Ecco come il teatro immersivo mostra agli spettatori un altro lato di sé

Anastasia Timofeeva ha vissuto a New York per dieci anni, lavorando su documentari brevi e progetti di pubbliche relazioni. Dopo aver assistito a uno spettacolo immersivo in un locale off di Broadway chiamato The Alving Estate, ha deciso di portare il formato in Russia

Anastasia Timofeeva ha vissuto a New York per dieci anni, lavorando su documentari brevi e progetti di pubbliche relazioni. Dopo aver assistito a uno spettacolo immersivo in un locale off di Broadway chiamato The Alving Estate, ha deciso di portare il formato in Russia

Ufficio stampa
Il pubblico non è più passivo, ma va in scena con gli attori. Questo tipo di spettacolo si sta diffondendo in Russia, dove aiuta una popolazione tradizionalmente introversa a conoscersi più a fondo e a dar forma alle proprie emozioni

La produttrice creativa di uno dei primi spettacoli di teatro immersivo in ​​Russia, “Vernuvshiesja/The Revenants”, Anastasia Timofeeva, ha parlato con Russia Beyond della sua esperienza nel portare questo nuovo format teatrale in Russia.

Qual è il principio chiave del teatro immersivo?
Il teatro immersivo non è definito dal contenuto dello spettacolo, ma dal ruolo del pubblico. Il pubblico non è più un osservatore passivo, ma un partecipante attivo nelle storie. Per questo motivo, gran parte dell’esperienza ruota attorno al proprio bagaglio emotivo e alla capacità di entrare a teatro con una mente aperta e di non farsi condizionare dalle aspettative.

Le sensazioni, le emozioni e le fonti di curiosità che ti circondano nello spettacolo possono insegnarti molto su di te. Non solo perché la storia ti viene recitata attorno, ma anche perché hai la libertà di scegliere ciò che quella storia significa per te, in prima persona. Inizierai a osservare te stesso e la tua vita attraverso questo prisma teatrale, e imparerai a fidarti del tuo vero istinto.

Il teatro immersivo ti dà l’opportunità di riscoprire gli impulsi che desideriamo veramente, anche fin dall’infanzia. È un tipo di libertà e avventura che pensavi non avresti mai più provato.

L’immersione come metodo di spettacolo è nata durante i periodi di genocidio in Cambogia (verso la fine degli anni Settanta). Non c’erano documenti o prove dell’accaduto, perché tutti i filmati vennero distrutti. Le persone decisero così di ricostruire gli eventi in modo artistico. Volevano ricreare gli eventi e riviverli ancora una volta.

La [British] Punchdrunk Theatre Company è stata la prima a realizzare spettacoli coinvolgenti come genere, realizzando i progetti più famosi e di successo.

Come lavori con gli attori? È più difficile per loro essere ben preparati o improvvisare?
Facciamo le prove con un metodo che è stato creato e ideato in America. Spinge gli attori a lavorare come un ensemble, a cancellare qualsiasi ego e ad aprire le loro menti, aspettarsi l’inaspettato.

Insegniamo ai nostri attori come trovare la storia nelle loro vite quotidiane. Sfidiamo i nostri attori a mettersi a disagio. Per esempio, sdraiarsi per terra in un luogo pubblico affollato per provare l’euforia di diventare la cosa inaspettata nella normalità collettiva della vita quotidiana.

Come reagisce il pubblico?
Ci sarebbero troppi piccoli aneddoti divertenti da raccontare sulla gente del pubblico, ma per me la cosa migliore è il senso di comunanza silenziosa, gli sguardi, il contatto visivo e la vicinanza fisica. Durante lo spettacolo, il pubblico si preoccupa meno del proprio spazio personale.

Sembra di “fluttuare” quando ti metti in uno spazio chiuso per diverse ore, e trovi il tuo dialogo interiore e porti il tuo corpo alla pace e al rilassamento. Credo che il teatro immersivo sia diventato così popolare in Russia perché generalmente le persone in questo Paese sono tese e tendono a bloccare le loro emozioni.
Ci auguriamo che il nostro pubblico si apra a noi e si fidi di noi almeno un po’, e, cosa più importante, che abbia fiducia in se stesso. Questo li aiuterà a concentrarsi sulle loro emozioni represse. Il teatro immersivo è tutto incentrato sulla scoperta dei sentimenti veri e obiettivi.

Quali sono state le difficoltà nel pubblicizzare uno spettacolo di teatro immersivo in Russia?
Il marketing del teatro immersivo è difficile indipendentemente dal Paese. Perché dobbiamo invogliare il pubblico a partecipare, in un mondo in cui a livello di emozioni siamo abituati a non dare troppo. È una sfida.

I russi percepiscono le performance immersive in modo diverso?
Lo spettatore russo ha un tipo di pensiero molto intelligente e analitico. Allo stesso tempo, uno spettatore di qui può dire “Ho pagato i soldi e mi piacerebbe vedere l’intero spettacolo e non perdere nulla”.
Per questo alcuni ​​russi alle prime esperienze provano frustrazione dopo lo spettacolo. Hai la libertà di azione, quindi sei responsabile per i contenuti che vedi e per l’intrattenimento che ottieni.
Dalla nostra infanzia noi russi abbiamo la cultura di essere “spettatori passivi”, che vengono intrattenuti da altri. È una forma di consumismo artistico. Nel teatro immersivo lo spettatore è il nostro partner.
Ci sono molti momenti psicologici nel comportamento di una persona mentre guarda uno spettacolo immersivo; lo spettatore reagisce consapevolmente a un determinato personaggio, non a caso. Bisogna trattare uno spettacolo immersivo nello stesso modo in cui si vede la propria vita: o si presta attenzione a essere in controllo di ciò che sta accadendo tutto il tempo, o semplicemente si può rilassarsi e seguire il flusso.
Un’altra particolarità del pubblico russo è che non segue mai le regole. Quindi le persone cercano sempre di restare insieme ai loro amici (normalmente il pubblico è diviso in diversi gruppi e ognuno inizia lo spettacolo in tempi diversi). Capita che qualcuno cerchi di “corrompere” un attore: “Ecco, prendi 200 rubli e lasciaci venire insieme.” Ma è così importante fare diverse esperienze durante lo spettacolo ed essere in grado di condividerle con gli amici, mettere insieme i pezzi del puzzle, per comunicare, per capire cosa è successo, combinando le varie impressioni.
Non è nemmeno uno spettacolo, non è una performance, è uno stile di vita.

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