Una delle illustrazioni del libro
Ivan Bilibin/Ufficio stampaUn naso se ne va a passeggio tutto solo, gettando nella disperazione il suo legittimo proprietario. Il fantasma di un uomo morto di freddo ruba il cappotto ai vivi. Una bimba prigioniera di un orso scappa grazie ad un’astuta trovata. Regni da conquistare e cattivi da sconfiggere. Sono tra i classici della letteratura russa più noti al grande pubblico e ora riproposti da Rizzoli nella speciale collana Bur Deluxe, dedicata ai grandi titoli della narrativa mondiale. Arricchiti da illustrazioni d’autore, i volumi sulla Russia sono “Il naso, il cappotto” di Nikolaj Gogol (192 pagine, 14,50 euro) e “Masha e Orso e altre fiabe russe” (192 pagine, 14,50 euro). Belli non solo da leggere, ma anche da vedere.
Il primo presenta i due celebri racconti dello scrittore russo, nella traduzione ironica e vivace di Tommaso Landolfi, accompagnati da tavole del vignettista Altan, “papà” della Pimpa, dell’operaio Cipputi e dei disincantati personaggi dal naso grosso che dalle pagine dei giornali commentano cinicamente le vicende politiche italiane. Proprio il naso – sparito e poi riapparso misteriosamente sul volto del maggiore Kovalev – diventa metafora di un carrierismo sfrenato e ambizioso nella Pietroburgo di metà Ottocento. Senza questa parte del corpo, in cui una certa critica di stampo freudiano si è divertita a riconoscere l’organo sessuale maschile, Kovalev non può proseguire nella sua ascesa verso i ranghi più alti della burocrazia statale.
Ed è in questa stessa città, fredda e ostile, che all’anonimo impiegato Akakij Akakievič rubano il cappotto faticosamente acquistato con i risparmi, privandolo di un indumento caldo e, soprattutto, della sua dignità di uomo. Il libro offre anche una breve rassegna di letture critiche sulla “nasologia” di Gogol, come scrive Vladimir Nabokov, "un leitmotiv che s’incontra da un capo all’altro delle sue opere d’immaginazione. Difficilmente si troverà un autore che con altrettanto diletto descriva odori, starnuti e ronfi". Del resto, lo stesso Gogol pare avesse un naso degno di nota, talmente lungo da potersene toccare la punta sporgendo il labbro inferiore.
Il secondo volume della collana fa leva, fin dal titolo, sul grande successo del cartone animato tratto dall’omonima fiaba, anche se i più piccoli potrebbero ricevere da questa lettura una sgradita sorpresa scoprendo che, nell’originale scritto da Aleksandr Afanasev quasi due secoli fa, Orso non è il buontempone della serie televisiva, vittima degli scherzi di Masha, ma un cattivo che tiene prigioniera la bimba in una casetta nel bosco. Il libro contiene fiabe di Afanasev e altre di Aleksandr Puškin, che insieme costituiscono un patrimonio di meccanismi narrativi comune a tutta la letteratura per l’infanzia. Proseguendo nella lettura, ci si imbatte nella storia del falco Finist, del principe Ivan e dell’uccello di fuoco, della bella Vassilissa, della Principessa ranocchia, dello zar Saltàn. Si penetra in un mondo immaginifico, popolato di animali parlanti, streghe cattive e cavalieri coraggiosi che si anima nella fantasia dei lettori e nelle illustrazioni che accompagnano i racconti: sono i disegni di Ivan Bilibin, tra i più famosi illustratori e pittori russi del Novecento, autore delle scenografie che portarono sui palcoscenici di tutta Europa proprio gli eroi e le eroine di Puškin.
“Fiabe” per adulti – che raccontano il grottesco e la solitudine dell’esistenza umana in chiave straordinariamente attuale – e racconti per bambini, dove va in scena l’eterna lotta tra il Bene e il Male. Da scambiarsi, o leggere insieme.
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