Bufera sulla Tretyakov: il divieto di parlare nelle sale infiamma il dibattito

Legion Media
Il provvedimento sarebbe stato adottato per contrastare la presenza di guide non autorizzate nel museo. Ma secondo alcuni visitatori è stato superato ogni limite: “Ci hanno cacciato per un semplice scambio di opinioni davanti ai quadri”

La galleria Tretyakovskaya di Mosca in queste settimane si è ritrovata al centro di uno scandalo che ha infiammato gli animi degli appassionati dell’arte. Nel celebre museo di Mosca è infatti stato introdotto il divieto di parlare.
I rumors su questo assurdo divieto hanno iniziato a circolare dopo che alcuni insegnanti dell’Università MGU con i loro studenti sono stati cacciati dalla galleria. Il gruppo aveva infatti organizzato una lezione nelle sale della galleria, senza però prendere accordi con il museo. Dopo il fattaccio, gli insegnanti hanno scritto una lettera al Ministero della cultura nella quale denunciavano di essere stati zittiti durante un semplice “scambio di opinioni”.
L’accaduto è ovviamente rimbalzato sui social network, trovando la solidarietà di altre persone, che dicono di aver vissuto la stessa esperienza.
“Abbiamo deciso di fare un giro per le sale con un gruppo di amici. Eravamo in cinque. Naturalmente io ho iniziato a raccontare qualche fatto interessante, a far notare gli abiti e i copricapo dei ritratti. Immediamante siamo stati richiamati dai guardiasale, che ci hanno detto che solamente le guide autorizzate potevano tenere delle escursioni. Ma di quali escursioni stavano parlando? Stavamo solamente parlando”.
- Io non lo so! Semplicemente non si può!
- E cosa dobbiamo fare, visitare il museo completamente muti?
- Evidentemente dovete stare zitti. Sennò, rivolgetevi all’amministrazione”.
Questo episodio, accaduto nella galleria Tretyakov, è stato denunciato su Facebook dal giornalista di Fashionograph, Tim Ilyason. Ma come è finita la storia? Tim e i suoi amici non hanno voluto zittirsi, e sono stati così cacciati da una guardia della sicurezza della galleria.
Le scuse del museo
I dipendenti del museo hanno immediatamente cercato di fare chiarezza sulla situazione: nessuno, hanno detto, ha vietato ai visitatori di parlare nelle sale. La galleria ha introdotto l’obbligo di accredito per i gruppi, per risolvere il problema degli spostamenti tra le varie sale.
La ricercatrice senior della Galleria, Tatyana Goryacheva, ha infatti spiegato su Facebook che lo scandalo sarebbe stato gonfiato da alcune affermazioni fatte dai dipendenti del museo sull’onda dell’emotività. Secondo questo fenomeno nascerebbe dalla “scarsa cultura” dei visitatori e dalla costante presenza di guide non autorizzate.
Secondo Goryacheva, i visitatori che si recano alla galleria con le guide non autorizzate dal museo finirebbero per occupare a lungo lo spazio vicino ai quadri più famosi, impedendo alle guide autorizzate di svolgere il proprio lavoro. Così come ha detto Goryacheva, le guide autorizzate troverebbero sempre il modo di agevolarsi a vicenda, cosa che invece non avviene con le guide esterne, noncuranti della presenza di altri gruppi che desiderano ammirare i capolavori.
Goryacheva ha quindi aggiunto che non è vietato parlare nelle sale della galleria e che nessuno viene espulso dal museo.
Tuttavia, il commento ha suscitato la rabbia degli utenti quando Goryacheva ha scritto: “Dobbiamo in qualche modo conciliare la nostra istruzione universitaria con la richiesta del pubblico”.
La Goryacheva in poco tempo ha rimosso la sua pubblicazione e la Tretyakov ha ben presto chiesto scusa per questo disagio.
Il polverone sollevato ha comunque fatto sì che si accendessero i riflettori sulla Tretyakov. E la gente ha ricordato che il mercoledì l’ingresso è gratuito.

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