Investimenti, ora l’Italia gioca la carta del cinema e cerca di sedurre la Russia

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Con la nuova legge sull’audiovisivo, previsti grossi incentivi per le produzioni straniere che vogliono girare nel Belpaese e per coloro che decidono di distribuire i lungometraggi italiani in Russia. A disposizione 400 milioni di euro l’anno. L’Anica: “Vogliamo avviare nuove collaborazioni con il mondo e la Russia è in cima alla lista”

Non solo vino, moda e food. Il nuovo asse degli investimenti italo-russi ora si sposta sul cinema. A far leva su queste nuove opportunità è l’Ice che, insieme all’Anica (associazione nazionale imprese audiovisive e multimediali), ha organizzato ieri a Mosca un incontro con i maggiori rappresentati dell’industria cinematografica russa e alcune film commission del Belpaese. Obiettivo: promuovere nella Federazione l’industria italiana della “settima arte”, cercando nuove coproduzioni e invitando le produzioni straniere a realizzare pellicole in Italia. Il tutto sulla spinta del nuovo sistema di Tax Credit - uno dei più avanzati d’Europa - previsto dalla legge italiana sul cinema e l’audiovisivo.

Così come ha spiegato Roberto Stabile, capo dipartimento per i rapporti internazionali dell’Anica, la nuova legge mette a disposizione 400 milioni di euro all’anno per tutta l’industria dell’audiovisivo, a cui possono accedere anche artisti e produttori dall’estero. “Si sente la necessità di coinvolgere i mercati esteri per dare ulteriore spinta a questo settore e creare nuovi lavori”, ha detto Stabile. Una svolta che può avvenire percorrendo varie strade: innanzitutto vendendo all’estero il prodotto finito, e in tal caso la normativa prevede un rimborso fino al 30% delle spese di lancio di un film italiano in Russia. Oppure attirando le produzioni straniere nel Belpaese: la legge italiana garantisce infatti la restituzione fino al 30% delle spese sostenute in Italia per la realizzazione di film e cortometraggi, sia in regime di coproduzione, sia in collaborazione con partner locali. I finanziamenti statali sono inoltre cumulabili con i fondi messi a disposizione dalle singole regioni italiane. “Vogliamo avviare nuove collaborazioni con il mondo e la Russia è in cima alla lista", ha proseguito Roberto Stabile dell’Anica.

D’altronde i legami tra i due Paesi sono passati più volte per i maxischermi: da “I girasoli” di Vittorio De Sica (coprodotto con l’Urss) a “Oci ciornie” di Nikita Mikhalkov, che è valso a Marcello Mastroianni il premio per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes nel 1987. Testimone di queste relazioni, anche il regista russo Vladimir Khotinenko, che durante l’incontro di ieri ha raccontato con passione e ironia la sua straordinaria esperienza lavorativa in Italia.

Oltre a poter usufruire di un set cinematografico naturale, fatto di indiscutibili bellezze e di un patrimonio artistico unico al mondo, produrre in Italia significa avvalersi delle competenze delle aziende tecniche italiane e di maestranze il cui livello di eccellenza è riconosciuto in tutto il mondo.

“L’audiovisivo in Italia rappresenta un’industria fiorente e il cinema fa parte di un grande settore che vale 14 miliardi di euro – ha riassunto Pier Paolo Celeste, direttore dell’Ice di Mosca -. L’anno scorso sono stati girati 230 film e l’Italia è il quinto esportatore europeo di pellicole in tutto il mondo, con il 6% di film visti fuori dai confini UE. Per questo l’Ice si occupa anche di cinema, nel tentativo di favorire il dialogo fra le industrie cinematografiche dei nostri due Paesi”.

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