Festa della Vittoria, così la Russia tiene vivo il ricordo degli eroi

A little girl gives a flower to a blind World War Two veteran during the Victory Day celebrations at Gorky park in Moscow, Russia, May 9, 2015

A little girl gives a flower to a blind World War Two veteran during the Victory Day celebrations at Gorky park in Moscow, Russia, May 9, 2015

Reuters
Il nove maggio il Paese si stringe attorno alla memoria dei veterani che più di 70 anni fa hanno combattuto al fronte durante la Grande guerra patriottica

Un bimbo offre un fiore a un veterano della Seconda guerra mondiale. Fonte: ReutersUn bimbo offre un fiore a un veterano della Seconda guerra mondiale. Fonte: Reuters

Il 9 maggio, il Giorno della Vittoria nella Grande guerra patria, è per i russi una delle feste nazionali più sentite ed è sempre celebrata in grande stile. Alla vittoria nel conflitto mondiale, costato ai popoli dell’Unione Sovietica più di 27 milioni di vite, sono dedicate numerose iniziative incentrate sui protagonisti della guerra, i veterani.

Secondo i dati di aprile 2017 i veterani della Grande guerra patria ancora vivi non sono così pochi: 1 milione e 800mila, stando a quanto riferito dalle autorità. Tuttavia sono meno di 200.000 quelli coinvolti direttamente nella guerra, dato che più di un milione di persone era impegnato nelle retrovie.

Ogni anno il numero di veterani diminuisce, ma se ne possono ancora incontrare alla vigilia del Giorno della Vittoria negli asili e nelle scuole, dove vanno a raccontare quello che hanno vissuto più di 70 anni prima.

Molti veterani festeggiano il 9 maggio con i propri commilitoni. Il più noto luogo di ritrovo tra i “compagni d’armi” è la fontana del Bolshoj di Mosca, dove nel corso della giornata si radunano i protagonisti della guerra con le vecchie uniformi militari piene di medaglie e onorificenze.

Veterani in Piazza Rossa. Fonte: APVeterani in Piazza Rossa. Fonte: AP

“Il reggimento immortale”

L’iniziativa più importante degli ultimi anni, il cui scopo è ricordare l’impresa della generazione che ha combattuto la guerra, riguarda in prima persona i combattenti già scomparsi: “Il reggimento immortale”. Il 9 maggio in molte città russe migliaia di persone sfilano per la città con i ritratti dei propri cari che hanno preso parte al conflitto. L’iniziativa “Il reggimento immortale” si svolge anche al di fuori dei confini nazionali e l’anno scorso è arrivata a coinvolgere 40 Paesi di tutto il mondo.

“Il reggimento immortale” è partito come un progetto di attivismo civile da parte di un gruppo di giornalisti della città siberiana di Tomsk che, come ricorda la stampa, ha preso spunto dalla tradizione sovietica di portare le fotografie dei parenti nei luoghi commemorativi. Grazie al lavoro degli attivisti il 9 maggio del 2012 per le vie centrali di Tomsk sono sfilate alcune migliaia di persone tenendo in mano i poster che ritraevano i propri cari coinvolti nella Seconda guerra mondiale.

L’eco dell’iniziativa di Tomsk ha fatto subito il giro del Paese e l’anno seguente “Il reggimento immortale” si è tenuto in più di 100 città russe, e nel 2014 in più di 500. Due anni fa la manifestazione si è allargata ulteriormente, ricevendo il benestare del governo. A Mosca i partecipanti hanno attraverso il centro della città e la Piazza Rossa, in testa alla processione c’era il Presidente russo Vladimir Putin con in mano il ritratto di suo padre, soldato al fronte. Quasi mezzo milione di persone si sono radunate per l’occasione nella capitale.

Dopo essere diventato un movimento nazionale “Il reggimento immortale” ha anche aperto un sito, moypolk.ru, sul quale si possono pubblicare le storie dei parenti che hanno combattuto la guerra. Sono già presenti sulla piattaforma migliaia di racconti che contribuiscono a formare la “cronaca popolare” del conflitto.

Le foto del "Reggimento immortale". Fonte: ReutersLe foto del "Reggimento immortale". Fonte: Reuters

“Io mi ricordo”

“Il reggimento immortale” non è però l’unica risorsa dove poter conoscere i destini dei combattenti della Seconda guerra mondiale. Uno dei più famosi progetti digitali di questo tipo in Russia si chiama “Io mi ricordo”, fondato più di quindici anni fa dallo scrittore e sceneggiatore Artem Drabkin. Il sito raccoglie centinaia di interviste fatte ai veterani. Sono presenti i ricordi non soltanto dei russi, ma anche dei soldati di altri Paesi: Serbia, Bulgaria, Romania, Polonia, Francia e persino Germania. Come sottolinea l’ideatore del progetto i racconti orali che ha registrato insieme ai suoi collaboratori non solo arricchiscono la nostra conoscenza della guerra, ma aggiungono alla narrazione di quegli eventi una nuova dimensione emotiva che mancava fino a ora nei resoconti storici.

Anche i membri di “Volontari della Vittoria” sono impegnati nella registrazione dei ricordi dei veterani. Il movimento è stato fondato per il 70esimo anniversario della vittoria e conta oggi più di 200.000 iscritti. Per i volontari l’obiettivo è la ricerca di veterani in difficoltà a cui prestare aiuto e assistenza.

Nel frattempo, negli ultimi decenni, i veterani stessi cercano di aiutarsi tra di loro attraverso una vasta rete di organizzazioni diffuse in tutto il Paese e spesso supportate dagli organi del governo locale e centrale.

Le foto del "Reggimento immortale". Fonte: ReutersLe foto del "Reggimento immortale". Fonte: Reuters

“La memoria del popolo”

Oltre alle iniziative della società civile, in Russia sono attivi numerosi progetti governativi dedicati alla vittoria durante la Seconda guerra mondiale. Due anni fa il Ministero della difesa russo ha lanciato il sito “L’impresa del popolo”. Con l’aiuto di questa risorsa online è possibile scoprire di quali onorificenze è stato insignito un parente e il motivo dell’assegnazione.

Sul portale “La memoria del popolo” invece è stato caricato più di mezzo milione di documenti che riguardano sia le onorificenze sia altre informazioni quali il luogo di sepoltura, dettagli sulle operazioni belliche a cui hanno preso parte i soldati dell’Armata rossa etc… Chi scrive queste righe ha trovato senza difficoltà i gradi di suo nonno, impegnato nei primi anni del conflitto sul fronte nordoccidentale.

Col tempo è diventato un appuntamento fisso delle celebrazioni il nastro di San Giorgio che viene distribuito per le strade delle città russe ormai da dodici anni.

I colori ricordano quelli della Guardia sovietica del tempo di guerra. Allo stesso tempo però il nome rimanda al nastro di San Giorgio, diventato con Caterina II la più alta onorificenza dell’Impero russo.

I nastrini di San Giorgio inoltre non si trovano soltanto in Russia; a New York, per esempio, quest’anno ne sono già stati distribuiti più di mille.

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