Limonov, una vita spericolata tra eccessi e perdizione

Sergei Karpov/TASS
Il 22 febbraio lo scrittore russo compie 75 anni. Dalle sue avventure in Occidente ai primi libri, dalla vita parigina fino al ritorno in patria: ecco i fatti più interessanti su questo controverso autore

È considerato uno degli autori russi contemporanei più controversi e irrequieti. In Italia è conosciuto grazie alla sua biografia scritta dall’autore francese Emmanuel Carrère e brillantemente tradotta da Francesco Bergamasco per Adelphi. Eduard Limonov, scrittore, poeta e politico russo, il 22 febbraio compie 75 anni. 

Trasferitosi negli Stati Uniti negli anni Settanta, ha fatto rientro in Russia solo con il crollo dell’Urss. 

In vista di questa ricorrenza, abbiamo selezionato alcuni fatti salienti che hanno caratterizzato la sua bizzarra e stravagante vita. 

Arrivederci Urss 

Quando ha lasciato l’Unione Sovietica, nel 1974, aveva già avuto una vita intensa. Eduard Limonov, all’anagrafe Eduard Veniaminovich Savenko, poeta di provincia, è nato a Dzerzhinsk, una città industriale sul fiume Oka, vicino a Nizhny Novgorod, ma si è trasferito a Kharkiv in Ucraina insieme alla famiglia quando era giovane. Nel 1967 si reca a Mosca. 

Per sbarcare il lunario lavora come sarto, ben prima che la sua poesia divenisse popolare tra gli artisti russi più bohémien. Nel 1973 sposa Elena Shchapova, modella e poetessa, insieme alla quale un anno più tardi lascia l’Unione Sovietica. 

Le ragioni che lo spingono a lasciare l’Urss non sono del tutto chiare. Nel 1992 l’autore afferma che il KGB avrebbe cercato di convincerlo a entrare nella rete dei propri informatori. Ma in un’altra intervista, lo stesso Limonov dichiara: “Era soprattutto il sentimento di alienazione dal posto in cui vivevo e la volontà di trovare un nuovo luogo dove andare”.

Ma gli Stati Uniti non gli regalano la felicità. Sua moglie Elena lo scarica poco dopo il loro arrivo a New York. Solo, squattrinato e totalmente sconosciuto in una città strana come quella (conosceva ben poche parole di inglese), Limonov tocca il fondo, strisciando nei bassi fondi della sua nuova vita americana. 

Il primo romanzo di Limonov, “It’s me”, nasce proprio da quelle esperienze. Nel libro l’autore descrive un uomo senza speranza, arrogante e pietoso, quasi sull’orlo del collasso. 

Un latrato furioso, intriso di scene sciagurate e pornografiche: è questo “It’s me” di Limonov, le sue confessioni. Con il cuore infranto per la perdita di Elena, il protagonista cerca di curare le ferite del cuore lasciandosi andare a un sesso sfrenato con donne e uomini, abbandonandosi all’alcol e alla perdizione. 

Nichilista, anarchista, punk 

A differenza di molti emigrati, Limonov trascura lo stile di vita borghese degli americani. Sopravvive grazie a qualche lavoretto. Fa il cameriere, il correttore di bozze per un giornale russo, il governante in una villa di ricconi. Ma la vita lo spinge sempre più nei bassifondi, tra i punk e i vagabondi. In uno dei suoi racconti, “The First Punk”, ricorda di aver letto un poema di Vladimir Mayakovskij dal palco di un rabbioso concerto punk. 

Oltre l’Atlantico

Limonov tuttavia continua a sognare il successo. E cerca disperatamente in tutti i modi di far pubblicare i suoi scritti. Il suo romanzo “It’s me” viene rifiutato da 35 case editrici americane, che lo considerano oltraggioso e anti-culturale. 

Nel 1979 trova una casa editrice francese disposta a pubblicare il suo lavoro. “Gli devo molto – dirà in seguito Limonov -. Mi hanno scoperto loro”. In Francia però il libro viene pubblicato con un titolo diverso: "Il poeta russo preferisce i grandi negri". 

Questa pubblicazione gli apre le porte del successo. In breve tempo diventa famoso e riesce a vivere grazie alle rendite dei suoi libri. 

Nel 1980 Limonov si trasferisce a Parigi insieme alla futura moglie Natalya Medvedeva, poetessa e cantante. 

Gli anni francesi 

Limonov resta in Francia fino al 1991 e alla fine degli anni Ottanta ottiene la cittadinanza francese. Oltre a lavorare ai propri scritti e alle poesie, Limonov scrive anche per il giornale internazionale L'Idiot e per altre riviste. 

A parte le sue parentesi politiche, lo scrittore continua a godersi la sua vita a Parigi, che ancora oggi ricorda con nostalgia. “Ero pieno di entusiasmo – scrive in un libro -. Qualche volta ho anche urlato in russo: ‘Oh, questo sole! Oh, questo vento della Senna!’”. 

Con il crollo dell’Urss, Limonov chiude la sua parentesi francese e fa ritorno nella mutevole e caotica Russia. Qui mostra al mondo un nuovo lato di sé, atteggiamenti politici più radicali e meno vicini agli ambienti degli scrittori. Fonda un proprio partito e trascorre alcuni anni in prigione... Ma questa è un’altra storia.

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