Sono tanti i ballerini, i compositori, gli artisti, i coreografi e gli imprenditori russi che hanno lavorato per “I Balletti Russi”, la compagnia russa che, all’inizio del ventesimo secolo, conquistò l’intera Europa, ed è nota anche con il nome francese di “Ballets Russes”. Persone di immenso talento che hanno glorificato il balletto russo in tutto il mondo, facendo diventare di moda la cultura russa.
Sergej Djaghilev, l’impresario fondatore dei Balletti Russi
Impresario di estremo talento, Sergej Diaghilev (1872-1929) giocò il ruolo più importante nella diffusione internazionale della cultura russa. Fondò Le Stagioni Russe (Les Saisons Russes), progetto che più tardi diede vita ai Balletti Russi, e contribuì a rendere nota anche al pubblico internazionale questa forma d’arte, russa nella sua quintessenza. Nel farlo ebbe una grandissima influenza nello sviluppo di tutta la cultura mondiale. A partire dal 1906 questa elegantissima vetrina di arte russa, musica classica, opera e, poco dopo, balletto, girò per tutta l’Europa ricevendo, ovunque andasse, applausi dalla critica e vera e propria adorazione da parte del pubblico.
Djaghilev, in realtà, modificò la natura stessa del balletto classico russo: lo rese più innovativo, più breve e accompagnato da decorazioni bellissime in grado di sbalordire gli spettatori di tutto il mondo.
“Mi sono impegnato nella creazione di un nuovo tipo di balletto, più conciso, in grado di diventare una forma d’arte autosufficiente, includendo tre importanti componenti del balletto: la musica, la scenografia e la coreografia. Questi aspetti sono stati mescolati insieme in modo più forte che in passato”, scrisse Djaghilev nelle sue memorie nel 1928.
A lavorare sui costumi e le decorazioni dei Balletti Russi furono coinvolti anche artisti di grido del livello di Pablo Picasso, Coco Chanel e Henri Matisse. Ma la più “grande scoperta” di Djaghilev fu il compositore Igor Stravinskij.
Vaslav Nizhinskij, ballerino
Una delle stelle più luminose dei Balletti Russi, Vaslav Nizhinskij (1890-1950) ebbe una carriera incredibile anche se breve e tragica. Il suo stile di danza riusciva a essere, nello stesso tempo, forte e leggero. Lasciava gli spettatori a bocca aperta con i suoi salti mozzafiato, creando l’effetto di una persona che vola a mezz’aria.
Tutto di lui era sorprendente e strano, perfino l’aritmetica della sua vita: dieci anni di infanzia, dieci anni di scuola di balletto, dieci altri anni straordinari sul palco. Tutti insieme, sono trent’anni, e poi dopo una rottura personale e professionale con Djaghilev, ne passò altri trenta in un manicomio in Svizzera, alternandosi in varie cliniche europee: gli era stata diagnosticata la schizofrenia e fu dimenticato da tutti.
Eppure era stato l’idolo assoluto, il più acclamato del suo tempo. Stupiva il pubblico grazie allo stile e alle innovazioni nel balletto moderno. Dopo averlo visto esibirsi, l’attrice Sarah Bernhardt disse di aver visto il più grande attore di sempre. Auguste Rodin ammirò la sua plasticità perfetta e Charlie Chaplin tentò, di nascosto, di riprenderlo in un video, cosa assolutamente proibita da Djaghilev.
Oltre a Nizhinskij, i Balletti Russi erano famosi per altri grandi ballerini: Anna Pavlova, Leonide Massine, Mikhail Fokine, Serge Lifar e altri ancora.
Anna Pavlova, la prima ballerina
Un genio della danza: divenne il simbolo dei Balletti Russi. Ritratta dal famoso pittore russo Valentin Serov per i poster ufficiali, Anna Pavlova (1881-1931) fu una vera e propria star internazionale.
Addirittura convinse Djaghilev a includere il balletto nazionale nel programma dei Balletti Russi: una decisione che rese il progetto ancora più popolare. “Anna Pavlova è una nuvola che volteggia sulla Terra”, scrivevano all’epoca i giornali. La sua interpretazione artistica di un cigno morente sulla musica di Camille Saint-Saëns, fatta apposta per i Balletti Russi, le guadagnò l’immortalità.
Con il suo lascito immenso, Anna Pavlova è ancora nel cuore di tanti amanti del balletto in tutto il mondo. In Australia è stata creata, in suo onore, una torta. L’Olanda ha dato il suo nome a un nuovo tulipano.
Leon Bakst, pittore e artista teatrale
Questo artista rivoluzionario riuscì a ipnotizzare tutta Parigi, facendo impazzire i francesi di amore per la cultura russa. La moda à la russe divenne dominante anche grazie alle sue scenografie e ai suoi costumi.
L’artista conobbe la fama con il suo splendido sfondo da fiaba per le produzioni principali dei balletti: “Cleopatra”, “Shéhérazade”, “Carnaval” e “Narciso”. Secondo Bakst, anche i dettagli più piccoli dei costumi, il loro colore e la forma servivano a enfatizzare la plasticità e la flessuosità dei ballerini.
In poco tempo divenne uno degli artisti più ricercati di Parigi, lavorò come designer di interni e creò mobili, accessori, utensili e perfino gioielli e automobili. “Bakst è riuscito a cogliere la sensibilità sfuggente dei parigini, che è il punto nevralgico della moda. Al momento, la sua influenza si può cogliere in tutta la città, dai vestiti delle signore alle mostre d’arte”, scrisse su di lui il poeta russo Maksimilian Voloshin.
Igor Stravinskij, compositore
Scoperto da Sergej Diaghilev, il giovane studente di legge e genio della musica Igor Stravinskij (1882-1971) divenne uno dei più importanti compositori del ventesimo secolo, grazie ai suoi capolavori pensati per i Balletti Russi. Opere come “L’Uccello di Fuoco”, “Petrushka”, “La sagra della primavera” furono tutte scritte incorporando influenze della musica popolare russa e pensate per una grande orchestra.
La musica di Stravinskij, però, si dimostrò troppo moderna per i suoi contemporanei. La première della “Sagra della Primavera” provocò una reazione sdegnata, addirittura si videro volare botte e pugni tra sostenitori e detrattori. Il secondo atto fu eseguito solo grazie alla presenza della polizia.
Per decenni il compositore visse in Francia, poi si spostò negli Stati Uniti, continuando a comporre balletti e opere. La sua eredità è straordinaria e varia, ma le opere che scrisse per i Balletti Russi restano le sue più famose.
George Balanchine, coreografo
Dopo aver ricevuto una formazione da ballerino professionale alla Scuola del Teatro Mariinskij, George Balanchine (1904-1983) lavorò come coreografo per i Balletti Russi, mettendone in scena ben dieci, tra cui “Apollo”, con musica di Stravinskij. Questo balletto è considerato, oggigiorno, uno dei migliori esempi di coreografia di balletto neoclassico.
Mentre lavoravano con i Balletti Russi, Balanchine e Stravinskij cominciarono la loro lunga collaborazione professionale. Balanchine in questa occasione coniò il suo motto creativo: “Vedere la musica, sentire la danza”.
Dopo la morte di Djaghilev, Balanchine si trasferì negli Usa e divenne il riformatore e padre del moderno balletto americano (fu uno dei fondatori del New York City Ballet), oltre che fondatore del balletto neoclassico moderno.
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