Dieci classici del teatro russo da non perdersi, e dove vederli a Mosca e San Pietroburgo

Pièce leggendarie di autori che vanno da Fonvizin a Chekhov, da Tolstoj (sì, è stato anche un buon drammaturgo) a Gorkij, da Lermontov a Gogol. Ecco quali sono al giorno d’oggi le messe in scena di maggiore qualità

I grandi autori classici della letteratura russa non hanno scritto solo ponderosi romanzi, ma anche pièce per il teatro. La gran parte di questi lavori non hanno perso la loro attualità, e sono ancora messi in scena sui palcoscenici di mezzo mondo. Russia Beyond ha chiesto a Grigorij Zaslavskij, critico teatrale e rettore della Gitis, l’Università russa di arti teatrali, uno dei più grandi istituti d’arte drammatica al mondo, di fare una lista con le più note pièce russe e di indicare i teatri di Mosca e San Pietroburgo dove è meglio vederle rappresentate al giorno d’oggi.

“Il minorenne”, Teatro Malyj, Mosca

Le prime opere del teatro di prosa russo furono scritte nella seconda metà del XVIII secolo. Ma erano in una lingua che all’orecchio attuale suona vetusta, e per questo è molto raro trovarle in cartellone. Una delle rare eccezioni è “Il minorenne” di Denis Fonvizin, tanto che alcune delle frasi tratte da questa pièce sono ancora oggi usate di frequente nel linguaggio quotidiano, come modi di dire. Per esempio la battuta del protagonista, il teenager Mitrofanushki: “Non voglio studiare, mi voglio sposare”. A Mosca si può godere di questa commedia al Teatro Malyj.

“Che disgrazia l’ingegno!”, Teatro Malyj e Teatro Sovremennik, Mosca

Fino ai nostri giorni una delle principali pièce del teatro russo è la commedia in versi “Che disgrazia l’ingegno!”, scritta da Aleksandr Griboedov nel 1825, seguendo tutti i canoni del teatro classico, ovvero con unità di tempo, di luogo e d’azione. Tutto si svolge in un giorno, un una sola casa e gira attorno a un solo tema (amoroso). Questo approccio tradizionale al teatro può essere gustato tanto al Teatro Malyj che al Sovremennik, nella coraggiosa interpretazione del famoso regista Rimas Tuminas, dove all’inizio esce sulla scena il non ancora vecchio proprietario di casa Famusov con un’accetta, di tutto cuore, fa a pezzi dei libri su un ciocco.

“L’ispettore generale”, Teatro Aleksandrinskij, San Pietroburgo

Commedia più importante nella storia del teatro russo, “L’ispettore generale” (più raramente tradotto anche come “Il Revisore”) di Nikolaj Gogol, è la storia di come un piccolo funzionario è scambiato per un importantissimo ispettore, per il solo fatto di arrivare in provincia dalla (allora) capitale San Pietroburgo. Oggi la rappresentazione più interessante di questo classico è all’Aleksandriskij, teatro pietroburghese, nella messa in scena di Valerij Fokin.

“Un ballo in maschera”, Teatro Aleksandrinskij, San Pietroburgo

Fokin di recente ha messo in scena anche “Un ballo in maschera” di Mikhail Lermontov, un melodramma romantico, diventato leggendario grazie al grande regista russo Vsevolod Mejerkhold, la cui première, in questo stesso Teatro Aleksandrinskij, si tenne alla vigilia della Rivoluzione di Febbraio del 1917. Cosicché lo spettacolo, alla preparazione del quale il regista aveva lavorato sette anni, divenne il simbolo dell’addio all’Impero. Nel suo lavoro, Fokin conduce un aperto dialogo con quella leggendaria rappresentazione, che è sopravvissuta a due rivoluzioni e non è uscita dalle scene per tanti decenni.

“Il matrimonio”, Teatro Lenkom, Mosca

“Il matrimonio”, a volte tradotto anche come “I fidanzati” è un’altra commedia di Nikolaj Gogol che non ha perso la sua verve comica in oltre un secolo e mezzo (è del 1835). Racconta la storia del fallimentare matrimonio di un funzionario non di primo pelo e della sua proposta di nozze alla fidanzata, anche lei non troppo giovane, la quale tormentosamente sceglie tra diversi pretendenti. Come simbolo di una scelta difficile è entrata come modo di dire nel russo una frase del personaggio della fidanzata: “Se le labbra di Nikanor Ivanych si mettessero vicino al naso di Ivan Kuzmich, e se avessero un po’ della spregiudicatezza di Baltazar Baltazarovich…”.

“L’uragano”, Teatro BDT Tovstonogov, San Pietroburgo

“L’uragano” di Aleksandr Ostrovskij è un’autentica tragedia sulla fede e l’amore, nel finale della quale la protagonista Katerina si getta da un dirupo nel fiume Volga. Merita di assistere a questo spettacolo a San Pietroburgo, nella messa in scena di Andrej Moguchij, che disvela in questa pièce la bellezza ornamentale e la soavità della vita russa, tanto quanto il suo crasso provincialismo, che porta alla morte l’eroina.

“I frutti dell’istruzione”, Teatro Majakovskij, Mosca

Lev Tolstoj è stato non solo un grande romanziere, ma anche un ottimo drammaturgo. Nella pièce “I frutti dell’istruzione” descrive, in modo esilarante, la passione degli aristocratici russi per le sedute spiritiche. Non perdetevi questa commedia al Teatro Majakovskij, nella messa in scena di Mindaugas Karbauskis.

“Zio Vanja”, Teatro Vakhtangov, Mosca

Come noto, se si dovesse ridurre tutta la drammaturgia mondiale a due nomi, rimarrebbero Shakespeare e Chekhov. Delle sue quattro opere principali, “Il gabbiano”, “Zio Vanja”, “Tre sorelle” e “Il Giardino dei ciliegi” non è possibile sceglierne solo una, così nel nostro elenco ne lasciamo almeno due; quelle che oggi hanno le più interessanti interpretazioni in teatro. La prima è sicuramente lo “Zio Vanja” del Teatro Bakhtangov per la regia di Rimas Tuminas, spettacolo che ha già viaggiato per mezzo mondo e che, ovunque è stato presentato, ha ottenuto grandi successi. Il ruolo principale lo interpreta uno dei migliori attori del teatro russo: Sergej Makovetskij.

“Il Giardino dei ciliegi”, Teatro MDT Evropy, San Pietroburgo e Teatro Sovremennik, Mosca

“Il Giardino dei ciliegi”, come in generale Chekhov, è un classico del repertorio di molti teatri. Per cui vale la pena di citare come minimo due spettacoli. Uno è in cartellone al Teatro MDT Evropy di San Pietroburgo, nella messa in scena del suo direttore artistico Lev Dodin; il secondo al moscovita Teatro Sovremennik.
“Vassa Zheleznova”, Teatro Mkhat Gorkij, Mosca

In questa pièce, Maksim Gorkij è stato in grado di rappresentare la rapida ascesa e l’altrettanto rapida caduta del capitalismo russo prerivoluzionario. La protagonista dell’opera è la ricchissima ed eccezionale Vassa, che in meno di tre ore di tempo scenico riesce a salvare la famiglia dalla vergogna, costringendo il marito a bere il veleno, e nel finale muore lei stessa, impiccandosi.

Qual è la situazione del teatro nella remota provincia russa? Ottima. Guardate il caso di Magadan

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