1 Andrej Rublev, “Trinità”
Sala 60, pianoterra
La collezione di icone esposte nella Galleria Tretryakov è a dir poco impressionante e comprende alcuni dei migliori esempi di arte russa antica. Tra i capolavori più conosciuti c’è “Trinità” (1425-1427) di Andrej Rublev, considerato il più grande pittore di icone.
È curioso il fatto che la prima persona ad aver esposto pubblicamente questo quadro sia stato il celebre impresario teatrale Sergei Diaghilev, grande ammiratore della Tretyakov.
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2 Valentin Serov, “La ragazza con le pesche”
Sala 41, pianoterra
Serov era un vero e proprio maestro del ritratto. Per lui posarono imperatori russi e membri della famiglia reale, oltre a celebri suoi contemporanei, compositori, scrittori e artisti. Tuttavia uno dei quadri più apprezzati è il ritratto di una ragazzina sconosciuta, Vera Mamontova, che all’epoca del dipinto (1887) aveva 12 anni.
L’artista immortalò questo momento per caso: giunto nella casa del padre della giovane Vera, Savva Mamontov, grosso imprenditore e mecenate, Serov trovò la ragazzina seduta. E decise di voler catturare la freschezza della ragazza e la luce che sembrava emanare.
Vi abbiamo presentato due importanti dipinti esposti al pianoterra. Ora saliamo le scale e andiamo al piano superiore! Seguiteci!
3 Ivan Aivazovskij, “Arcobaleno”
Sala 19, primo piano
Ogni collezione di arte russa all’estero che si rispetti presenta almeno un dipinto di questo grande pittore dei mari. Il suo capolavoro più famoso, “La nona onda”, è esposto nelle sale del Museo russo di Stato di San Pietroburgo. La Tretyakov possiede altri suoi lavori, tra cui l’affascinante “Arcobaleno”.
4 Konstantin Flavitskij, “La principessa Tarakanova”
Sala 16, primo piano
Durante la vostra visita alla Tretyakov ci saranno decine di capolavori che attireranno la vostra attenzione. Ma concedetevi qualche minuto per ammirare “La principessa Tarakanova” (1864). Questo quadro racconta un’inondazione che colpì la Fortezza di Pietro e Paolo a San Pietroburgo. La principessa Tarakanova (il cui vero nome non è noto) era detenuta in prigione per aver dichiarato di essere figlia dell’imperatrice Elisabetta (1709-1762). Affermazione rivelatasi falsa.
Osservate le pareti scure della cella e la disperazione dipinta negli occhi di questa ragazza quando si rende conto che nessuno verrà a salvarla dalla stanza in cui era stata rinchiusa.
La vera storia di questa ragazza è un po’ diversa ma ugualmente tragica: la giovane infatti morì di tubercolosi all’interno della fortezza nel dicembre del 1775, dopo dieci mesi di carcere.
5 Aleksandr Ivanov, “L’apparizione di Cristo al popolo”
Sala 10, primo piano
Il collezionista d’arte Pavel Tretyakov riuscì ad acquistare solamente gli schizzi di questo enorme dipinto al quale l’artista lavorò per quasi 20 anni (1837-1857). Il capolavoro di Aleksandr Ivanov venne infatti acquistato dall’imperatore Alessandro II e venne esposto alla Tretyakov solamente nel XX secolo, appeso in una sala separata.
Concedetevi una lunga pausa davanti a questo quadro: la ricchezza dei dettagli vi lascerà senza fiato!
6 Ivan Shishkin, “Mattina in una foresta di pini”
Sala 25, primo piano
Difficile paragonare i lavori di questo artista con i quadri di qualsiasi altro pittore: i dipinti di Ivan Shishkin sono brillanti esempi di raffigurazioni delle foreste russe, in ogni momento della giornata e in qualsiasi stagione dell’anno.
Inizialmente il quadro “Mattina in una foresta di pini” (1889) non aveva orsi: furono aggiunti in seguito da un altro artista, Konstantin Savitskij. Non si sa per quale ragione Pavel Tretyakov rimosse il nome di Savitskij dalla didascalia del dipinto.
Durante il periodo sovietico un frammento di questo dipinto venne utilizzato per abbellire l’involucro di una famosa marca di cioccolatini, la Mishka Kosolapy. Chi è cresciuto in Unione Sovietica ricorda quelle leccornie tascabili con una nostalgia particolare. Alcune sono ancora in vendita nei negozi russi e possono essere comprate come dolce souvenir. Per saperne di più cliccate qui.
7 Viktor Vasnetsov, “Bogatyri”
Sala 26, primo piano
Viktor Vasnetsov dedicò buona parte della sua vita all’arte e al folklore. “Bogatyri” (1898) è uno dei quadri più famosi di Vasnetsov, al quale egli lavorò per quasi 20 anni, e raffigura i più celebri “supereroi” slavi: Dobrynya Nikitich, Ilya Muromets e Alyosha Popovich, raffigurati da sinistra a destra.
8 Vasilij Surikov, “Boyarina Morozova”
Sala 28, primo piano
Questo pittore realizzò numerosi quadri che ritraggono i paesaggi e l’atmosfera che si respirava nella Russia antica. “Boyarina Morozova” (1884-1887) è uno dei dipinti più impressionanti dell’arte russa e illustra la storia dello scisma nella Chiesa ortodossa e gli esiti tragici che ebbe per questa donna, vicina ai Vecchi Credenti e per questo esiliata in un monastero, che per l’epoca era paragonabile alla prigionia.
9 Ilya Repin, “Ivan il Terribile e suo figlio Ivan”
Sala 30, primo piano
Avendo poco tempo a disposizione sarà ben difficile selezionare le opere da ammirare. Ma “Ivan il Terribile e suo figlio Ivan” (1885) merita senza dubbio qualche minuto di attenzione.
Alcuni dei quadri più famosi di Repin, come “I battellieri del Volga” e “I cosacchi dello Zaporozhe scrivono una lettera al sultano di Turchia” sono esposti nelle sale del Museo russo di Stato di San Pietroburgo. Nella Tretyakov invece si possono ammirare altri suoi capolavori come “Ivan il Terribile e suo figlio Ivan”: di sicuro un quadro imperdibile nella vostra visita veloce a questa galleria.
Il pittore Ilya Repin restò molto impressionato dalla storia secondo cui lo zar Ivan il Terribile avrebbe ucciso il proprio figlio, all’epoca unico erede, durante una discussione. La paura ritratta negli oggi dello zar lascia senza fiato! Repin ha lavorato a lungo a questa immagine nel tentativo di trovare il modo migliore per raffigurare la scena.
10 Mikhail Vrubel, “Il demone seduto”
Sala 33, primo piano
Mikhail Vrubel ha collaborato a un progetto organizzato per commemorare la vita e le opere del poeta Mikhail Lermontov, realizzando per l’occasione circa 30 bozzetti dedicati al poema in versi “Il Demone”. Questo quadro è chiaramente ispirato all’opera di Lermontov e raffigura un angelo caduto, una creatura eternamente triste e sofferente, simbolo delle contraddizioni interne di una persona.
Il museo ha un’intera sala dedicata a Vrubel, considerato uno dei più grandi pittori russi.
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