Elena Gagarina, direttrice dei Musei del Cremlino, insieme al Presidente russo Vladimir Putin (Foto: EPA)
La direttrice dei Musei del Cremlino, Elena Gagarina, racconta ai lettori la nuova sede in Piazza Rossa, i progetti di mostre future e come le collezioni museali siano state arricchite da una serie di fucili automatici Kalashnikov.
Quali mostre state allestendo in questo periodo?
Entro la fine dell’estate verrà inaugurata la mostra “Gli ordini cavallereschi in Europa” e poi cominceremo ad allestire le sale per il progetto Boris Godunov. Il tema di Godunov verrà forse toccato in maniera un po’ trasversale, ma in effetti di quel periodo si sa davvero poco e per allestire la mostra abbiamo raccolto materiali da tutti i musei del paese. Il prossimo anno organizzeremo una mostra dedicata alla produzione di uno dei nostri orafi più celebri, Ilgiz Fazulzyanov, le cui opere in smalto eccellono nel mondo per la finezza della loro lavorazione e si aggiudicano riconoscimenti ai concorsi internazionali. Abbiamo acquisito di recente alcuni suoi lavori per la nostra collezione.
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Avete anche progetti di mostre itineranti?
Per l’autunno del 2016 abbiamo un accordo con il Museo del costume di Kyoto per portare da noi gli abiti Art Déco, che costituiscono la parte più pregiata della loro collezione, e poiché si tratta soprattutto di abiti da sera e da ballo noi li completeremo con gioielli di Cartier e Van Cleef & Arpels. Stiamo inoltre preparando una mostra dello scultore Vasily Konovalenko, costretto a emigrare nel 1980 negli Stati Uniti. Nell’unica mostra mai allestita in Russia, al Museo Russo, erano state esposte piccole sculture con inserti in oro e argento, ma allora, com’è noto, esisteva un articolo del Codice penale in merito alla produzione con metalli preziosi. Alla fine Konovalenko è diventato più celebre negli Stati Uniti che da noi, benché abbia sempre utilizzato tematiche russe nelle sue opere, proseguendo la tradizione della celebre ditta Fabergé.
La crisi ha provocato drastici tagli al bilancio del museo?
È stato tagliato il 10% dei suoi capitoli, quindi sì, il bilancio è stato ridotto in misura rilevante. Ma, per fortuna, i nostri sponsor principali sono rimasti. In ogni caso non soffriamo quanto altri musei, soprattutto quelli di provincia. Al Cremlino i visitatori non mancano, continuiamo ad avere circa 2 milioni di presenze l’anno e questo numero resterà invariato.
Attualmente avete pochi spazi a disposizione da destinare alle mostre temporanee. Nella primavera di quest’anno è stato firmato un decreto che affida alla vostra gestione degli edifici siti sulla Piazza Rossa. Sono già cominciati i lavori?
In base al decreto del Presidente Vladimir Putin una volta conclusi i lavori di ristrutturazione ci verrà affidata la gestione delle Gallerie commerciali coperte sulla Piazza Rossa. Lì trasferiremo una parte della nostra collezione permanente, i laboratori di restauro e i magazzini. I nostri collaboratori traslocheranno dagli edifici del Cremlino che in seguito verranno aperti al pubblico poiché anche i nostri uffici, i laboratori di restauro e i magazzini sono ubicati all’interno di monumenti che risalgono ai secoli XV-XIX. Per esempio, una parte delle collezioni è conservata nel coro della Cattedrale della Dormizione decorato con splendidi affreschi e nell’adiacente campanile del Filarete anch’esso affrescato.
Inizialmente si era detto che i lavori sarebbero stati portati a termine entro la fine del 2016, ma ora è chiaro che difficilmente andrà così. Noi non vediamo l’ora che l’edificio sia pronto, per i nostri progetti futuri di mostre risulta indispensabile. Tuttavia, malgrado i nostri limiti di spazio, le esposizioni che allestiamo figurano in testa alle classifiche di tutto il mondo e ottengono periodicamente dei riconoscimenti internazionali.
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Il museo cura anche il restauro dei monumenti del Cremlino?
Rientra nel nostro programma e ogni anno restauriamo parti di singoli monumenti, chiese e palazzi. I lavori di restauro della Cattedrale dell’Annunciazione sono praticamente finiti, ora ci stiamo occupando della Cattedrale dell’Arcangelo Michele e del Palazzo dei Patriarchi che necessitano di restauri e avevamo curato in passato il restauro della Cattedrale della Dormizione.
La gente visita il Cremlino probabilmente non tanto per le sue mostre, quanto per vedere l’architettura. Che rapporto avete con il Palazzo dei Congressi che è parte integrante del complesso del Cremlino?
Sono dell’avviso che quei progetti realizzati negli anni '60 oggi non abbiano più alcun senso. Mi duole pensare che sul territorio ora occupato dal Palazzo dei Congressi siano stati demoliti l’antico Palazzo dell’Armeria, progettato da Ivan Egotov, o la Cattedrale della Trasfigurazione, ma la storia non conosce compromessi. E poi, una volta distrutto quel monumento, al suo posto si poteva costruire solo un edificio moderno. Il complesso del Cremlino è sotto la protezione dell’Unesco e il Palazzo dei Congressi ne è parte integrante.
Talvolta si ha l’impressione che le collezioni dei musei del Cremlino siano un’entità consolidata, quasi eterna, ma voi continuate a incrementare i vostri fondi…
Il nucleo originario della collezione certo si è venuto formando con i tesori della corte russa, dall’epoca del Gran principato e dei grandi sovrani fino a quella imperiale, ma cerchiamo di ampliare i nostri fondi. Inoltre, quando ci capita l’occasione, di solito assai di rado, acquistiamo opere bizantine arricchendo così la nostra raccolta di icone e la collezione di icone del Cremlino è ritenuta la migliore del mondo. Qualche volta acquistiamo abiti indossati alle incoronazioni dei nostri monarchi.
Dove?
Dai collezionisti. Non si tratta degli abiti indossati nelle cerimonie d’incoronazione dai sovrani, che sono già conservati nel Palazzo dell’Armeria, ma di quelli appartenuti ai dignitari che presenziavano alle cerimonie. Incrementiamo anche la nostra collezione di ordini e onorificenze e curiamo le nostre collezioni contemporanee di armi e opere di oreficeria.
Come scegliete le armi?
L’ultima collezione ci è stata donata dallo stabilimento di Izhevsk: una serie completa di fucili automatici Kalashnikov. Ora vogliamo chiedere al comando militare del Cremlino le divise di gala e le uniformi del reggimento presidenziale. Sa, spesso sembra che gli oggetti di uso quotidiano della nostra epoca non abbiano alcun valore, ma tra 50 anni sarà impossibile recuperarli.
Il testo è pubblicato in versione ridotta. Qui la versione originale dell'articolo
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