Daria Donina (Foto: Ria Novosti)
Nella letteratura russa è uso distinguere la letteratura alta da quella di massa, dunque ogni opera in genere piace o ai critici, o ai lettori. La creatività di Dina Rubina è una rara eccezione alla norma. I tiraggi dei suoi libri contano milioni di esemplari, ciononostante l'abilità di Rubina viene riconosciuta dagli studiosi di letteratura e confermata dai premi letterari ricevuti tanto in Russia, quanto in Israele, dove la scrittrice vive già da più di vent'anni. Rubina è una scrittrice virtuosa. Magistralmente riesce ad intrecciare le linee del soggetto, arrivando talvolta a inscenare vicissitudini vertiginose, senza per questo perdere il dettaglio o la metaforicità della lingua, né tralasciando di creare personaggi voluminosi.
Spesso, gli eroi dei suoi libri sono caratterizzati da personalità creative e vivaci: artisti, cantanti, attori del circo, o semplicemente persone dotate di molto talento. La sua stessa vita, del resto, sin dall'infanzia è circondata dall'arte: moglie di un artista, madre di un artista, figlia di un artista, già dall'età di quattro anni posava pazientemente per i quadri del padre, continuando anche in seguito ad esercitare la postura, ma anche la bravura, alla scuola musicale per bambini dotati e più tardi al conservatorio. E proprio dalla musica proviene probabilmente l'attenzione della Rubina verso l'intonazione, che da ora i suoi frutti nell'arte letteraria esclusivamente. Ella stessa, confessa di preferire la lettura di quanto suoni all'unisono con la sua intonazione: Cechov, Nabokov, Bunin, Brodskij. Più uno dei suoi scrittori preferiti, che si chiama Borges.
Rubina possiede il dono di trasformare gli eventi quotidiani in finzione letteraria, lasciando sempre intravedere il prototipo della vita reale. La sua prosa è brillante e accattivante, come del resto la stessa Dina. Sguardo allegro e ironico, postura nobile, voce sonante; impossibile è non rimanere affascinati da una donna così. Non per nulla la chiamarono Dina, in onore della stella di Hollywood Deanna Durbin. A proposito, essendo scrittrice professionale, Rubina ama definirsi anche attrice, vantandosi persino un poco di saper imitare con facilità qualsiasi accento, di non temere la scena e di avere anzi vissuto, per un periodo, dei soldi ottenuti dai suoi interventi in pubblico. Non come attrice professionista ovviamente, ma in occasione di lezioni di letteratura presso le scuole.
L'importante tratto caratteristico dei suoi romanzi è la sorprendente polifonia. Probabilmente, essa è in parte legata agli anni dell'infanzia e della gioventù trascorsi a Tashkent, solare città del sud, dove convivono fianco a fianco diverse nazionalità e culture. Ed è così che il sole caldo e la molteplicità delle voci della città orientale, i limpidi episodi dell'infanzia e della giovinezza si riflettono ripetutamente nelle sue opere, grandi e piccole. Così ad esempio, nel suo lungo romanzo “Sul lato soleggiato della strada” (pubblicato in italiano con il titolo “Il sole dolce dei ricordi”) ambientato a Tashkent, l'autrice intreccia ad arte nel tessuto letterario, frammenti di ricordi originali degli abitanti di Tashkent, mescolando audacemente la finzione con la realtà, e ottenendo così un effetto molto forte. Quest'opera, alla quale Rubina ha lavorato con intervalli per vent'anni, le è valso il premio “Bol'shaja kniga”, uno dei riconoscimenti letterari più significativi in Russia. E gli amanti e gli studiosi della letteratura, di loro spontanea iniziativa, organizzano escursioni tematiche sui motivi di quest'opera.
Come scrittrice, Rubina aveva già debuttato a sedici anni: il primo racconto spedito dalla giovane studentessa ad una redazione lontana di Mosca si distingueva per quella stessa ironia, divenuta in seguito marchio di fabbrica dell'autrice, e venne pubblicato da subito, per altro, sulle pagine di un'influente rivista letteraria di grande tiratura. Il successo precoce non guastò il suo modo di rapportarsi al lavoro. Dina oggi lavora per dodici-tredici ore al giorno, elaborando nel modo più raffinato possibile ognuna delle sue opere, e non solo dal punto di vista letterario, ma anche tecnico. Rubina non si stanca mai di raccogliere e studiare enormi quantità di materiale che le permettano di padroneggiare i temi nei minimi particolari. La maggior parte dei suoi eroi sono infatti persone di professioni molto rare, come ad esempio burattinaio o restauratore. Inoltre, Rubina amplia lo spazio dei suoi romanzi fino al limite, inviando i suoi personaggi in diversi paesi e città; e in questo caso, ignorare i dettagli è impossibile. Probabilmente, uno dei motivi più importanti dell'opera di Rubina è quello della ricerca delle radici e dell'attaccamento ad esse, il legame e il richiamo del sangue.
Ed è appunto il richiamo del proprio sangue che ha riportato la scrittrice a rimpatriare in Israele, che aveva abbandonato insieme alla famiglia negli anni Novanta. Questo momento è diventato un momento di spartiacque all'interno della sua biografia, della sua arte e della sua personalità e si riflette molto nelle sue opere. In Israele Rubina, secondo i suoi ricordi personali,”aveva servito per breve periodo, aveva scritto molto, facendo degli interventi pubblici, aveva vissuto in territori occupati, camminando fra i proiettili, aveva ottenuto premi letterari, aveva pubblicato un libro dopo l'altro a Gerusalemme e a Mosca...”. In breve, si era occupata delle stesse cose di cui si occupa da una vita, sempre e ovunque: trasformare la vita in letteratura. Alla sua nuova patria ha dedicato non poche pagine. Interessante è che le opere sul tema ebreo rispecchino tutta la tavolozza dei generi e delle intonazioni, dal tragico al sublime, come nel romanzo tradotto in molte lingue “Ecco il Messia!”, o dal ridicolo all'assurdo come in “Sindacato”. Dina Rubina è sempre stata ospite desiderato in Russia, ai suoi incontri con i lettori ci sono sempre ovazioni e ogni suo libro, appena uscito, raggiunge le vette delle classifiche di vendita dei negozi della capitale.
Elenco delle opere tradotte: http://www.dinarubina.com/translations.html
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