Lev Trotskij fu uno dei leader della rivoluzione russa del 1917. Con la salita al potere di Stalin, però, i conflitti tra i due si fecero sempre più aspri.
Nel 1929 Trotskij venne espulso dal partito e mandato in esilio. Nonostante tutto, continuò a portare avanti la sua attività politica contro lo stalinismo.
Il 20 agosto 1940 un agente dell’Nkvd, Ramón Mercader, agente segreto spagnolo naturalizzato sovietico, raggiunse Trotskij in Messico, dove era esiliato. Lì, rimasti soli in una stanza, Mercader colpì Trotskij, sfondandogli il cranio con una piccozza da ghiaccio. Ricoverato in ospedale, Trotskij venne operato, invano. Morì infatti il giorno dopo, il 21 agosto 1940.
Le ultime parole da lui pronunciate furono: “Non sopravviverò a questo attacco. Stalin è finalmente riuscito a portare a termine il compito che fino a prima non era riuscito a realizzare”.
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