produzioni artistiche è nascosta nei magazzini. In molti casi perfino i dipendenti del museo non sanno quali opere si celino nelle stanze segrete e nei seminterrati. Nel 1960 un esperto di arte olandese, mentre sorseggiava un tè con alcuni dipendenti del museo, scorse dietro un armadio una tela che gli sembrava familiare: si scoprì che era “Venere, Bacco e Cerere” del pittore e incisore olandese Hendrick Goltzius. Da allora, i dipendenti dell’Ermitage sognano di trovare e portare alla luce nuovi capolavori.