I dieci quadri più famosi che ogni russo conosce

Legion Media
Dalla Nona Onda al Quadrato Nero di Malevich, chiunque in Russia conosce bene questi capolavori, studiati a scuola e ammirati fin dall’infanzia nei più importanti musei del paese

“Ritratto di una sconosciuta”, (1883) Ivan Kramskoy

Il dipinto più famoso di Kramskoy ha custodito fino ad oggi molti segreti. Visto che l’artista ha portato con sé nella tomba la reale identità della fanciulla ritratta, negli anni sono state avanzate numerose ipotesi su chi fosse la ragazza del dipinto. Secondo una teoria, quella che viene talvolta indicata come la “versione russa di Monna Lisa” potrebbe essere una contadina di Kursk convolata a nozze con un nobile dell’epoca. Kramskoy l’avrebbe conosciuta a San Pietroburgo, rimanendo affascinato dalla sua bellezza.
“Il mattino dell'esecuzione degli Streltsy”, (1881) Vasily Surikov

Questo impressionante dipinto rappresenta un momento tragico della storia russa. Il quadro divenne la prima grande opera di Vasily Surikov e fu acquistata dalla Galleria Tretyakov di Mosca.
L’artista si rivolse all’imperatore russo dell’epoca, Pietro il Grande, quando avvenne l’esecuzione degli streltsy, unità militari dell'Impero russo in forza dal XVI secolo agli inizi del XVIII secolo. E mentre nella vita reale i traditori vennero giustiziati, Surikov decise di non rappresentare l’esecuzione stessa, bensì solo i tumulti che precedettero quei momenti.
“La ragazza con le pesche”, (1887) Valentin Serov

Questo dipinto ha regalato all’autore la fama nazionale di “maestro di ritrattistica psicologica”. Vera Mamontova, figlia del ricco imprenditore Savva Mamontov, che all’epoca del dipinto aveva 12 anni, venne immortalata nella sala da pranzo della tenuta di famiglia.
“Notte di Luna sul Dniepr”, (1880) Arkhip Kuindzhi

Questo capolavoro fu esposto a San Pietroburgo nel 1880 durante l’esposizione di un solo dipinto. E suscitò immediatamente grande entusiasmo. I visitatori restarono accecati davanti allo straordinario realismo espresso sulla tela.
“Ritratto del poeta russo Aleksandr Pushkin”, (1827) Orest Kiprensky

Quest’opera d’arte è con ogni probabilità il ritratto più famoso dell’acclamato poeta russo Pushkin, qui raffigurato con il volto rivolto a sinistra e le braccia incrociate sul petto. Sulla spalla destra del poeta è appoggiato un fazzoletto scozzese, un dettaglio voluto dall’artista per sottolineare il legame tra Pushkin e Byron, idolo dell’era Romantica.
Terminato il ritratto, Puhskin dedicò il suo poema “A Kiprensky” all’artista, spiegando che osservando il dipinto è come vedersi riflessi in uno specchio. E questo specchio lo lusinga.
“Apparizione di Cristo al popolo”, (1837 – 1857) Aleksandr Ivanov

Si tratta del quadro più importante realizzato da Aleksandr Ivanov, al quale l’artista ha lavorato per 20 lunghissimi anni, realizzando oltre 600 bozzetti. Una volta completato, il dipinto fu acquistato dall’imperatore Alessandro II. Alcuni dipinti di Ivanov, tra cui gli schizzi per “Apparizione di Cristo al popolo”, nel 2018 saranno esposti in una mostra ai Musei Vaticani.
“La nona onda”, (1850) Ivan Aivazovsky

Acclamato genio dell’arte di dipingere i mari, Aivazovsky è stato uno degli artisti più prolifici della Russia. “La nona onda” è considerato uno dei suoi più grandi capolavori.
“I corvi sono tornati”, (1871) Aleksej Savrasov

Ogni russo almeno una volta nella vita a scuola si è ritrovato a scrivere un saggio dedicato a questo quadro. Ecco perché “I corvi sono tornati” è tra i capolavori più conosciuti di Savrasov. Si tratta di un quadro talmente famoso da spingere molti a pensare – erroneamente - che si tratti dell’unico realizzato dall’artista.
“Il bagno del cavallo rosso”, (1912) Kuzma Petrov-Vodkin

Creato qualche anno prima della Rivoluzione, questo dipinto è stato definito “profetico”. Esistono molte interpretazioni di questa immagine. Secondo una teoria, il cavallo rosso non sarebbe altro che la Russia stessa, che l’artista avrebbe volutamente dipinto di rosso, simbolo del destino riservato al paese nel XX secolo.
“Il quadrato nero”, (1915) Kazimir Malevich

Massima manifestazione del suprematismo, “Il quadrato nero” proclama una totale rottura con l’oggettività nella pittura. E l’immagine riassume il concetto filosofico di anti-arte.

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