Tolstoj e gli altri: quanto guadagnavano gli scrittori russi?

L-R: Pushkin, Goncharov, Dostoevsky, Tolstoy

L-R: Pushkin, Goncharov, Dostoevsky, Tolstoy

L’autore di “Anna Karenina” era il più ricco fra i suoi colleghi. Mentre Dostoevskij avrebbe potuto acquistare un intero terreno a Ryazan, se non avesse sperperato i soldi nel gioco d’azzardo. A quanto ammontavano i ricavi degli altri geni della letteratura?

A quanto ammontavano i guadagni dei grandi geni della letteratura russa? Il portale Arzamas ha calcolato cosa avrebbero potuto acquistare gli scrittori con i pagamenti che ricevevano dalla stesura delle loro principali opere, che la storia ha poi definito grandi capolavori. Secondo lo studio, buona parte di loro non guadagnava per niente male.

Aleksandr Pushkin

Il ritratto di Pushkin, Pyotr Konchalovskij (1932). Fonte: RIA NovostiIl ritratto di Pushkin, Pyotr Konchalovskij (1932). Fonte: RIA Novosti

Il celebre poeta Aleksandr Pushkin, per esempio, per la prima edizione completa del romanzo “Evgenij Onegin” (1833) ricevette 12.000 rubli (paragonati a uno stipendio attuale equivarrebbero a 10.500.000 rubli, circa 150.000 euro). Con una tale cifra avrebbe potuto permettersi 100 eleganti camicie, 200 paia di guanti all’ultima moda, 200 libbre di tè di fiori e l'affitto per un anno di una casa in legno di una sola pianta nel centro di Mosca, oltre al pagamento per l’educazione di due figli.

Tuttavia il poeta trascorse la sua vita coperto di debiti, che lasciò poi “in eredità” alla moglie quando morì ucciso in un duello. Tutti i debiti vennero alla fine saldati dallo zar Nicola I.

Ivan Goncharov

Ivan Goncharov. Fonte: wikipedia.org Ivan Goncharov. Fonte: wikipedia.org

Grazie al suo famoso romanzo “Oblomov” (1859), Ivan Goncharov ricevette 10.000 rubli (al giorno d’oggi sarebbero approssimativamente 10 milioni di rubli, ovvero 140.000 euro). Poteva quindi permettersi l’acquisto di dieci sofà in mogano, dieci slitte da città, due carrozze, 19 scrivanie in cuoio nero, una pelliccia, 1.200 tazze in porcellana, cinque libbre di sapone di anice, 17 barattoli di mandorla in polvere per lavare e ammorbidire le mani, 10 angurie, 10 storioni grandi e affittare per un anno alcuni appartamenti a San Pietroburgo.

A differenza del protagonista del suo romanzo, Goncharov non amava trascorrere le giornate disteso sul divano: era un uomo attivo e amava viaggiare. Realizzò addirittura un viaggio intorno al mondo nell’ambito di una missione diplomatica.

Fedor Dostoevskij

Il ritratto di Fyodor Dostoevskij, Vasilij Perov, 1872. Fonte: la Galleria TretyakovIl ritratto di Fyodor Dostoevskij, Vasilij Perov, 1872. Fonte: la Galleria Tretyakov

Per il romanzo “L’idiota” (1868) Fedor Dostoevskij guadagnò solamente 7.000 rubli (circa 7 milioni di rubli oggi, ovvero 102.000 euro). Con questa somma di denaro avrebbe potuto comprare un terreno nella zona di Ryazan, una carrozza a quattro posti, dieci cassettiere, dieci specchi, dieci libbre di sapone di anice, due botti di rovere, trenta bottiglie di rum Americano, dieci libbre di formaggio inglese, un portafoglio ricamato e un barattolo di inchiostro nero. Perlomeno queste sarebbero state le cose che egli avrebbe potuto permettersi se non avesse sperperato così tanti soldi nel gioco d'azzardo.

Lev Tolstoj

 La foto di Lev Tolstoj. Fonte: TASS La foto di Lev Tolstoj. Fonte: TASS

Il più ricco di tutti, oltre che il più stacanovista, era senza dubbio Lev Tolstoj. Per “Anna Karenina” (1875-77) il genio russo ricevette 20.000 rubli (circa 20 milioni di rubli, ovvero oltre 300.000 euro). Con questa ingente somma Arzamas ipotizza una lunga lista di acquisti: da una casa a Mosca a ceramiche, passando per sigari di qualità, borse in pelle, meloni. Ma Tolstoj viveva da asceta e non amava vivere nel lusso. Lui stesso infatti si cuciva gli stivali da solo e si accontentò di trascorrere buona parte della sua vita in una casa nella campagna di Yasnaya Polyana.

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