Una targa all'esterno della casa dove Brodskij visse a San Pietroburgo (Foto: PhotoXPress)
A pochi mesi dal 2015, che in Russia è stato designato "Anno della letteratura", autorità pubbliche e sponsor privati stanno per finalizzare la trasformazione in case-museo di due residenze nelle quali visse il poeta Joseph Brodskij: l’appartamento dei suoi genitori a San Pietroburgo e una casa nel villaggio di Norenskaya, nella regione di Arkhangelsk.
Una stanza e mezzo
La Fondazione Museo Brodskij di San Pietroburgo lavora da quasi quindici anni alla creazione di una casa-museo, da ricavare all’interno di un appartamento comune al civico 28 di Liteyny prospekt, del quale tra il 1955 e il 1977 i Brodskij occuparono due delle sei camere. La vita della famiglia in quegli anni è stata descritta nei saggi “Una stanza e mezzo” e “Meno di uno”. Il quattro giugno del 1972 il poeta lasciò questo domicilio per dirigersi all’aeroporto di Pulkovo e abbandonare definitivamente l’Urss. Mikhail Milchik, amico dello scrittore e attuale presidente della Fondazione Museo Brodskij, era tra coloro che si recarono a casa del poeta per salutarlo prima della partenza.
“Il quattro giugno, quando venimmo a salutare Joseph, chiesi a Mariya Moiseevna (la madre di Brodsky) di lasciare tutto com’era, e lei seguì la mia raccomandazione” ha affermato Milchik in un’intervista al quotidiano Izvestia. “Di ritorno da Pulkovo, coloro che erano venuti a salutare Joseph, una trentina di persone in tutto, si trattennero un po’ a casa sua. Quando se ne furono andati fotografai accuratamente la stanza e tutto ciò che vi rimaneva: le chiavi dimenticate, gli spiccioli sul tavolo… Fu un giorno importante per me. La partenza di Joseph era stata come un funerale. Eravamo certi che non lo avremmo più visto, quindi ci eravamo detti addio per sempre. All’epoca già lavoravo presso un’impresa di ristrutturazioni, e sapevo quanto fosse difficile ottenere in alcuni casi delle informazioni accurate riguardo agli arredi originali dei luoghi. Sentivo che un giorno questo appartamento sarebbe stato trasformato in un museo, e intendevo aiutare i miei futuri colleghi fotografando tutto com’era”.
Verso la fine degli anni Novanta, dopo la morte di Brodskij, alcuni personaggi di spicco del mondo della cultura, tra cui lo studioso Dmitry Likhachev, lo scrittore Daniil Granin, il direttore del museo statale dell’Hermitage Mikhail Piotrovsky, il compositore Andrey Petrov e Cheslav Milosh e Derek Walcott, amici personali di Brodsky nonché premi Nobel, si rivolsero all’allora governatore di San Pietroburgo, Vladimir Yakovlev, per chiedergli di aiutarli a creare un museo dedicato allo scrittore. Il governatore accolse la richiesta, ma disse di non disporre di fondi statali per acquistare l’appartamento. Nel 1999 nacque la Fondazione del museo: era la prima volta che qualcuno in Russia tentava di creare un museo con fondi privati. Vasiliy Kichedzhi, vice governatore di San Pietroburgo, spiega che numerose aziende e uomini d’affari hanno contribuito a questa causa, e il giorno dell’inaugurazione è ormai vicino. Il museo infatti dovrebbe aprire il 24 maggio del 2015, giorno in cui Brodsky avrebbe compiuto settantacinque anni.
Tuttavia, una camera dell’appartamento rimane ancora proprietà di una donna ormai in pensione che vi abita da quando era bambina. Benché per invogliarla a lasciare l’abitazione l’amministrazione comunale le abbia offerto un appartamento nuovo nel centro di San Pietroburgo (da scegliere fra altri tre), la donna per il momento si rifiuta di lasciare la casa, e le trattative proseguono. “L’appartamento di Brodskij è rimasto esattamente com’era quando lo scrittore viveva qui”, ha dichiarato Milchik in un’intervista all’agenzia stampa Ria. “La cucina è la stessa. Persino la stufa a legna è ancora qui, anche se nessuno la usa”. Tuttavia è necessario un intervento di ristrutturazione, e i lavori inizieranno questo mese. Il museo, spiega Milchik, ospiterà oggetti personali appartenuti al poeta, alcune sue lettere e delle foto d’archivio. Nel resto dell’appartamento sarà allestita invece una mostra dedicata all’epoca di Brodskij, che illustrerà la vita del poeta e dei suoi contemporanei nella Leningrado degli anni Settanta. All’interno della nuova struttura, che diventerà il Centro culturale Joseph Brodsky, dovrebbero tenersi inoltre letture di poesie, mostre tematiche e proiezioni di film.
“Il villaggio sperduto tra le paludi”
Un'altra località russa legata indissolubilmente alla vita di Brodskij è il villaggio di Norenskaya, nel distretto di Konoshsky, nella regione di Arkhangelsk, dove tra il 1964 e il 1965 il poeta – accusato di parassitismo sociale perché non aveva un lavoro regolare – trascorse diciotto mesi al confino. In quel periodo, che malgrado l’incertezza del futuro e la nostalgia di casa Brodsky definì il migliore della sua vita, il poeta lavorò sodo (sia con la penna che fisicamente), lesse molto e frequentò gli abitanti del luogo. Gli studiosi sono unanimi nel ritenere che i mesi trascorsi qui influenzarono molto la poetica di Brodskij – ed è per questo che l’abitazione da lui occupata a Norenskaya merita di diventare una casa-museo non meno dell’appartamento di San Pietroburgo. Oggi il villaggio di Norenskaya è praticamente disabitato, ma chi resta conserva con affetto il ricordo della permanenza di Brodskij. Nel 2004 la biblioteca centrale del distretto di Konoshsky è stata la prima al mondo ad adottare il nome del poeta, e ogni anno, a partire dal 2011, qui si tiene un festival letterario a lui intitolato.
Nel 2013 alcuni giornalisti del luogo e dipendenti del museo hanno girato in questa zona un film dedicato al periodo che il poeta trascorse al confino. Tutte queste iniziative ricevono il sostegno, non solo economico, delle autorità locali. Infine, nel 2013 il governo della regione di Arkhangelsk ha acquistato l’abitazione dove visse il poeta, allo scopo di ristrutturarla e farne una casa-museo. Fortunatamente la casa è ancora intatta, benché versi in condizioni pietose. L’opera di ristrutturazione, iniziata di recente, è resa possibile grazie al sostegno del governatore della regione Arkhangelsk, Igor Orlov, dell’impresa di ristrutturazioni di Mikhail Milchik e della Fondazione museo Joseph Brodskij, che hanno raccolto fondi da sponsor privati.
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