Il Museo statale di Arte contemporanea di Salonicco è stato inaugurato nel 2002. La raccolta è composta in gran parte dalla vasta e leggendaria collezione di avanguardie russe risalenti alla prima metà del XX secolo, raccolta dopo la Seconda guerra mondiale a Mosca da George Costakis. In precedenza i lavori di Kazimir Malevich, Wassily Kandinsky, Aleksandr Rodchenko e Lyubov Popova (più di 1.300 opere della stessa collezione), erano state esposte negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Gran Bretagna e in molti altri paesi. Ma Costakis, che lasciò l’Urss nel 1977, come fece a portare fuori dal paese una collezione di capolavori così significativa?
L’accordo col governo sovietico
George Costakis è nato a Mosca nel 1913. Ha ottenuto la cittadinanza greca attraverso il padre, cittadinanza che è riuscito a mantenere durante tutta la sua permanenza in Unione Sovietica. Negli anni Trenta ha iniziato a lavorare presso alcune ambasciate straniere nella capitale, nell’ambasciata greca, in quella britannica e successivamente in quella canadese. La sua passione per le opere d’arte è nata proprio in quegli anni. In un primo momento Costakis ha iniziato a interessarsi di antiquariato, poi, dopo la Seconda guerra mondiale, la sua attenzione si è rivolta prevalentemente verso le avanguardie russe. Un amore fiorito dopo l’incontro con l’artista metafisica Olga Rozanova.
In quegli anni queste opere d’arte erano facilmente reperibili: le autorità sovietiche non avevano più bisogno di rivoluzionari nel campo dell’arte. E molti artisti cambiarono il loro stile modernista per uno stile di vita più tranquillo.
“Nel 1937 l’avanguardia entrò nel dimenticatoio - racconta il direttore del museo di Salonicco, Maria Tsantsanoglou -. L’Urss aveva bisogno di un nuovo realismo che potesse essere compreso dalla gente comune, e così le opere della avanguardie finirono per essere sepolte nei magazzini dei musei”.
E così Costakis iniziò a “dare la caccia” alle opere degli artisti di quel periodo. Riuscì ad esempio a impossessarsi di un’opera di Lyubov Popova, morta nel 1924. L’opera, dipinta su un pezzo di compensato, era rimasta nella dacia di alcuni parenti dell’artista e veniva utilizzata come persiana. Secondo i racconti di alcuni suoi contemporanei, molte opere venivano utilizzate per coprire finestre e pareti.
Quando a Costakis venne diagnosticato un cancro, decise di trasferirsi in Europa per curarsi. Avrebbe voluto portare con sé la sua collezione di dipinti, opere, sculture e manoscritti. Ma nessuno ovviamente gli rilasciò il permesso per lasciare il paese con un simile tesoro.
Grazie a un “accordo” con il governo sovietico, egli lasciò in eredità un terzo della sua collezione alla Galleria Tretyakov, come “dono”. In cambio gli venne concesso di portare all’estero alcune opere, oggi esposte a Salonicco e in varie mostre in giro per il mondo.
La casa greca delle avanguardie russe
Nel 1997, sette anni dopo la morte del collezionista, il governo greco acquistò la sua collezione. Le opere vennero esposte nel Museo di Salonicco, accanto ad altre opere di arte contemporanea russa e greca. Ora è stato deciso di rinnovare non solo il museo, ma anche la collezione, e per questo è stato fondato qui un centro internazionale per lo studio delle avanguardie. L’ente governativo che si occupa del progetto ha invitato la gallerista russa e fondatrice della Heritage Art Foundation, Kristina Krasnyanskaya, a dirigere il comitato di sviluppo istituito dal museo.
“Si tratta dell’unica raccolta completa di avanguardie russe all’estero e oggi abbiamo la meravigliosa opportunità di studiarla, promuovendo in questo modo la cultura russa in Occidente”, ha detto Krasnyanskaya a Russia Beyond.
E così il 29 giugno nel museo è stata inaugurata una nuova mostra, allestita grazie al sostegno della fondazione russa AVC Charity Foundation creata da Andrej Cheglakov. La mostra porta il nome di “Thessaloniki. The Costakis Collection. A Restart” e si tratta del primo progetto organizzato dal comitato. Al progetto hanno partecipato anche Alla Lukanova e Natalia Avtonomova, esperte di avanguardie.
La mostra non solo racconta la storia del collezionista Costakis (a lui è stata dedicata un’intera sala commemorativa), ma offre un viaggio attraverso le avanguardie russe, dai primi anni del XX secolo, quando gli artisti russi subivano le influenze dei modernisti europei, trovando poi ispirazione nel folklore, fino alla nascita del Cubo-Futurismo e del Suprematismo.
Tre piani del museo ospitano opere e porcellane di Malevich, Kandinsky, Popova, Rodchenko, Nikritin, Klyun e altri ancora.
“Vogliamo invitare altri musei del mondo e nuovi collezionisti a partecipare a questo progetto”, conclude Krasnyanskaya. Una speranza che trova solide fondamenta, visto che le avanguardie russe oggi sono presenti in numerose collezioni del mondo, dal Centro Pompidou di Parigi alla Tate Modern di Londra, passando per il Museum of Modern Art di New York .