Grazie ai suoi colori accesi e alle pennellate profonde, lo stile di Aleksandr Dejneka è davvero inconfondibile. Nel 1935 l’artista sovietico, tra i maggiori esponenti del realismo socialista, si recò negli Stati Uniti e lì immortalò sulla tela tutto ciò che secondo lui era inusuale per un cittadino sovietico. Fra le cose che lo stupirono più di tutte ci furono i manifesti e i cartelloni pubblicitari, che gli raffigurò anche in questo quadro, “American Landscape” (1935)
Questo dipinto, “Strada verso il Monte Vernon” (1935) mostra un’altra cosa sorprendente: le folli corse delle automobili. Mentre in America le macchine erano già qualcosa di molto comune, in Unione Sovietica rappresentavano un bene di lusso che ben pochi si potevano permettere
Dejneka venne accolto con affetto dagli americani. I suoi lavori vennero esposti nelle più prestigiose mostre internazionali. Questo quadro, intitolato “Philadelphia” (1935), mostra un altro aspetto delle grandi città americane che stupì l’artista sovietico: i grattacieli
Le opere di Dejneka mostrano spesso un suggestivo monumentalismo. Un tratto che si può percepire anche in questo quadro, raffigurante ancora una volta la maestosità della città di Philadelphia
New York si rivelò una delle città più impressionanti per quei cittadini sovietici che ebbero la possibilità di visitarla. E Dejneka non fece eccezione! Egli rimase così stupito dagli edifici della Grande Mela che dedicò loro svariati quadri
L’Empire State Building raffigurato dall’artista sovietico
“Dejneka è rimasto impressionato da New York – ha scritto Igor Dolgopolov nel suo libro “Il maestro e i capolavori” -. I grattacieli, il traffico, il rumore e le strade sporche. L’artista ha visto gente seduta tutto il giorno nei bar, ha visto mendicanti e povertà, lusso e ricchezza”
“È rimasto particolarmente colpito dal quartiere di Harlem, dove vivono persone di colore – continua Dolgopolov -, ci andava spesso. Ascoltava musica e guardava la gente ballare”. Questo quadro è intitolato “Negro concert”
Questo ritratto, dal titolo “Young Negro”, dimostra come le persone di colore suscitassero nell’artista una grande curiosità: non era cosa comune infatti per il popolo sovietico
Nonostante le cose viste negli Stati Uniti, Dejneka continuava a credere nella superiorità dell’arte sovietica. Una volta infatti affermò: “Gli artisti occidentali hanno ancora qualcosa da imparare da noi”. Nel quadro, “Washington. Capitol”
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