Sbronze e cazzotti, la vita esagerata degli scrittori russi

Sputnik
Esenin prese a pugni Pasternak, mentre Mayakovskij chiese aiuto a Gorkij per uscire dal carcere dopo una rissa terminata con l’intervento della polizia

Sergej Esenin: il poeta dall’anima ubriaca 

Sergej Esenin, uno dei più grandi poeti russi dell’Età d’Argento (fine XIX-inizio XX secolo), scrisse varie poesie che rendono omaggio alla vita dura ma al contempo armoniosa dei contadini e della natura russa.

Disgraziatamente, però, a partire dagli anni Venti Esenin iniziò a bere e per lui divenne sempre più difficile stare lontano dall’alcol. Le ripetute sbronze gli causarono non pochi grattacapi e più di qualche volta finì per essere coinvolto in qualche rissa.

“Ha fatto a pugni con un suo ammiratore. Abbiamo cercato di calmarlo. Ma era totalmente fuori di senno”, scrisse nelle sue memorie lo scrittore russo Valentin Kataev, amico di Esenin.

Secondo i racconti di Kataev, quando era ubriaco Esenin si lasciava sopraffare dall’idea di trovare Zinka (sua ex moglie che lo aveva lasciato) e “picchiarla a morte”.

In realtà sembra che il poeta non abbia mai messo le mani addosso alla moglie. Ma, come racconta lo stesso Kataev, Esenin si sarebbe preso a cazzotti con il premio Nobel Boris Pasternak, autore del Dottor Zhivago.

“Esenin, ubriaco fradicio, con una mano teneva fermo Pasternak e con l’altra cercava di colpirlo goffamente a volto”. Per fortuna altri scrittori presenti in quel momento fermarono la zuffa, impedendo ai due di farsi male gravemente.

Nessuno però riuscì a fermare Esenin dal suicidio. Si impiccò nel 1925 dopo un lungo periodo di alcolismo e depressione. 

Vladimir Mayakovskij: amante geloso 

Mayakovskij (1893–1930) fu un famoso poeta, tra gli scrittori più devoti alla Rivoluzione del 1917. La vita privata di Mayakovskij fu alquanto particolare: nel 1918 andò a convivere con Lilya Brik, sua musa e amante... e con il marito di lei, Osip, con il quale Lilya era sposata dal 1912. 

Questi tre artisti riuscirono a mantenere rapporti di lavoro e delle relazioni prive di gelosia. Così come si legge in alcuni scritti risalenti a quel periodo, Vladimir e Osip erano ottimi amici e lavoravano insieme. Ciò però non significa che Mayakovskij non fosse geloso di altri uomini. 

Così come raccontò il suo biografo, Bengt Jangfeldt, nel 1918 un tal Jacob Israelevich iniziò a inviare lettere d’amore a Lilya. Nonostante Lilya non abbia mai risposto a quelle missive, Mayakovskij si infuriò quando scoprì le lettere. Una volta incrociò Jangfeldt per le vie di Leningrado (oggi San Pietroburgo) e lo riempì di pugni.

La polizia li arrestò entrambi e Mayakovskij dovette ricorrere all’aiuto dello scrittore Maksim Gorkij per uscire dal carcere.

Sergej Dovlatov: sfortunato seduttore 

Dovlatov (1941–1990), emigrato negli Stati Uniti nel 1978, perfezionò la sua arte di scrivere con racconti brevi che risultano allo stesso tempo divertenti e carichi di tristezza.

Il protagonista di molti suoi racconti è spesso un personaggio calmo e malinconico, nonostante lo stesso Dovlatov fosse un tipo dal carattere ben più allegro e irascibile. Si ficcò nei guai più di qualche volta. E in alcune occasioni si ritrovò coinvolto in varie risse.

Una volta, durante una pesante sbronza, Dovlatov fece delle avances a Lyudmila Stern, sua amica. Poco importava che lei fosse già sposata. Si presentò infatti davanti alla porta della famiglia Stern con l’intenzione di portare via con sé Lyudmila. Una follia che ovviamente suscitò l’ira del marito di lei. 

L’episodio è stato narrato anche nelle memorie della stessa Lyudmila: “Vitya (Vitalij, suo marito, ndr) improvvisò delle mosse di judo o karate. E Dovlatov gli rispose con un pugno forte che non centrò il bersaglio. Vitya allora lo afferrò per un orecchio...”. 

Il parapiglio terminò solo con l’intervento della nyanya (babysitter) della famiglia Stern, che cacciò Dovlatov fuori di casa. 

Il giorno dopo, smaltita la sbronza, Dovlatov telefonò alla famiglia scusandosi e chiedendo perdono.

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