Dieci capolavori del Museo Pushkin di cui sapere tutto con una app

Cultura
ANNA SOROKINA
Smartify ha annunciato un progetto congiunto con la grande collezione di arte di Mosca, grazie al quale potrete ottenere informazioni sulle opere in mostra

La app Smartify, che permette di riconoscere un’opera d’arte con il proprio telefonino, ha recentemente annunciato che in alcuni dei principali musei del mondo, smartphone alla mano, sarà ora possibile saperne di più di alcune opere d’arte esposte. Tra questi c’è il Museo Pushkin delle Belle arti di Mosca, e noi abbiamo scelto per voi dieci capolavori da non perdere.

“Ritratto di anziano”, Ritratti del Fayyum, seconda metà del I secolo

I Ritratti del Fayyum sono una serie di circa 600 ritratti funebri, fortemente realistici, realizzati per lo più su tavole di legno, che ricoprivano i volti di alcune mummie egizie d’età romana. Il nome deriva dalla pseudo-oasi del Fayyum, luogo da cui proviene la maggior parte delle opere. Questo ritratto fu acquistato a Luxor da un collezionista russo.

“Cristo Pantocrate”, artista bizantino, secondo quarto del XV secolo

L’autore si questa icona non è noto, anche se potrebbe essere un certo Angelo che lavorò a Creta attorno al 1430, poco prima del crollo dell’Impero bizantino.

“Vergine Maria (Annunciazione)”; “Arcangelo Gabriele”, Sandro Botticelli, 1495-1498

Queste due figure sono opera di uno dei protagonisti del Rinascimento, il fiorentino Sandro Botticelli (1445-1510). Sono parte di una composizione che mostra l’Arcangelo Gabriele far visita alla Vergine Maria, per annunciarle che darà alla luce il figlio di Dio. Lui ha in mano un giglio bianco, simbolo di purezza. Inizialmente su legno, le tempere sono poi state trasferite su tela e potrebbero essere state tagliate ai lati.

“Al mercato”, Joachim Beuckelaer,1564

Gli artisti olandesi e fiamminghi del XVI secolo svilupparono una pittura che integrava figure e paesaggio grazie alla luce. In questo filone, il fiammingo Joachim Beuckelaer (Anversa, 1530–1575) si concentrò su temi popolareschi, ritraendo contadini e scene di vita quotidiana.

“Baccanale”,Peter Paul Rubens, circa 1615

Attorno al 1615, il pittore fiammingo Peter Paul Rubens (1577-1640), iniziò a lavorare al “Baccanale”, che non terminò mai. Il quadro è basato sul mito di Dioniso e del suo seguito di Baccanti e Satiri.

“Natura morta con cigno”, Frans Snyders, anni Quaranta del XVII secolo

La generosità della natura e il suo eterno rinnovarsi è il tema principale dell’opera del fiammingo Frans Snyders (1579-1657). L’abbondanza dei beni materiali sembra infinita nelle sue nature morte e nei ritratti di cacciagione. In questo quadro, un servo regge un vassoio di fichi, simbolo della fertilità. Gli uccelli rappresentano l’aria, i frutti la terra e molluschi e crostacei l’acqua dei mari.

“La mattina di un giovane” Pieter de Hooch, 1655-1657

Nel quadro “La mattina di un giovane”, l’artista olandese Pieter de Hooch (1629-1684) raffigura con estremo realismo la camera da letto di un ufficiale che dorme.

“Vanitas (La vecchia civetta)”, Bernardo Strozzi, dopo il 1630

Il dipinto del “Prete Genovese” Bernardo Strozzi (1581- 1644) è una variante di un tema molto frequente nella pittura nordeuropea del XVII secolo, quello della “Vanitàs”, la transitorietà della vita terrena, della gloria e della bellezza.

“Il ritorno del Bucintoro al Molo di fronte al Palazzo del doge”, Canaletto, 1727-1729

Dipinto da Giovanni Antonio Canal, meglio conosciuto come il Canaletto (1697-1768), rappresenta il giorno dell’Ascensione, festa principale della Repubblica di Venezia, quando dal Bucintoro, la galea di Stato del Doge, veniva gettato in acqua un anello d’oro, a ribadire lo sposalizio tra la Serenissima e il mare. Realizzata su ordinazione dell’Ambasciatore francese de Gergy, è una delle tele più grandi del Canaletto, con i suoi 182x259 cm.

“Il dolore e i rimpianti di Andromaca sul corpo di Ettore”, Jacques-Louis David, 1783

Questa opera del pittore francese Jacques-Louis David (1748-1825) è un lavoro preparatorio per il quadro omonimo conservato al Louvre di Parigi. L’artista rappresenta Andromaca che, con il figlio, piange suo marito, Ettore, che è stato ucciso da Achille nel duello vicino alle mura di Troia. Grazie a quest’opera il pittore venne accettato come membro dell’Accademia.