Cinque alberi cari agli antichi slavi

Maksim Blinov/Sputnik
La betulla è uno dei simboli più riconoscibili del paese. Ma ci sono anche altre piante che vantano un legame particolare con i russi

1/ Betulla

La betulla è uno degli alberi più diffusi nel paese ed è stata fonte di ispirazione per canzoni, poesie e dipinti. Gli slavi nell’antichità la consideravano un albero sacro, spesso associato all’arrivo della primavera, alla purezza, alla bellezza della natura e alle qualità femminili.
Il termine russo per indicare questa pianta è “beryoza”. Secondo i linguisti, deriva dall’antica parola slava “berza”, che significa “brillare, rendere bianco”. Il termine, infatti, è simile alla parola russa “belyj”, ovvero “bianco”.
In passato la gente era convinta che passeggiare in un bosco di betulle o toccare la corteccia di questi alberi fosse sufficiente per ripristinare l’equilibrio emotivo, ridurre lo stress ed essere felici.
Infine, quando la carta non era ancora diffusa, i russi erano soliti utilizzare la corteccia delle betulle per scrivere, proprio come gli antichi egizi facevano con il papiro.

2/ Quercia

La quercia ha sempre avuto un fascino particolare sugli antichi slavi, e nella storia più recente è stata ribattezzata “l’albero dello zar”.
All’ombra di questa pianta gli antichi slavi celebravano riunioni, matrimoni e rituali, convinti che tutto ciò che accadeva ai piedi delle quercie fosse volere degli Dei. Non a caso gli antichi slavi costruirono anche templi e santuari nei boschi di quercia, convinti che avessero un grande potere curativo. Secondo antiche credenze, infatti, questo albero funge da mediatore tra l’uomo e l’universo.

3/ Sorbo

Elogiato nelle opere di molti poeti russi come Marina Tsvetaeva, Aleksandr Pushkin e Anna Akhmatova, il sorbo è stato a lungo simbolo dell’anima poetica del paese. Veniva spesso piantanto nelle tenute della nobiltà russa, nei monasteri ma anche nei giardini delle case delle famiglie comuni. L’aspetto festoso delle sue bacche è associato alla gioventù e all’amore perduto, ma anche alla solitudine. Nella poesia è spesso indicato come simbolo della vita, breve e tragica, ma eterna.
Gli antichi slavi erano convinti che il sorbo avesse poteri magici e utilizzavano i rami ricchi di bacche per scacciare il male e proteggersi dalle disgrazie. Proprio come la betulla, si riteneva che anche il sorbo portasse felicità alla famiglia.

4/ Abete

Simbolo natalizio per eccellenza (yolka, in russo, per indicare l’albero di Natale), è molto diffuso nelle foreste del paese. Gli antichi slavi erano convinti che rappresentasse l’eternità della vita e lo vedevano come un punto di collegamento tra i vivi e i morti. Si credeva che avesse poteri curativi e che proteggesse la casa dal male. Spesso i suoi rami sono stati utilizzati per scopi medici.

5/ Acero

I russi adorano scattarsi foto con le foglie dell’acero: è un rituale accompagna sempre l’inizio dell’autunno. Ma nella mitologia slava gli aceri avevano un significato molto più mistico: erano considerati il simbolo della reincarnazione e si credeva che ogni acero ospitasse un’anima umana in attesa di tornare nuovamente sulla terra. L’associazione tra l’albero e l’uomo è dovuta alle foglie a cinque punte, che ricordano le cinque dita di una mano.
L’albero veniva utilizzato anche per commemorare alcune feste slave e le sue foglie servivano da decorazione.

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